Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

8 VISTA DALLA LUNA <( ~ ~ ~ E- <( ...J Leonardo Boff: a partire dagli oppressi. E l'opzione preferenziale per i poveri (che trova posto anche nell'enciclica Sollecitudo Rei Socialis di Giovanni Paolo II) definisce anche i mezzi dell'annuncio: poveri, deboli, costituiti dalla condivisione, dall"'accompagnamento", dal farsi parte con gli oppressi, dal camminare con loro. Mal' opzione preferenziale per i poveri non da tutti è intesa allo stesso modo: essa comporta troppe e troppo significative svolte a livello di chiesa stessa. Comporta la necessità di una chiesa povera, slegata dall'abbraccio mortale dei potenti della terra (eh sì, Costantino e il suo spirito aleggiano ancora sul nostro mondo), capace di denunci e profetiche e di altrettanto radicali scelte di vita. Rileggere la chiesa e la società a partire dagli oppressi implica riconoscere soggetti vità reale a tutti, implica rinunciare ai privilegi, obbliga a recidere cordoni ombelicali storici e alleanze comode. E allora, come succede in America Latina durante la preparazione dell'incontro dei vescovi del continente a Port au Prince del prossimo anno, si tenta di leggere la evangelizzazione entro il quadro di un mondo che va scristianizzandosi e che va rievangelizzato. Un annuncio più aereo, spirituale, asettico, europeo: il cristianesimo e le culture. Il pericolo è visto più nella "modernità" (come dice Ratzinger) che nella oppressione. A chi ha sete di giustizia e di pace viene chiesto di pazientare ancora un po'. Così l'annuncio cristiano rischia di restare nel!' irrilevanza pratica non riuscendo (o non volendo) proporsi in tutta la sua carica destrutturante. Certamente è a livello di opzione pregiudiziale per i poveri, che il mondo missionario ed ecclesiale ha espre so inquesti anni le sue migliori potenzialità: èil caso diMonsignor Oscar Romero (convertito alla scuola dei poveri), dei sei gesuiti di San Salvador, dei missionari trucidati in Africa, di migliaia e migliaia di cristiani impegnati nel sociale e nella politica che, con le loro testimonianze, e a volte con il martirio, rendono concreta la buona novella nella storia. Missione e laicità Chiudendo questa rapida carrellata sui problemi e sulle prospettive del mondo missionario credo sia necessario sottolineare la novità costituita dalla recente pubblicazione di una rivista missionaria di nuova impostazione. Va ricordato qui che il mondo missionario, in Italia, ha fatto delle riviste il proprio luogo prioritario di riflessione e di confronto teorico/pratico sia a livello intraecclesiale che a livello sociale. Nel 1991 è uscita la rivista AlfaZeta che, programmaticamente, si definisce la prima rivista missionaria in Italia pensata e gestita da "laici". Emblematicamente non si rivolge ai soli credenti ma anzi privilegia come target coloro che intendono vivere in modo critico la propria collettività e umanità. In essa si riassumono i termini delle questioni sovresposte e nel contempo si tenta di rilanciare la riflessione e l'azione a partire dalla laicità. Se la missione compete a ogni battezzato occorre allora definire i modi, i tempi, le sfide peculiari di chi non fa parte delle truppe scelte, di chi non solca i mari ma pretende di vivere pienamente la propria dimensione missionaria o anche di chi è mosso all'impegno non da motivazioni religiose ma di altro tipo (sintomatico, ad esempio, il fatto che nel.la redazione di "AlfaZeta" convivano senza problemi posizioni religiose e politiche fra le più diverse che nella comune passione per l'uomo trovano l' alfabeto comune). La laicità viene così riletta nella chiave della debolezza (cfr San Paolo: 1 Corinti, 1,28: Dio ha scelto ciò che nel mondo è nulla per ridurre a nulla le cose che sono ..."), dell'esaltazione delle diversità, della pluralità dei linguaggi e delle storie che interagiscono entro una convivialità della differenza (Alfa e Zeta, l'inizio e la fine di due alfabeti diversi). Debolezza che, a partire dalla rilettura dell'Apocalisse, si configura come rifiuto di ogni potere che si pretende assoluto e che non si configura come servizio (il Nerone redivivo), come scelta di radicale condivisione solidale con gli oppressi, come annuncio che riguarda tutti e che a tutti chiede di dar corso a stili di vita politici, sociali, economici e culturali (sia a livello singolo che a livello strutturale/sociale capaci di dar senso anche qui e ora all'annuncio di pace, di liberazione integrale, di giustizia di Gesù di Nazaret. Gesù di Nazaret, "primo missionario", "Parola del padre" (Cfr Prologo di Giovanni) insuperato modello di ogni cristiano/ missionario. Tornare alla radicalità del vangelo rifiutandosi ai comodi compromessi. È questo oggi l'appello che sale dal mondo missionario. In fondo, come scriveva Dietrich Bonhoeffer, come possiamo noi cantare inni al nostro Dio quando fuori i nostri fratelli si ammazzano? In tutta la sua radicalità il dramma dell'evangelizzazione sta qui. Se evangelizzare significa portare una "buona notizia" significa anche che questa buona notizia deve impastarsi nella concretezza della storia. Certo, il regno di giustizia e di pace non può considerarsi esaurito e pienamente realizzato in nessuna concretizzazione storica ma neppure esso può ridursi a puro e alienato rimando ad un futuro che chiude gli occhi su un presente di disumanità. E se questo riguarda tutti i credenti il percorso si fa arduo. In termini teologici si potrebbe dire che è richiesta una profonda "conversione". Una evangelizzazione, dunque. E così, alla chiusura del nostro viaggio, scopriamo che le caravelle tornano: anche la chiesa deve essere evangelizzata. E la chiesa non può rievangelizzarsi che a partire dai poveri, mettendosi all'ascolto degli oppressi e dei negati. Perché dove la violenza, la sopraffazione, la disumanità, accadono, è là che deve accadere la "buona nove!la". Note Si è preferito non appesantire il testo con riferimenti bibliografici. Va in modo particolare messo in evidenza che il taglio particolaredell'articolo non ha permessouna analisi specifica dei diversi testi magisteriali sullamissione, l'ultimo dei quali: Redemptoris Missio è stato pubblicato pochi mesi fa da Giovanni Paolo II. I) Si veda, al proposito, l'illuminante testo di L. Boff, Nuova evangelizzazione a partire dagli oppressi. Assisi, LaCittadella, 1991.Il testo è particolarmente interessante perché dibatte i nodi centrali della "missione": vangeloe culture, mezzi e metodi della missione, soggetti, ecc. 2) A puro titolo esemplificativo si veda la campagna di boicottaggio bancario nei confronti di una decina di banche italiane (alcune controllate da capitale pubblico) che finanziavano il regime di Pretoria si veda: G. Calligaris, A. Tosolini, Boycott Sud Africa: Banche italiane e dintorni, EMI, Bologna 1987. I MISSIONARI

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