STORIE/SERENI invece, come tutti, la scritta Applausi, perentoria. E ubbidisce, come tutti, entusiasticamente: applaude il programma, la conduttrice, forse anche quella Lia diversa e nuova al centro dell'attenzione. Poi il ritmo serrato della trasmissione la trascina come un , fiume. Comincia a raccontare del camionista ma si accorge da sé che quel che ha da dire non basta, una sparizione alla vigilia delle nozze si racconta in poche parole e anche il dopo, la vita con Celeste, è una storia talmente piccola che occuperà poco spazio: e gli occhi arrossati della conduttrice sono imploranti, che non si scarichi su di lei l'errore degli appunti perduti ... Lia comincia a ricamare, prima pochi particolari incerti e poi, via via, quasi una storia: all'immagine di lui, sbiadita anche allora, sovrappone doti fisiche e morali incontrate nei romanzi, e poi un'intera vicenda di insidie e pericoli, aggrovigliata a tal punto che lei stessa non sa più come uscirne. E gli occhi della conduttrice non sono contenti, c'è dentro come una richiesta di andare al sodo, alle emozioni forti di cui la sua presenza in scena deve essere garanzia. C'è una pausà di silenzio, troppo lunga e vuota: una vertigine che succhia via ogni risorsa, e l'imbarazzo le arrossa le guance ali' improvviso. Dalla sala arriva un colpo di tosse: per disattenzione. - Un uomo come tutte lo abbiamo sognato ... Non è vero, ragazze? - interviene la conduttrice, e il pubblico applaude per consenso. - Ma i sogni, - continua - all'alba muoiono ... Il sorriso che aveva sulle labbra si è trasformato in una smorfia accentuata di dolore, guarda interrogativa verso Lia e poi le stringe la mano: forse un gesto di affetto e sostegno ma Lia ne trae .una scossa forte a non uscire dall'evento, a non lasciarsi andare al grigiore della sua vita, più grigio ancora e irrilevante sotto la luce dei rifletto1i. - E infatti lui, - suggerisce la conduttrice, - lui ... Lia tormenta un aneliino che ha al dito, la telecamera lo inquadra per non registrare la perplessità. Come dire, ora, che lui semplicemente scomparve e lei non lo· rimpianse? Mai più saputo niente ma Celeste non ebbe neanche bisogno di consolarla, la loro vita insieme ben più tranquilla di quella che avrebbe avuto con lui ... Ma il cammino, ormai, è tracciato. Lia respira a. fondo, si bagna le labbra come Celeste le ha insegnato per i momenti di difficoltà: - Lui morì,- dice esitando, e sembra per un dolore troppo cocente da raccontare. E aggiunge la corsa con il camion nella notte per quel bambino da salvare, lo schianto nella scarpata, le fiamme: le esitazioni della fantasia si traducono automaticamente in pudore, melanconia, rimpianto. Lia è tutta dentro la storia, avvinta dall'emozione che lei stessa sta creando. Guarda nella telecamera come le hanno ordinato, e il pericolo superato le dà una sicurezza impudente: ora racconta spedita, co;1parole che mai avrebbe immaginato di trovare. - E il bambino? - chiede la conduttrice, rasserenata e incalzante. - li bambino si salvò! - annuncia senza esitazioni Lia, alla quale i finali troppo tristi non sono mai piaciuti. Il pubblico applaude di sollievo, Lia si sente calda d'amore e di attenzione. 62 -È un uomo ormai! ... dice Lia,- sono passati gli anni e... · - Diciamolo, Lia, i nostri telespettatori certamente vogliono saperlo: come si chiamava quel bambino? - Silvano, - risponde pronta, - Si chiamava Silvano ... È venuto a trovarmi anche pochi giorni fa, è come un figlio per me, una ragione di vita ... - L'unica ragione di vita, - precisa la conduttrice, dedicandole il suo sorriso più compassionevole. La foto del camionista, ingiallita dagli anni, campeggia sullo sfondo, e nelle luci sembra più attraente oppure è stata ritoccata: d'improvviso Lia si trova a piangere su una perdita che non potrà più colmare, e le sue lacrime brillano nell'occhio delle telecamere in primo piano. Occhi commossi, fazzoletti, sorrisi compassionevoli scorrono sul monitor che Lia può vedere: e c'è lo sguardo asciutto di Celeste, duro, a esigere verità. Le lacrime fanno groppo in gola, Lia non riesce a parlare ma forse potrebbe urlare, buttare fuori senza controllo emozioni e verità. La conduttrice, che è una professionista davvero, coglie il pericolo e con un sorriso pieno di dolore chiede il permesso di abbracciarla, p~r quella sua storia così intima che ha voluto regalare agi ascoltatori. Immersa nei suoi capelli, nel suo odore, Lia resta rigida, con un residuo di volontà; ma gli occhi le corrono all'orologio luminoso, tre secondi due uno sigla... - Ma l'amor mio .non muore! - proclama la conduttrice, vittoriosa anche oggi di una trasmissione in diretta, il rischio di gente qualsiasi non si sa mai quanto affidabile. · U sipario viene calato, tutto il palcoscenico si rianima di presenze e attività: la conduttrice già pronta a cambiarsi d'abito per il programma successivo, le ballerine, l'attore americano che sarà l'ospite d'onore. Lia immobile, gelata, non riesce a immaginare cosa fare di sé. Qualcuno la spinge via, ringraziandola con freddo calore, verso il corridoio buio dei camerini. L'attore americano, atletico e imponente, è all'improvviso accanto a lei; l'abbraccia farfugliando ringraziamenti in cattivo italiano: a Lia non piace il suo alito, non le piacciono quelle braccia estranee e violente. Ma c'è la Trani, ora ammorbidita e distesa, che li guarda come a benedirli e dice: · - Mi piace ché i miei amici siano amici fra di loro, che si vogliano bene ... Poi lui andò in scena, e Lia fu libera. Nessuno badava più a lei, adesso, nessuno le faceva fretta: la stanchezza che le era calata addosso, del resto, avrebbe bloccato ogni accelerazione. Affidò abito e collier a chi le riconsegnava la sua collanina, la agganciò al collo prima ancora di lavarsi via il trucco dalla faccia. li golfino viola, la gonna: ma gli indumenti si erano come immiseriti, nell'abbandono, e non riu~civa più a sentirsici a proprio agio. I corridoi, l'uscita: curiosi, guardaspalle, e Celeste. Sottobraccio e distanti, per le borsette appese dal lato interno come abitudinaria difesa dagli scippi, senza dirsi niente si avviarono all'autobus. La pensilina affollata, la gente addosso, le spinte: il viaggio di ritorno fu lungo. Pieno di offese, e di disagi.
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