I MISSIONARI 3) Il missionario è sopratutto portatore di idee, e non é un caso che proprio sul rapporto tra evangelizzazione e azione sociale si concentri il dibattito e in alcuni casi lo scontro interno alle organizzazioni missionarie. Vi é un evidente pericolo insito in questo corpo di operatori di una verità rivelata, che rischia di farsi portatore sostanzialmente di se stesso, teso a diffondere la propria visione del mondo come elemento chiave di ogni possibilità di sviluppo ed emancipazione. È per questo, probabilmente, che parte del mondo missionario cerca di avviare un discorso di valorizzazione delle culture locali, ponendosi la domanda: il missionario ha solo da insegnare, o deve anche imparare qualcosa dalla gente? E davvero, i missionari evocano con i loro racconti fantasmi strani in chi è stato militante a sinistra: vivono e si comportano come !'"avanguardia politica" di marxista memoria, che intervenendo nel sociale considera prioritario non il miglioramento immediato delle condizioni di vita della gente - anzi: delle masse - ma l'innalzamento della loro coscienza politica e capacità di autoorganizzazione. Il marxista narrava la trasformazione della classe in sé in classe per sé. Il missionario diffonde la Buona Novella, il testo evangelico: e battezza. Sono solo suggestioni, certo. Ma davvero il non credente che apre una qualsiasi rivista missionaria si trova a dover fare i conti con due reazioni opposte: da una parte interesse e apprezzamento per l'estrema chiarezza e severità con cui spesso si imposta la questione nord sud; dall'altra la perplessità per la forza e l'insistenza con la quale si pone l'evangelizzazione - e la diffusione dell' istituzione Chiesa - come momento determinante dello sviluppo umano nel suo complesso. Naturalmente, le riviste e le organizzazioni a cui fanno riferimento coprono una gamma di posizioni molto diverse. E in molti casi, la problematica del rapporto con le culture e le religioni locali é stata affrontata in modo approfondito negli ultimi anni. 4) In realtà ancora prevalgono posizioni tradizionali. Si sostiene che lo sviluppo sia indissolubile dal cristianesimo, suo unico motore possibile. Da questo discenderebbe la priorità assoluta all'evangelizzazione, e quindi la figura tipica del missionario che contabilizza la propria presenza pluriennale in termini di conversioni: "Quanti battezzati hai fatto in questi anni?" Ma emergono posizioni nuove - ed é a queste che pensiamo di dare più spazio su questa rivista. È proprio dal1'esperienza di missione nelle periferie profonde del mondo contemporaneo, periferie sempre più urbane che rurali, che nasce la nuova consapevolezza del valore in sé di una certa attività di appoggio alle rivendicazioni dei più poveri. La teologia della liberazione incarna il Vangelo nell'azione sociale. L'esperienza missionaria porta alla neLATERRA 3 < ! g .. ~ .. e z s-
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