Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

EDUCAZIONE E URBANISTICA sono ogni volta più estese e per arrivare a posti (spazi significativi, qualificati) sempre più privatizzati e costosi. Eppure la città continua a offrire una carica sufficiente di erotismo - di mistero, cioè, e di proibizioni - perché l'avventura sia possibile. Insomma, l'iniziazione alla vita. L'educazione. Una città funzionale e igienica in ogni suo luogo, priva di zone d'ombra e di pericolo, senza aree tabù, senza spazi di confusione e mescolanza e senza punti di caos, sarà educativa quanto uno stabilimento balneare. Quando c'è intorno solo ordine, nascono schiavi. Ordinare la città fino al punto in cui la vita sia perfettamente trasparente e asettica, equivarrebbe a eliminarne la vita. La città come avventura Solo chi ha avuto avventure possiede ricordi autentici. (Arthur Schnitzler, Vienna al crepuscolo) Le vie che portano alle scoperte e ali' avventura urbane sono innumerevoli. Una di esse- il paradosso è solo apparenteè quella dell'ambiente fisico, della natura. Assente o quasi dall'habitat urbano immediato, la natura va scoperta. Spesso è una materia scolastica: ed è bene che lo sia, offre qualche base per imparare a osservarla e a capirla. Probabilmente, anzi indubbiamente, la scoperta della natura seguirà anche altre strade: il gioco, la piccola gita, la trasgressione. Andrà male se mancano spazi aperti vicini, il fiume o la spiaggia, il pezzo di bosco o i primi campi non troppo lontani, benché non quotidianamente accessibili. Non si tratta di contemplare attentamente la nascita e lo sviluppo di una pianta o gli andirivieni di un insetto, ma di sentire la pioggia e il vento tra gli alberi, di trovare o farsi una grotta, un rifugio, di affrontare la paura della notte che ci coglie improvvisamente in paraggi disabitati, di vincere progressivamente gli ostacoli posti da un ambiente fisico non tutto addomesticato. L'ambiente fisico urbano ci porta alla storia, le emozioni dell'avventura ci portano all' intelligenza. Con un'assistenza minima, il bambino e la bambina potranno scoprire come l'ambiente urbano ha progressivamente conquistato l'ambiente fisico, potranno vedere le colline in fondo alle strade e i fiumiciattoli nascosti, le tracce di antichi campi, le ultime case di pescatori o le ultime case coloniche. E le cave cui si fece ricorso per secoli e secoli per la costruzione di case come gli antichi acquedotti che dissetavano la città. Il bambino comincerà a girare per le strade e riconoscere le epoche, a capire a chi e cosa servivano gli edifici pubblici e privati. Imparerà a "leggere" nelle facciate delle case e s'impregnerà senza rendersene conto della memoria collettiva che vi è depositata. E, c'è da augurarselo, vedrà che non solo i "monumenti" sono degni del suo interesse. Girare per la città è un'avventura piena di rischi: non c'è la natura, ci sono gli altri. A scuola li si può contare (la popolazione totale, l'età media, la densità, le migrazioni ...) e a volte il maestro porterà per le strade a investigare ... Camminando per la città, gli altri li si vede, li si respira, li si distingue tra loro. La città è diversità, di attività e di persone: ci sono quelli che ci vivono e quelli che se ne servono (lavoro, arnntinistrazione, consumo, tempo libero) e quelli che l'attraversano. La città è movimento. Il bambino o la bambina lo scopriranno progressivamente, se potranno addentrarvisi. Con curiosità e con timore, poiché, spesso, gli altri gruppi, gli altri quartieri, risulteranno sconosciuti. E riconosceranno via via non solo le differenze, anche le disuguaglianze. Muoversi per la città permetterà poco a poco di scoprire la morfologia, le forme. E gli usi, le funzioni della città. E di cominciare a dotarsi di chiavi e di modelli per interpretare la società nella quale vivono. Ma torniamo all'avventura intellettuale. Iragazzi si renderanno conto che i sistemi di strade e di isolati, di pieni e di vuoti, hanno un loro significato. Che ci sono zone centrali, zone di attraversamento nelle quali finiscono per passare tutti. Altre zone le scopriranno solo per caso, addentrandosi nelle parti più sconosciute come facessero una spedizione. Non faticheranno a stabilire correlazioni tra forme e attività, tra centralità e diversità degli usi, tra qualità cittadina e gerarchia sociale di coloro che vi vivono. Anche se non lo esprimeranno con questi termini. La città è il luogo dei molteplici simboli, dei segni permanenti o mutevoli. Tutti gli spazi hanno più di un attributo, tutto ha più significati che si aggiungono a quelli apparenti o funzionali. Le luci della città non illuminano soltanto, gerarchizzano; la pubblicità è propaganda, ma consolida anche mode e valori. I linguaggi della città sono svariati e sin dall'infanzia noi ci familiarizziamo con immagini o disegni che corrispondono a livelli o mode culturali differenti, con segni che ci abituano a manipolare astrazioni. La città è soprattutto comunicazione, e se oggi la rivoluzione tecnologica ha raggiunto anche le zone extraurbane, ha innanzitutto moltiplicato le possibilità di comunicazione urbane. E insieme ha accentuato le diseguaglianze: ci sono bambini e bambine che vivono da subito all'interno della "città universale" e possono controllare informazioni che permettono di diversificare contatti e attività; altri, e si tratta certo della maggioranza, dispongono soltanto dell'informazione convenzionale offerta dai mezzi di comunicazione sociale, vuoi perché non possono accedere a nessun'altra, vuoi perché non detengono chiavi o punti di riferimento per interpretarle e utilizzarle. E sono ancora meno numerosi quelli che dispongono delle risorse delle comunicazioni essendo così in grado di far sentire le loro domande o aspirazioni. Nella città si è affermato un linguaggio nuovo, quello che ci permette di comunicare con essa, di servircene, di farla nostra. Il mondo delle macchine, benché vi si possa ricorrere dovunque, lo incontriamo soprattutto nella città, dove si concentrano le sue diverse manifestazioni: segnalazioni del traffico, scale mobili, casse automatiche, macchine che distribuiscono biglietti per il traLATERRA 13 < ! = .. ~ .. e z ,.

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