IL CONTESTO Dove vivevo, nessuno parlava inglese, ma tutti erano cittadini americani con passaporto americano. Leggevano giornali coreani, guardavano programmi televisivi coreani.• Vi è quindi questo cambiamento, e noi dobbiamo riuscire a fronteggiare l'immagine di questa America che muta. La stessa cosa è accaduta in molti altri Paesi, e anche in un altro paese di notevoli dimensioni: l'ex Unione Sovietica. Anche in questo caso è molto difficile definire chi sia russo e chi no, perché vi è una tale mistura di popolazione che in alcune zone del paese le persone hanno problemi seri a identificarsi con una nazionalità o stato specifico. La stessa cosa vale per la lingua. Il russo è una lingua che_va progressivamente diminuendo d'importanza. Vi sono sempre meno persone che lo parlano. Mi trovavo in Armenia poco tempo fa, per esempio, e i miei amici armeni conoscevano il russo e comunicavano in russo, ma i loro figli non parlano russo e, quindi, quando desidero comunicare con i giovani, parlo con i genitori e i genitori traducono in armeno. L'anno-scorso è stata chiusa l'ultima scuola della Repubblica armena ove ('insegnamento era impartito in russo, qqindi l'intera nuova generazione di coloro che vivono in Armenia non parlano e non parleranno russo. E qualora vi capiti di visitare la capitale dell'Armenia e non conoscete l'armeno, sarete completamente persi, perché i cartelli, le iscrizioni, tutto insomma è scritto in armeno. La lingua russa fa parte delle lingue che vengono sempre più abbandonate da un numero crescente di persone. Questo problema dell'identità lo troviamo dunque anche nell'ex Unione Sovietica. La terza fonte di conflitto dinnanzi a noi - la prima era il nazionalismo, la seconda il razzismo - è il fondamentalismo religioso che perdurerà anche all'inizio del ventunesimo secolo. Naturalmente, la prima cosa che ci viene in mente è l'Islam, che è una religione molto potente e dinamica nel mondo contemporaneo. Ci sono quasi 900 milioni di seguaci di questa confessione e il numero aumenta costantemente. Si tratta della religione in seno . alla quale si registra la crescita più rapida. L'Islam ha scùole e tendenze interne diverse, ma la tendenza dominante è divenuta quella degli integralisti islamici o fondamentalisti. Si tratta della fazione più estrema e fanatica fra i seguaci dell'Islam. Vi sono tre centri in cui il fondamentalismo prospera, tre stati che stanno creando una sorta di fronte unito: l'Iran dopo la Rivoluzione di Khomeini, l'Algeria ove si registra una tendenza crescente di fondamentalismo, e il Sudan. E oltre a questi tre paesi che vengono considerati ora come la forza trainante del fondamentalismo, la stessa tendenza si riscontra anche in altri paesi di fede islamica. Abbiamo tre nuovi conflitti che hanno sostituito il vecchio della guerra fredda. Qual è il denominatore? Il denominatore comune di questo nuovo modo di confrontarsi è un forte elemento emotivo, irrazionale. Si tratta di una sorta di conflitto che in genere viene risolto con la politica del compromesso, oppure dal buon senso. Ma, allora, dov'è il pericolo reale? È nel fatto che la politica attuale è stata sovraccaricata di emotività, di irrazionalità. Se confrontiamo tra loro questi conflitti, troviamo lo stesso denominatore comune: coloro che sono coinvolti in queste lotte sono molto motivati emotivamente, e quindi è difficile trovare una piattaforma per cercare di convincerli a rivedere le proprie posizioni.L'altro fattore importante che ci unisce è l'ideologia di massa: vi sono sempre più persone coinvolte in queste lotte semplicemente perché vi sono sempre più persone al mondo. Il coinvolgimento di queste masse, spesso prive di istruzione, motivate dai loro complessi, dalla xenofobia, dall'isteria, crea un problema politico difficilissimo a livello internazionale. Un altro fattore comune di questo nuovo fronte di confronto ideologico è il bisogno di avere un nemico, il bisogno di avere davanti agli occhi un'immagine chiara del nemico, il bisogno a dell'altro, la nozione dell'altro, dello straniero che ci minaccia. Questo è un caso molto comune. In effetti le tendenze xenofobe nel mondo contemporaneo vanno verso la separazione. Tutti vogliono separarsi, tutti vogliono costituire la propria comunità etnica, religiosa o nazionalistica. Questa tendenza porta alla dissoluzione delle pregresse strutture di stato, e l'Unione Sovietica e la Jugoslavia ne sono forse l'esempio che più vi colpisce; tuttavia, possiamo trovare esempi ben più numerosi di disintegrazione e di separazione, dello stare da soli. Se si parla con gli abitanti dell'ex Unione Sovietica, per esempio, e si discute con loro, vi diranno di voler creare un paese separatooppure unaregione separata.La tendenzaalladisintegrazione dell'Unione Sovietica continuerà. Vediamo ora solo laprima ondata delladisintegrazione, cioè ladisintegrazione dell'ex Unione Sovietica e la creazione di parecchie nuove Repubbliche o entità statali tra cui, dopo la Russia, l'Ucraina è la più grande. Si è trattato però solo della prima ondata._Ora ci stiamo avvicinando a una nuova ondata di disintegrazione che si verificherà sul territorio dell'ex Unione Sovietica: la disintegrazione ali' interno delle Repubbliche. Il processo di disintegrazione inizierà dalla Repubblica Federale Russa. Spesso sulla stampa Boris Eltsin viene definito il Presidente della Russia. Non è giusto. La Russia non esiste in quanto stato e non è mai esistita nella storia, ciò che .abbiamo ora è una Federazione Russa e Eltsin ne è il presidente. Tuttavia, egli è Presidente di 34 repubbliche e regioni diverse e autonome, e molte di esse vogliono riguadagnarsi l'indipendenza, molte hanno all'interno un movimento che mira a lasciare la Repubblica Russa e a proseguire indipendentemente. Prendiamo i tartari, oppure, coloro che vivono in tanti territori della Russia. Dite loro che Eltsin è il loro Presidente, si offenderanno e diranno di volere una loro Repubblica. Vogliono rompere, lasciare, separarsi dalla Russia. ·Presto avremo una nuova ondata di forze di disintegrazione nell'Unione Sovietica perché ali' interno delle Repubbliche verrà attivato un processo di disintegrazione. La Russia ne è un esempio classico, ma la stessa situazione si verificherà presto anche in Ucraina e in altre Repubbliche, come per esempio, in Georgia. La tendenza generale a livello mondiale è quella che mira alla costituzione di un numero sempre maggiore di stati di piccole dimensioni. Si tratta dell'ultima fase di decolonizzazione, perché, dopotutto, che cos'altro si sta verificando se non questo? Uno dei fattori più importanti della storia del ventesimo secolo è stata la disintegrazione del mondo coloniale. È iniziato negli anni Cinquanta, dopo la seconda guerra mondiale, e lentamente i continenti sono divenuti formalmente indipendenti: Africa, Medio Oriente, Asia, America Latina... Ora, questo processo riguarda anche i territori dell'ex Unione Sovietica. Con la decolonizzazione dell'ex Unione Sovietica, dovremo avere un mondo completamente decolonizzato. Avremo un mondo in cui il processo di creazione dì nuovi stati continuerà al di là del ventesimo secolo. Ora abbiamo oltre 160 stati che sono membri delle Nazioni Unite e ci stiamo avvicinando a un mondo che, probabilmente, sarà composto da 200 stati. Si tratta di una cosa che va al di là della nostra comprensione attuale. Quando iniziarono i lavori di costruzione del palazzo delle Nazioni Unite a New York - il palazzo che esiste attualmente - si pensava che potesse servire da sede per 43 paesi. Questo progetto venne molto criticato perché nessuno riusciva a capire ct>memai potessero esistere 43 paesi al mondo. Questo 30 o 40 anni or sono. E una prova lampante dell'imprevedibilità del mondo. Il problema è di capire il futuro, e che la nostra immaginazione non è in grado di inventare l'iinmagine del mondo che verrà. Perché quest'immagine oltrepassa la nostra immaginazione attuale. Vi ho parlato di quelle che per me costituiscono le tre principali
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