IL CONTESTO Lo scorpione la .raganella · Politica e impegno di base Gianfranco Bettin Quanto puzza l'Italia rigidamente determinata e, invece, direttamente "contrattata" con i Qualche anno fa Cesare Garboli ha tradotto per 'l'Amleto di Carlo vari soggetti interessati. È così che si è finito, in piena era del Muli no Cecchi il celebre "C'è del marcio in Danimarca" con un più drastico Bianco, di distruggere le nostre città, spingendo il cemento e e disgustato "La Daniinarca puzza". l'asfalto "fino alla fine del mondo" e, en passant, legittimando gli Quanto puzza l'Italia oggi? Letteralmente o per metafora non abusi ovunque seminati nel decennio e ventennio precedenti. Su c'è dubbio che il tasso di avvelenamento e inquinamento ha questi e altri simili problemi si è soprattutto esercitata da ultimo la raggiunto ormai livelli inauditi inquesto paese. Restando, qui, nella propensione alla politica dell'italiano medio. Su questo versante metafora politica, forse mai come in questi anni si è avuta più forte essa resta assai vitale e partecipata. La base del potere, infatti, la la sensazione che dai palazzi del potere spiri un 'aria mefitica. Nella base del privilegio e dell'interesse si è estesa, e così le complicità e sua metodica follia e nei ricorrenti, incontrollati colpi di testa i conflitti. Come muoversi in questo bell'ambientino? E, prima, è Cossiga rivela a ogni giorno che passa la vera sostanza del potere proprio necessario tenerne conto o addirittura mettervi piede? che incarna. Arroganza e coda di paglia, veri e propri delitti e • scheletri in mille armadi. La popolarità di cui pare goda il Presidente Il problema maledetto non può che essere effetto di un duplice atteggiamento dell'opini o- Chiunque abbia provato adifendere un pezzo di verde dall'assalto ne pubblica e della cosiddetta società civile. Da una parte l'espres- del cemento; chiunque abbia svolto un'opera di volontariato in sione aberrante di una contestazione diffusa dei privilegi e delle qualche campò della vita sociale; chiunque insomma si sia trovato antiche menzogne riversate da una classe politica inamovibile sul ad agire volontariamente e a livello di base, in modo spontaneo o popolo bue, che finalmente sente qualche altolocato cantargliela strutturato, anche ben lungi dall'attribuire consapevolmente una chiara a quelli della sua stessa risma; dall'altra parte, e complemen- valenza politica al proprio impegno, si è trovato prima o poi a porsi tare a ciò, l'istintiva complicità con chi, incistato da sempre nel il problema maledetto del confronto col potere politico, o con la potere, tuttavia dà mostra di voler fare appello direttamente alla dimensione politica in senso specifico. "gente", la stracitata "gente comune" (quella che spesso diviene, Problema maledetto perché sempre mettersi in relazione con la come dice Altan, "gentaglia comune"), che così si sente un po' sfera politica e con gli attori politici dei problemi sociali o ambienprotagonista. Accadeva in parte anche con Pertini. Solo che in quel tali significa forzare un po' la natura dell'impegno volontario e di caso - a parte la storia personale ben altrimenti ricca e insospetta- base. Ciò che sembrava semplice si rivela complicato o impossibile bile - il richiamo al popolo era, nel suo manicheismo e nel suo a risolversi. Ciò che nitidamente si poneva come questione urgente populismo, di contrappeso al potere dei palazzi e comunque giocato risulta perfettamente rinviabile ("calendariabile in tempi medi": ci in una dialettica "esterno (società civile)- interno (potere politi- si sente rispondere nel bel linguaggio dei politici). Insomma, si co)" che tendeva a dar spazio soprattutto alla prima. Nel caso di tratta di entrare in un tempio dai riti assai particolari. Tutto sembra, Cossiga l'appello al popolo è tutto in funzione di uno scontro a un tempo, possibile e impossibile, ogni èontorno sfuma, aspetti interno al potere e alla sua ristrutturazione. Tale scontro avvelena lessicali divengono cruciali, altri aspetti, sostanziali, sembrano non solo la lotta politica che si svolge dalle parti dei palazzi, ma svaniré. E, fatale, spesso compare la prospettiva dello "scambio". l'insieme della vicenda politica italiana. Mai come in questi nostri Non si tratta semplicemente di sentirsi chiedere "il voto". La cosa anni si è avuta più netta e aspra la sensazione che la politica è è più sofisticata e va dal!~ fotografia insieme all'assessore di turno un'attività indecente e disgustosa. o dall'interrogazione sul problema in oggetto fatta dal consigliere o deputato deil;opposizione a tuo nome all'erogazione "contrattata" di fondi con relativo invischiamento nell'iter di pratiche e coinvolgimenti burocratico-istituzionali-politici. È un percorso che spesso non lesina umiliazioni o tentativi di adescamento, non di rado vincenti. È anche, in grandissima misura, un percorso inevitabile. Chiunque si ponga sul serio in una prospettiva di intervento concreto sull_a realtà non lo può evitare, non può sottrarsi al confronto con tale sfera. Può, forse, tentare di restare sopra le parti. Questo è soprattutto l'atteggiamento dei gruppi e delie associazioni del volontariato in campo sociale, ad esempio. Scelta assai rispettabile, anche se a volte va a scapito di una chiarezza di posizioni non solo sul piano degli schieramenti politici (cosa in sé non molto importante) ma dei contenuti stéssi. Non sono molti i grandi organismi di volontariato che, per esempio, come il Gruppo Abele sono stati capaci di schierarsi con nettezza sui temi come là legislazione suHa droga, la prevenzi'one del!' Aids o, da ultimo, il capzioso, arrogante rinvio della legge sull'obiezione di coscienza da parte di Cossiga. Infatti, il Gruppo Abele ha per questa sua fermezza di posizioni scontato vere e proprie rappresaglie. Politicanti razza diffusa Il nostro è un paese che ama la politica, contrariamente a quanto spesso si dice. Gli italiani sono un paese di politicanti, anche se prevalentemente di politicanti da cortile, da borgo, campanile. In altri tempi questa propensione politica ha nutrito una vasta rete di base, che ha alimentato soprattutto la sinistra e, in senso lato l'opposizione e pe_rfino,in qualche fase, i nuovi movimenti. Oggi questa attitudine, se non è diventata una specie di maniera, e di caricatura, si esplica in buona parte nell'affarismo, nella pratica dello "scambio" (che non si riduce al voto di scambio ma rinvia ad un complesso di complicità, di favori, di contiguità). Ciò vale in particolare per taluni settori del!' amministrazione locale (ma quella centrale non è da meno, a Roma e nel le sue diramazioni periferiche). Gli anni che abbiamo alle spalle, i cialtroni e luccicosi Ottanta, ci hanno propinato l'ubbìa di una moda ambientalista tracimante da ogni spot pubblicitario, da ogni merendina o canzonetta (da Al Bano e Romina a Sting), che tra i suoi effetti secondari ha perfino sospi_ntoi Verdi nel cuore delle istituzioni (insieme ad altri, più s0)1d~ ~ a volte drammatici fattori). Ma sono stati anche gli anni in cm s1e affermata, per esempio, protetta dalla patina della moda e~olog1sta,la cosiddetta "urbanistica contrattata", cioè la pianificaz10nedella città e del teJTitorioal di fuori cli una generale visione 4 Sul piano dell'impegno ambientalista, com'è noto, da tempo gruppi e associazioni che formano il cosiddetto •·•arcipelagoverde" sono passati a una diretta rappresentanza politica, pur senza rinunciare, almeno a parole, a iniziative ostinatamente "trasversali" su
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==