STORIE/TAMARO Maria sapeva che l'amica balbettava quando diventava molto nervosa. "Non preoccuparti," disse, "adesso lo portiamo in ospedale così sembra tutto normale." Avvolsero il professore in una vecchia coperta militare trovata in un armadio e in quel modo lo portarono giù per le scale. Il portiere era in ferie e non le vide · nessuno anche quando lo caricarono piegato in due sul sedile posteriore. Come al solito Maria mollò di colpo la frizione e la macchina fece un balzo in avanti. Era il quindici di agosto e le strade erano quasi completamente sgombre. "Da che parte andiamo?" chiese Rossella. "Non so di preciso", disse Maria, "ma vedrai che non sarà difficile trovarlo." Cominciarono a girare per le strade del centro. Ogni volta ad ogni bivio fermavano l'auto e leggevano le indicazioni dei cartelli. "Qui non c'è niente" disse dopo un po' Maria e voltò in una strada che non avevano ancora percorso. Ogni tanto Rossella solleyava la coperta dal volto del professore per controllare le sue condizioni di salute. "Respira ancora?" chiedeva allora Maria. "Sì, mi pare di sì" rispondeva Rossella. A Saggi Blu PieroCamporesi LEBELLE CONTRADE Nascitadelpaesaggioitaliano L'occhiosagacee attento di tecnici,artigiani,ingegneri, "prattici"e "faticanti" decifranel paese le traccedel paesaggio. I76pagine,28.000lire HaroldBloom ROVINARE LESACREVERITA' PoesiaefededallaBibbia ~ggi Omeroe Virgilio,Dantee Shakespeare,Miltone i romantici,Blake, Kafkae Beckett una folgoranteriflessionesull'ideadi letteratura. 182pagine.32.000lire Garzanti 68 1 parte questa laconica conversazione nell'auto c'era un gran silenzio. Entrambe infatti sapevano che se il professore fosse spirato in macchina, il Qualsiasicosa Amilda, per vendicarsi, avrebbe cercato di entrare nei loro corpi, le avrebbe devastate. Mentre stavano attraversando una piazza· grande e deserta della periferia il professore cominciò a respirare rumorosamente. "C .. chiediamolo a qualcuno" propose Rossella. Maria accostò a un chiosco di giornali aperto. Rossella si sporse dal finestrino. "Dov'è l'ospedale?" chiese all'edicolante. "Quale ospedale?" domandò la donna sospettosa sbirciando dentro l'auto. "Uno" gridò Maria dal suo posto, "uno qualsiasi!" La donna si grattò il mento. "Andate dritte avanti per di qua" disse continuando a grattarsi, "poi al terzo, al terzo o al quarto semaforo girate a sinistra, a sinistra andate dritte fino al mercato comunale e lì, chiedete ancora che non è lontano ..." L'utilitaria si inserì di nuovo al centro della carreggiata. Ormai era ora di pranzo e per le strade non c'era più nessuno. Al terzo semaforo, come aveva detto la donna girarono a sinistra. Le casé cominciavano a diradarsi, tra l'una e l'altra c'erano dei piccoli prati brulli. Quando arrivarono al bivio successivo nessuna delle due si ricordava: la direzione da seguire. "Mi pare destrn" diceva Maria e Rossella diceva "no, è come la prima, sinistra." Alla fine si risolsero per la sinistra. Era una strada lunga e dritta contornata da piccoli prefabbricati e depositi di macchine vecchie. "Non c'è nessun mercato" osservò dopo un po' Rossella. Maria fece una brusca inversione a U. "Avevo ragione io," disse "era la destra." Ma anche percorrendo la destra non trovarono il mercato. Decisero di tornare allora sulla strada principale ma tra un senso unico e l'altro alla fine si persero. Al professore intanto era venuto un respiro affannoso e forte come se avesse fatto dieci piani di scale di corsa. "Dobbiamo fare presto," disse Maria e passando sotto un cavalcavia si trovò ad un tratto su una strada grandissima a quattro corsie. Ogni tanto passava qualche camion, qualche auto stracarica di famiglie_che andavano in vacanza. "Q. qui non c'è l'ospedale" bisbigliò Rossella. "Ho un'idea lo stesso" disse Maria e dicendolo mise la freccia. "Dove andiamo?" chiese Rossella ma prima che Maria rispondesse si era già fennata sul bordo della strada accanto a un divano sfondato. Non molto lontano s'intravedeva la figura di una ragazza in minigonna intenta a leggere una rivista in una piccola zona d'ombra. "Qui c'è tanta gente" disse Maria scendendo dall'auto e afferrando la coperta con il professore, "Aiutami ... lo mettiamo lì vedrai che quasi subito qualcuno si ferma e lo porta all'ospedale." Per un istante, nel compiere l'operazione, gli occhi di Rossella si incrociarono con quelli semichiusì del professore. "Andiamo", disse appena lo sistemarono sul divano, e montò in macchina chiudendo con violenza la portiera. Mentre si allontanavano Maria controllò nello specchietto retrovisore se la ragazza che léggeva si fosse accorta di qualcosa. No, stava immobile nella stessa posizione di prima; con la rivista aperta sulle gambe. "Se non lo portano in ospedale Qualsiasicosa Arnilda salterà dentro di lei" osservò Rossella • Maria sollevò le spalle e borbottò "Chissene ..." "Già chissene .." ripeté con un sospiro Rossella mentre il divano con l'uomo sopra nello specchietto retrovisore diventava un puntino piccolissimo perso in fondo ad una strada invasa dal sole. CoJJyright Susanna Tanrnro 1992.
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