Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

EDUCATORI E DISEDUCATORI Ma non è che questa via nonfu tentata. Tu stesso hai dedicato tante energie ai diversi tentativi di programmazione. E ora dico che ho disperso energie. Penso al progetto pilota. Ogni settimana ricevevo dettagliati rapporti su tutta la situazione sanitaria in Basilicata e facevo le mie considerazioni; cercavo di capire di cosa davvero si aveva bisogno, come organizzare senza sprechi. A che pro? Non dipendevano da te le decisioni finali, non era colpa tua. Ma io non sono stato intelligente abbastanza da capire che il mio era un semplice esercizio a cui potevo dedicare un decimo del tempo, lasciandolo ad altre cose. Per esempio alla ricerca sui microbatteri. Ero arrivato ad un buon livello. Avrei potuto dedicarmi completamente a questo argomento. Avrei fatto cosa più utile. Ho sperperato e, alla fine, mi dispiace. Ma è poi giusto prendersela con la propria passione civile? Io faccio un consuntivo. Vediamo la programmazione, che poteva essere una via per la Basilicata. Tu sai che io ho creduto nella programmazione. Il primo tentativo fu negli anni cinquanta, patrocinato dalla Svimez e diretto da tuo padre. Furono costituiti dei gruppi di lavoro formati da esperti e funzionari. Rocco Scotellaro fu segretario di redazione. Il sottogruppo per i problemi sanitari fu formato da due medici provinciali, due ingegneri civili e, tra gli altri, anche da me. Furono fatte analisi e proposte? Certo. La documentazione, con proposte che avrebbero evitato lo spreco di molto denaro pubblico, è stata pubblicata solo in piccola parte: la mia relazione su "Nord e Sud" e anche quella di Scotellaro, sulla scuola, postuma. Nel '64-'65 fu fatto un secondo tentativo. Le camere dell'Industria e del Commercio della Basilicata fecero costituire dei gruppi di lavoro. Vi partecipai insieme ad altri, tra cui vari professori. di Portici. Le relazioni e le conclusioni basta leggerle, furono pubblicate allora e ripubblicate recentemente. È evidente la distanza tra un progetto razionale di uso delle risorse e quello che è invece accaduto. Ali' inizio degli anni Settanta la neonata regione accettò di portare avanti un ultimo tentativo. Per la parte dedicata alla sanità il Ministero della programmazione offrì alla Basilicata la possibilità di studiare un progetto pilota, appunto, e io fui presidente del comitato di sovraintendenza a questo. È stata per me un'esperienza intensa, ma mi ha lasciato l'amaro in bocca. Tutto è stato pubblicato ma il consiglio regionale non lo ha mai neanche discusso e nessuna indicazione fu presa in considerazione dal legislatore regionale. Come concludere? Nella sua ultima intervista alla Rai-Basilicata tuo padre l'ha detto chiaro: "i politici se ne fregano". Non so se per nùopia o per calcolo i poi itic i non sono stati all'altezza della sfida della programmazione. Hanno preferito cercare voti tenendo aperto il rubinetto. E gli stessi industriali del Nord, che anche essi hanno attinto a quel rubinetto, una volta rinvestiti gli utili complessivi al Nord, non sono stati più disposti a investire anche al Sud, se non in minima parte. Ma tornando ai politici: penso che non sia ancora · chiaro, in Lucania ma anche altrove, quello che noi elettori dobbiamo attenderci dagli eletti, siano essi parlamentari, nazionali o regionali, consiglieri o amministratori locali. Questa mancanza di chiarezza su cosa sia, in ultima analisi, la democrazia finisce per alimentare il clientelismo. Come? Fai un esempio? Se è veramente necessario costruire una strada non c'è motivo che l'uomo politico telegrafi di essere "lieto di comunicare" che sono stati stanziati i fondi per costruirla. E, dall'altro lato, non vi è ragione perché si accetti passivamente il telegramma. La questione è dunque come si è giunti alla decisione di costruire la strada: chi ha partecipato alle scelte? Credo che la partecipazione informata sia una delle garanzie fondamentali del corretto esercizio della democrazia. Se sul terreno dello sviluppo i progressi sarebbero stati più incisivi se orientati dalla programmazione, da un qualche disegno generale a cui liberamente riferirsi, su quello democratico il nodo resta la partecipazione nelle scelte. So che non era e non è facile questo intreccio tra progettualità razionale e partecipazione della gente alle scelte, anche ora che approderà la FIAT in Basilicata, a Melfi, che fu una delle capitali di Federico II ... Ho sempre trovato affascinante la figura di Federico Il ... Federico II fu certamente uomo di grande genialità. Ma io non credo di averlo mai amato perché egli fu uno dei fondatori del Regno, del dominio. E io, appunto, sono avversario del dominio. la tua famiglia, dicevamo ... Sì, nel '22, circa alla fine della mia scuola elementare, arrivò il fascismo. Vedi, qui non vi fu squadrismo Si lodava l'ordine e questo piaceva anche a mio padre che fu un uomo d'ordine. Sarebbe interessante studiare cosa fu il fascismo qui. Ti cito un piccolo episodio. Ad Accettura, un paese in provincia di Matera, i signori che si esercitavano nei partiti si resero conto che, dopo la marcia su Roma, non ci sarebbero stati più nittiani né d'alessiani, dal nome di un parlamentare che ebbe allora un suo seguito. Gli uni decisero di fondare il partito fascista e gli altri, di fazione avversa, trovandosi spiazzati, fondarono un altro fascio. Allora si usavano molto i canti a rampogna che i contadini componevano andando in campagna. Allora i primi fascisti fecero una canzone il cui ritornello era questo: "Lu fasciu di Don Paolo ie' nu fascitidd', / L'han fatta sera a nott 'nda petea de Pecuridd' / lsh, ish fò! ...: il fascio di don Paolo è un piccolo fascio .. L'hanno costituito a notte tarda nella bottega di Pecuriddo, che era un ciabattino. "Ish, ish" si dice al porco, vai fuori, vai fuori ... Ecco: così è nato il fascismo in Basilicata, da noi. LATERRA 19 < ;;; ;: g .. ~ .. e z ,..

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