Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

Ma qual è la generazione di scrittori coreani che gode della maggiore attenzione nel suo paese? Sembra quella dei quarantenni, a cui appartiene anche lei. · Non soltanto. Sono molti, tra i cinquantenni, gli scrittori coreani particolarmente amati dal pubblico. Tanto per fare dei nofru, citerei Yi Ch'ongjun, Cho Chongnae, Yi Hoch'ol, Kim Wonil e Cho Sehwa. Nella lista includerei anche Hwang Sunwon e Kim Tongni, che sono addirittura sulla settantina, ossia di una generazione precedente a quelli prima menzionati. Tra i giovani, i ventenni per intenderci, non ci sono invece, almeno attualmente, figure particolarmente conosciute. E il suo preferito tra i viventi? Non c'è uno in particolare che apprezzi più di altri. Però sono, molti quelli le cui opere mi piacciono: Hwang Sunwon, Yi Ch' ongjun, Hwang Sogyong, OChonghui, KimWonil, YiMun' gu e altri ancora. Ognuno di essi, tuttavia, è da me apprezzato per ragioni diverse. Ma la vostra letteratura è letta anche altrove in Oriente? Per esempio, in Giappone. Sfortunatamente la letteratura coreana non sembra essere molto apprezzata in Oriente; probabilmente anche per la maniera in cui viene presentata. In Giappone le opere coreane hanno un certo mercato e le cose vanno relativamente meglio, ma la scelta delle opere .da pubblicare è lasciata al.l'arbitrio assoluto degli editori e, nel mio caso, io non sono stato finora un autore particolarmente letto. Un mio libro è stato pubblicato in Giappone da poco, ma è ancora presto per dire se avrà successo o no. E una letteratura come quella occidentale, quanto riesce a farsi apprezzare dai suoi concittadini? Finora c'è stata effettivamente la tendenza a preferire opere occidentali, anche se i lavori orientali hanno comunque conservato un certo mercato. In questo periodo, però, direi che l'interesse per la letteratura orientale è aumentato anche se, naturalmente, le opere occidentali, soprattutto quelle tradotte, continuano a essere lette. Il problema è che spesso i lettori coreani non riescono a distinguere tra opere serie e meno serie, valide e mediocri, moderne e antiquate. Torniamo al suo lavoro. Quali sono quelli che lei considera i suoi titoli migliori? Potrei rispondere, come ogni scrittore, che la mia migliore opera è quella che deve ancora essere realizzata. Tra i romanzi prop1iamente detti che ho già scritto, Salute all'imperatore! e li figlio dell'uomo, per esempio, mi danno la personale sensazione di non essere riuscito a completarli. li poeta, comunque, è un'opera che credo valga la pena di leggere. li mio amore non può tornare al luogo natale, poi, penso che sia riuscito molto bene a mostrare le mie caratteristiche di scrittore e di uomo. Lei è anche attivamente coinvolto nel cinema che viene realizzato nel suo paese e molte sue storie sono diventate film di successo. È vero. Però, quando un mio lavoro viene portato sul set, io me INCONTRI/YI MUNYOL ne disinteresso completamente, delegando tutto al direttore di produzione e al regista. Penso infatti che, una volta portato sugli schermi, quello non sia più un lavoro "mio". La regìa, le luci, i costumi, gli attori, la musica, fanno sì che in una detemlinata opera di "mio" rimanga, sì e no, il venticinque per cento, a prescindere dal fatto che il lavoro abbia successo o no. Parlando francamente, finora sono state ben dieci le mie opere portate sugli schermi, ma nessuna di esse mi ha soddisfatto come resa. E veniamo alla situazione politica del suo paese in questi ultimi anni. Prima di tutto, in che modo ha influenzato il suo lavoro e quello di qltri scrittori? li problema della censura, per esempio. I meccanismi perversi della società e della politica coreane in passato hanno avuto un peso terribile sull'attività degli scrittori. Negli anni Ottanta, soprattutto, il potere militare allontanò molti scrittori da ogni partecipazione alla vita pubblica. C'era una censura severissima, al punto che, per non incorrervi, molti scrittori preferivano direttamente autocensurarsi. Adesso la censura ufficiale è scomparsa, ma una certa autocensura da parte degli scrittori continua a esistere. Le ragioni di un tale atteggiamento sono però cambiate: gli scrittori adesso non temono più tanto il governo, la polizia o altri speciali organi di potere quanto, piuttosto, quella violenza intellettuale, diffusa e indiscreta, esercitata da quella massa che indossa la maschera dell'opinione pubblica. A questo proposito, nella seconda metà degli anni Ottanta lei è stato in polemica con i giovani progressisti. Non ho tanto polemizzato con i giovani quanto, piuttosto, con le loro idee del momento. Non avevo nessun interesse per i concetti di verità, diritto e coscienza che allora andavano di moda tra loro, né potevo adattarmi alla loro assurda inflazione di idee o a quella loro pseudocoscienza ubriacata dà tutti quei concetti che ho appena elencato. Alcune frange estremistiche del movimento studentesco mi hanno perciò accusato di essere reazionario. Adesso, però, la situazione si è chiarita ed è migliorata. Quanti prima erano i più radicali nel loro criticismo ideologico ade,so hanno dovuto prendere atto del crollo dei sistemi politici esistenti nell'Unione Sovietica e nell'Europa dell'Est, restandone essi stessi fortemente imbarazzati. Io sono tornato a essere lo scrittore più letto tra gli studenti universitari e ciò suona un po' come una mia "riabilitazione", forse anche perché l'università è il luogo più di ogni altro reattivo e suscettibile alle propensioni progressiste. Lei ha nominato la situazione europea, dove la "cortina di ferro" appartiene già al passato. E in Corea? Che cosa prevede di vedere, lei, nel prossimo futuro? Anche in Corea ci si sta sforzando per raggiungere la riunificazione. La situazione attuale, però, non consente di essere eccessivamente ottimisti e perciò non è possibile prevedere quando essa avverrà. A dispetto di ciò, credo che tutte le difficoltà potranno essere superate e il popolo coreano potrà tornare a essere unito. Chissà, forse nel corso della mia vita riuscirò a vedere quel giorno. Non so comunque quanto potrà venire a costare la riunificazione: bisognerà perciò che tutti si adoperino perché il prezzo da pagare sia il più basso possibile. Copyright Giunti, Firenze, 1992. 47

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