Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

1 6 VISTA DALLA LUNA ~ ~ <i: ....l Cittadinanza Per riassumere: la città è il luogo della persona civile. (Park, Burguess, McKenzie, The City, 1925) La città crea cittadini. Ma forse la città che noi cerchiamo incessantemente, come Marco Polo, è oggi ancora lontana, ed è quella in cui tutti coloro che vi vivono e lavorano ne sono veramente e pienamente "cittadini". Non accade così, oggi. La città integra ed emargina, educa alla cittadinanza ma anche all'esclusione. Nelle nostre città ci sono bambini e bambine che vi sono nati o che vi sono arrivati nella prima infanzia e che imparano velocemente che né loro né i loro genitori possono votare e hanno bisogno di permessi speciali per qualsiasi cosa, condannati sovente a una continua precarietà, perfino a una obbligatoria illegalità. Il problema dei diritti politici degli immigranti stranieri è oggi ali' ordine del giorno: uno strato di popolazione ognj giorno più numeroso. La città può anche educare al razzismo, a esercitarlo o a temerlo; ma anche a combatterlo. Altri, molti di più, sono immigrati nella città dall'interno della nazione e nella città vivono una ambiguità, un dualismo culturale: tra le origini e la storia famjgliare e il contesto sociale e politico. Si fronteggiano anche in questo caso le dinamjche dell'integrazione (scuola, cultura e tempo libero...) e dell'emarginazione (quartieri-ghetto, noninserimento della famjglia nella vita cittadina). Molti altri gruppi vivono la dialettica tra integrazione ed emarginazione: figli di funzionari di LAPRIMA AGENZSIAUI PROBLEDMEILL'EMARGINAZIONE DELLPAACEDELL'AMBIENTE Da nove anni Aspe esce quindicinalmente edita dal Gruppo Abele di Torino. NOTIZIE CHE PUNGONO O Inchieste, opinioni, fatti e commenti, documenti, esperienze, flash, inserti speciali O Aspeuropa: dà voce ai movimenti di base, pubblica notizie e inchieste sulle domande, le proposte dell"'Europa dei cittadini" dell'Est e dell'Ovest O Numeri speciali monografici: frontiere e nuove follie O Aspe migrazione: un supplemento che mette in contatto realtà europee sul problema della immigrazione O Banche dati in collegamento con numerosi centri studi EDUCAZIONE E URBANISTICA stato (in particolare le forze dell'ordine), bambini in nuclei famjliari anomali o affetti da patologie sociali (disoccupazione cronica, tossico-dipendenza), minoranze sessuali, etniche, culturali o religiose, abitanti dei nuclei residenziali emarginati dal punto di vista ecologico o socioculturale, ecc. In ogni caso, la città andrà giudicata dalla sua capacità di far prevalere la dinamjca dell'integrazione su quella dell'emarginazione. La città non ci permetterà di essere pienamente cittadini se una parte dei suoi residenti non potrà acquisire questa stessa qualifica. L'accesso diseguale alla "qualità" di cittadino non è soltanto un problema delle minoranze, anche se la lista delle minoranze che abbiamo tracciato potrebbe costituire una maggioranza ... Nella città si produce una dinamica di integrazione o di socializzazione che può riguardare tutti: interventi e spettacoli pubblici, associazionismo o gruppi informali di base, elementi simbolici di identità collettiva, feste, utilizzazione di dotazioni e spazi pubblici centrali, organizzazione politica democratica e partecipante, ecc., oltre all'integrazione per il tramite della scuola, del lavoro e del consumo. Ma agiscono anche dinamjche contrarie, esclusivistiche o escludenti: privatizzazione di spazi pubblici (dotazioni particolari, centri commerciali, zone residenziali), proliferazione dimode, di attività e locali rivolti a gruppi elitari, dorninjo oligarchico delle grandi istituzioni pubbliche o private, teoricamente a carattere sociale che si aggiungono a quelle di carattere più strutturale (segregazione spaziale, gerarchia sociale, grandi disparità di reddito, ecc.). La città più positivamente educatrice sarà quella che moltiplica le possibilità di integrazione e di socializzazione e che riduce al minimo i processi di emarginazione. La cittadinanza consiste, quasi sempre, nel costruirsi una duplice identità: di gruppo (o di quartiere, classe, ecc.) e globalmente cittadina, a vocazione universalistica. La cittadinanza non è certamente uno status che, a un certo punto, offre o attribuisce un'autorità; la cittadinanza è una conquista. Ogni giorno la città è la cornice di un processo individuale e collettivo di accesso alla civiltà, alla cittadinanza. L'individuo "metropolitano" sarà forse qualcosa di simjle alla pianta che cresce solo in zone inquinate, vicino alle autostrade più trafficate e alle fabbriche più nefaste. Il "cittadino" è colui che ha partecipato alla conquista della città, colui che se ne è appropriato individualmente sin dalla sua infanzia. Come dicevamo all'inizio di quest'articolo, la città è l'avventura iniziatica, piena di possibilità, che si offre al bambino e alla bambina e che può formare la sua ragione e il suo sentimento. È anche la partecipazione più o meno cosciente a un processo collettivo, alla sua costruzione, ogni giorno ricominciata daccapo, e alla lotta permanente contro le tensioni disgregatrici e a favore delle identità, con i loro momenti forti, di affermazione o di confronto. Il nostro eroe è, insomma, eccezionalmente il Gavroche dei Miserabili, e quotidianamente William Brown, cittadino comune.

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