Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

L'EROE FILIPPINO . Lino Brocka a cura di Marco Muller traduzione di Giusi Valent Lino Brocka è morto la notte tra il 21 e il 22 maggio 1991 in un incidente d'auto, sulle prime apparso sospetto. Troppe morti "accidentali" hanno tolto di mezza gli oppositori più intransigenti nei regimi del Terzo Mondo. In questo caso, però, pare si sia trattato proprio di un banale, tragico inèidente stradale: per evitare un "pedicab'', un triciclo-taxi, Brocka si è schiantato contro un pal9 del telegrafo nei pressi di Manila. Aveva 51 anni, era nato nel 1940 a San ]osé, in una famiglia di piccola borghesia di provincia. La sua esistenza è stata segnata da un fortissimo senso della testimonianza, religiosa dapprima (sino afarsi, in gioventù, missionario mormone in un lebbrosario), politica poi. Ciò gli è valso censure, carcere, angherie varie sotto il regime·di Marcos e il duro ostracismo del governo di Cory Aquino che pure, .agli inizi, aveva sostenuto nella lotta· alla dittatura, ma non gli aveva impedito di diventare l'artista più importante e più popolare (in ogni senso) delle Filippine. Presente su tutto ilfronte deiìnedia, teatro e cinema, tv-rnovies e serials, un po' Fassbinder (nella smania creativa), un po' Pasolini (nella sua religiosità laica), ha svolto una funzione culturale che· · trascende gli alti e i bassi dei suoi esiti artistici. Era un vero autore, che aveva intuito un rapporto "cosciente ma non prigioniero" con la propria tradizione popolare (colonizzata, fatta di film di genere e di televisione americana, mal' unica reale e operante) entro cui ha introdotto forti elementi di innovazione e di rottura. Dei disvalori e contraddizioni di una cultura bass~ è riuscito a fare la base di una "cultura in movimento". Un'esperienza di cinema diventata un'esperienza del n~ . Con i suoi noirs e rnélo Brocka ha spostato lo sguardo sulle bidonvilles, su una condizione di perdita e di degradazione che è dei più. Senza giudizi, ma con una verità e una violenza concretissime che dissolvono ogni schema politico e sanno raggiungere il pubblico. Se ne reseconto anche lo spettatore italiano quando qualche annofa, passarono su Rai 3 alcuni dei suoi film più belli: Mani-lanegli artigli della luce, lnsiang, Jaguar, Angela Markado, Bona. Lui non faceva "film da festival" come tanticineastidelTerzaMondo, nuova "speciediprostitute" con cui eia feroce, ma film popolari di grande forza intellettuale e politica. Proprio perché così radicati e autentici, potevano piacere tanto alla sua ge..fte come essere utili-allacritica europea (almeno a una parte, quella non fatta di anime morte). Perché, infine, Brocka poneva due pr;oblerniche interessano tutti. Da un lato, quello di un'identità culturale nazionale, risolto in maniera autentica nella sua compromissione, quasi ali' opposto della ricerca dei Cissé e dei cinesi. Dall'altro, quello di una democrazia giusta che, in tanti paesi asiatici e africani, appare una "soluzione straniera che gli stranieri non sostengono" veramente. su· questi terni e rapporti, sulle loroforme possibili, Brocka riflette nello scritto che segue, uno dei suoi ultimi. Di Brocka abbiamo già pubblicato nel n. 37 (aprile 1989) Figlio del terzo Mondo. (Gianni Volpi) Il filippino è un'anima che soffre .. È stato fatto nero di botte dai colonizzatori, ingannato dai leader politici, truffato dagli amici. Conosce a fondo il significato di colpo di stato, svalutazione monetaria, terremoto, razionamento del carburante, oscuramento, militarizzazione, dubbi amletici e povertà. Ha mille e un problema sulle sue spalle. Tuttavia il filippino è disposto ad abbandonare quasi tutto per un pomeriggio al cinema. Prima della nuova ondata dei redivivi movimenti cristiani nel mio paese c'erano più cinefili che fedeli. Adesso il numero è all'incirca lo stesso. I filippini guardano i film per divertirsi, per intrattenere gli ospiti della provincia, per 48 passare il tempo, per incontrarsi con il fidanzato, per dormire, per imparare la verità, o per dimenticarla. Novanta per cento di quello che vede sullo schermo l'ha già visto, con piccole varianti, tante e tante altre volte. Gli eroi e le eroine in realtà non cambiano, si limitano a indossare vestiti e costumi . diversi. È una specie di rito. Il filippino medio che va al cinema deve continuare ad andarci per avere costantemente davanti agli occhi ciò che egli potrebbe o dovre.bbe essere. Nella palude dello squallore e della sofferenza, il filippino è vittima dieci volte. All'interno del cinema può di nuovo sentirsi integro. Per illustrare questo concetto descriverò il,filippino medio. In un paese del terzo mondo come il nostro la maggior parte degli uomini è macho. Vedere che non sono capaci comi'!vorrebbero credere, ferisce la loro sensibilità. Il marito non è nemmeno in grado di nutrire la propria famiglia tre volte al giorno. Viene villaneggiato dal capo in fabbrica e non può farci niente. A volte è costretta a lavorare persino la moglie. In cambio, il marito, quando entra in un cinematografo, vuole vedere un film in cui è lui quello che comanda. Vuole vedere un eroe d'azione che può anche essere picchiato come capita a lui ma che alla lunga reagisce e fa fuori tutti. Può darsi che durante l'operazione rimanga anche lui ucciso, specie se si tratta di on gangster, ma non prima di aver fatto giustizia. L'eroe d'azione filippino è invincibile. Eroi d'azione femminili non sono pensabili. È un concetto che la mentalità feudale del pubblico non sa accettare. Abbiamo avuto personaggi femminili che maneggiavano fucili e sapevano reagire, ma non hanno mai fatto dei buoni incassi. Noi non vogliamo eroi d'azione in gonnella. L'eroina ha le sue battaglie nei melodramma, dove allora preferiamo le eroine. Di solito lei proviene dalla classe sociale più bassa: oppressa, maltrattata, picchiata. Può persino essere imprigionata in un fienile, tenuta in catene. I cattivi nella sua vita sono una matrigna, oppure una suocera, una ricca signora o una rivale in amore. L'eroina passa attraverso tutte le sofferenze del libro: in un. solo film può essere messa incinta da un fidanzato irresp'onsabile, abbandonata dai propri parenti, stuprata da una banda di violentatori da strada, investita da una macchina e diventare quindi cieca, essere salvata da un vecchio ricco e gentile che la sposa e essere maltrattata dalla di lui figlia, corteggiata dal di lei fidanzato e così via. È una interminabile lista di sofferenze che in un certo

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