Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

SCIENZA/GOODWIN particolare sono generati da semi, gemme o uova. Anche il comportamento e la conoscenza implicano la generazione di forrrìe ordinate nello spazio e nel tempo, sia nel gioco che nei rituali del corteggiamento, nel riconoscimento del partner o nel linguaggio. Tutto questo può essere considerato il risultato di principi generativi e di regole di trasformazione operanti ali 'interno degli organismi, insieme alle contingenze del contesto, P,er produrre forme appropriate. Il problema è di identificare i tipi particolari di ordine dinamico che caratterizzano l'evoluzione delle specie, lo sviluppo degli organismi e il funzionamento dei cervelli, dando luogo alle forme e ai tipi particolari che costituiscono la loro espressione naturale. Questo .è il problema della forma in biologia. È quella parte della biologia che è rimasta refrattaria alla tradizione riduzionistica e analitica che Cartesio tanto fece per varare e che tanto ha rivelato sulle proprietà !UOlecolarie cellulari degli organismi e dei cervelli. Ciò che non ha rivelato è la loro organizzazione dinamica a un livello adeguato ai fenomeni della forma che sono una caratteristica così importante del regno biologico. In termini kuhniani questo potrebbe essere semplicemente un rompicapo, qualcosa che alla fine sarà risolto dalla progressiva accumulazione di nuovi dati; oppure potrebbe essere un problema la cui soluzione richiede un fondamentale cambiamento di prospettiva e di assunti, cioè un cambiamento di paradigma. VSrrei ora considerare brevemente queste due.alternative, le cui implicazioni sono state discusse più dettagliatamente e da vari punti di vista in due note raccolte di saggi6 • Potrà sembrare che io stia andando fuori tema, ma credo che sia necessario sgombrare il · terreno della biologia da certi ostacoli concettuali. Una volta fatto ciò, dovrebbero essere chiare le conseguenze di una comprensione dell'organizzazione dei processi biologici e il loro legame con l'azione creativa. II dialogo biologico In biologia il punto di vista dominante sugli organismi è che essi sono complessi sistemi auto-riproducentisi le cui proprietà specifiche si sono evolute grazie ali' azione della selezione naturale sulle variazioni spontanee che nascono dalle mutazioni genetiche e dal riassestamento cromosomico. In questa descrizione vi sono essenzialmente due ordini di forze che agiscono sugli organismi: forze interne provenienti dai geni, che causano variazioni nelle caratteristiche degli organismi (compresa la loro forma); e forze esterne, provenienti dall'ambiente, che determinano quali delle varianti sopravvivano e quindi sono più adatte.L'organismo stesso non è definito se non come un'entità auto-riproducentesi, eppure esso è il sensale che media tra le forze'interne, genetiche, e quelle esterne, ambientali, agendo in maniera da ottimizzare il suo patrimonio genetico. Generalmente si ritiene che questa mediazione sia ·diretta, cioè si dà per scontato che i fenotipi siano determinati, o causati, dai genotipi, sicché la selezione dei primi porta a una modificazione dei secondi. In questo modo l'organismo sarebbe davvero una vetrina trasparente in cui la merce genetica è esposta direttamente ali' acquirente naturalmente selettivo, la cui selezione degli articoli (cioè dei caratteri) appropriati crea effettivamente i singoli pacchi che noi chiamiamo i membri di una specie. In questa descrizione ci sono due antitesi fondamentali: quella tra genotipo e fenotipo e quella tra organismo e ambiente. Tornerò su quest'ultima nel prossimo paragrafo. Per quanto riguarda la 74 prima, si ritiene che il genotipo contenga le cause essenziali del fenotipo. Que·sto è espresso correntemerte con la metafora del programma, applicata all'insieme delle istruzioni genetiche che dirige la costruzione dell'organismo durante lo sviluppo dell' embrione specificando quali molecole sono prodotte quando, dove e in quali quantità. L'organismo è quindi ritenuto riducibile alle molecole che lo compongono. E certamente l'organismo, in termini bio-chimici, non è composto che di molecole. Il grande risultato della biologia molecolare è che essa ha chiarito i meccanismi per mezzo dei quali queste molecole sono prodotte e la loro quantità è controllata. li limite di questa descrizione è che la forma non è in generale spiegabile semplicemente in termini di composizione; né è spiegabile in termini di composizione più una storia delle condizioni particolari ottenute durante la generazione della forma da parte dei suoi costituenti. L'acqua e il ghiaccio hanno la stessa composizione ma forme molto diverse, che non sono spiegabili con l'affermazione che una forma appare al di sopra di zero gradi centigradi e l'altra al di sotto. La spiegazione della forma richiede sempre una teoria del!' organizzazione, di come i costituenti sono ordinati dinamicamente nello spazio e nel tempo. Questo fatto è riconosciuto almeno dal tempo di Pitagora, ma viene ·spesso dimenticato. A causa della mancanza di una tale teoria dell'organismo, sia lo sviluppo embrionale che le origini evolutive dei più importanti gruppi tassonomici rimangono problemi irrisolti. Non importa quanto noi apprendiamo sui geni e sulle molecole; l'ontogenesi e la filogenesi non saranno comprese finché non avremo un'esatta descrizione del tipo di organizzazione dinamicà che caratterizza lo stato vivente-esattamente come non si è potuto capire il comportamento dei liquidi in senso generativo finché non si è avuta una teoria dell'ordine dinamico spazio-temporale che caratterizza lo stato liquido della materia. · Uno sviluppo della genetica molecolare che sottolinea in maniera abbastanza evidente questo punto è la scoperta che non esiste correlazione tra il contenuto di DNA delle specie e la loro complessità morfologica e no. Specie di anfibi virtualmente identiche sul piano morfologico differiscono tuttavia moltissimo per il contenuto di DNA dei loro cromosomi, mentre, come già detto, gli uomini e gli scimpanzé, pur con significative differenze morfologiche e comportamentali, sono molto simili per quanto riguarda il loro contenuto di DNA. Non è quindi il contenuto o la composizione che conta, ma l'organizzazione, come è stato più e più volte ripetuto nella storia della biologia7 • Ma le carriere non si costruiscono affrontando i problemi difficili. E le difficoltà dipendono molto probabilmente da noi stessi: stiamo affrontando il problema dal punto di vista sbagliato, identificando le cause sbagliate. Le connessioni causali tra genotipo e fenotipo non sono semplicemente rapporti atomici, humeani, di causa-effetto, mediati dalle molecole. Questa antitesi, come quella mente/corpo, genera confusione e mistificazione, e ha un'origine simile8 • Organismo e ambiente Vorrei tornare orà alla seconda antitesi - quella tra organismo · e ambiente - su cui si basa la teoria dell'adattamento in base alla selezione naturale. Il presupposto è che l'ambiente pre-esiste sotto forma di nicchie che pongono dei problemi che la selezione naturale deve risolvere producendo organismi con le caratteristiche adatte per la sopravvivenza e la riproduzione in queste nicchie.

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