Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

1 8 VISTA DALLA LUNA < o:: o:: t:: < ....l Sì, nel' 12. Da bambino ho vissuto qui. Andavo a scuola, ero bravo: ecco, guarda questo mio quaderno di prima elementare che ho ritrovato, così ordinato. I ricordi mi dicono che debbo molto ai maestri di scuola. Allora essi non erano pendolari come ora e, finita la scuola, li incontravamo per strada dove erano punto di riferimento per noi scolari e per tutti in paese. Era così: il rapporto educativo continuava ben oltre le lezioni. Poi ricordo che qui vennero confinati dei prigionieri austriaci della grande guerra. Li chiamavano austriàci, con l'accento sulla a. Tutti avevano mal parlato degli austriàci e io invece li vedevo come uomini gentili. Mi ero molto affezionato a uno di questi prigionieri che si chiamava Muio e che sedeva in questo paese lontano dai suoi e cantava così bene le sue canzoni. Poi giocavamo. Andavamo su e giù per il paese. E a sera, dopo le scorribande, ci arrampicavamo sui campanili a vedere come i ciechi componevano la musica suonando i diversi battagli delle campane. Poi ricordo bene il giorno in cui mi spinsero a portare i fiori a Francesco Saverio Nitti che era venuto a Tricarico. In famiglia mia erano nittiani. Chefaceva tuo padre? Mio padre ha incominciato col fare il commerciante. E poi è diventato un piccolo bancario. Aprirono a Tricarico una rappresentanza del banco di Napoli, che dopo divenne agenzia. Mio padre aveva fatto la quinta elementare; ma era un uomo molto intelligente e volitivo. Era diventato ragioniere per EDUCATORI E DISEDUCATORI corrispondenza. Ma senti, hai visto il giornale oggi? Vedi quanto è difficile ripartire ora lì, in URSS? Prima dicevamo dello sviluppo: alla fine gli imprenditori lucani che sono riusciti sono stati quelli che hanno contato soprattutto su se stessi. Questo è il punto. Invece qui è capitato, per certi versi, in piccolo, ciò che è capitato in URSS e nell'est. Si è atteso l'aiuto dall'alto, da fuori; e la propria capacità, il gusto di provare da soli si sono atrofizzati. La sovvenzione, senza criteri economici, ha prodotto terribili sprechi e non pochi approfittatori e, in altre zone del Sud, ha arricchito la grande malavita. Io dico quello che vedo, che tanti altri hanno detto. Le intelligenze meridionali, come le chiami, gli imprenditori sono stati mortificati da quello che anche tuo padre, Manlio Rossi Doria, definì il nuovo sistema di potere, cresciuto sulla spesa pubblica e che da decenni ha sostituito l'antico "blocco agrario", un freno allo sviluppo. E ha legato le forze economiche alle fortune dei politici. Tu dunque ritieni che l'intervento dello stato, che la Cassa per il Mezzogiorno, per esempio, abbia frenato la crescita? Bisogna distinguere. All'inizio questo aiuto fu importante, era giusto aprire il rubinetto per potere partire e uscire dalla miseria. Personalmente ritengo che, poi, il rubinetto andasse però chiuso. O almeno si doveva arrivare a un sistema vero e rigoroso di verifiche. Bisognava imboccare la via della programmazione e coinvolgere così anche i giovani, le intelligenze meridionali.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==