NEL RIFIUTO DI OGNI IDEOLOGIA Incontro con Yi Munyol a curadi RobertaMazzanti traduzione di Maurizio Riatto Lei è nato nel 1948. Tre anni più tardi, durante la guerra, suo padre scelse la Corea comuni, sta e lei non lo ha più visto da allora. Ciò non può non aver avuto una grande influenza sul- ['ambiente familiare _in cui lei è cresciuto e su un po' tutta la sua vita. È vero, mio padre ci lasciò dopo essersi convertito al comunismo, ma i problemi per no~ non finirono certo con la sua scomparsa. In seguito alla sua scelta di passare al Nord, infatti, io e la mia famiglia dovemmo affrontare difficoltà di ogni tipo, soprattutto per motivi politici. Potrei davvero dire che in questi ultimi quarant'anni mio padre sia scomparso non una, ma molte volte. Da un certo punto di vista, poi, paradossalmente mio padre è stato per me l'elemento più fortemente caratterizzato tra i miei familiari. Questo perché la polizia sudcoreana e lo speciale organo investigativo anticomunista me lo hanno continuamente riportato alla mente, descrivendomelo nei minimi particolari. E tutto ciò mi ha portato a vivere fino alla prima metà degli anni Ottanta in una condizione di libertà personale fortemente limitata. Ma mio padre ha influenzato la mia vita sotto tutti gli aspetti. Fin da giovane, infatti, ho dovuto rinunciare ali' idea di poter studiare all'estero e di svolgere un lavoro libero e tranquillo. Il fatto di aver dovuto mantenere la famiglia in sua assenza mi ha impedito di svolgere un regolare corso di studi: ho dovuto perciò formarmi quasi integralmente da autodidatta, e questo mio particolare processo di sviluppo intellettuale ha lasciato molte tracce nel mio modo di comportarmi e nel mio atteggiamento mentale. Questo mio background non è certamente estraneo al mio avvicinamento· alla letteratura e al fatto di essere diventato scrittore. Il rifiuto di ogni ideologia, il particolare amore ~ la ricerca del non-esistente, il mio nichilismo sono in gran parte riconducibili a quell'ambiente che mio padre mi ha lasciato in "eredità" ein cui sono stato costretto a viv·ere. · Forse è a quest'esperienza che si può condurre quel motivo del rapporto tra maestro e allievo che appare in diverse sue opere. Ho effettivamente affrontato questo tema, ma non direi che sia particolarmente ricorrente e importante rielle mie opere. Anche nel mio romanzo L'uccello dalle ali d'oro è possibile vedere un rapporto maestro-allievo; in quel caso, tra l'altro, un rapporto alquanto difficile. Ma lì ho voluto piuttosto affrontare il tema dell'essenza del!' arte. D'altronde, per aver frequentato la Scuola Normale di Pedagogia, ho avuto anch'io l'occasione di insegnare, ma a causa della mia allora giovane età non ho potuto farmi un'idea precisa del ruolo e dei doveri di un insegnante. Non saprei dire, pertanto, se io sia stato un maestro buono o cattivo, ma il fatto che ancora oggi qualche mio ex allievo venga a trovarmi mi fa pensare di non essere stato del tutto cattivo ... Eppure per ben tre volte lei ha accolto in casa sua un giovane scrittore e lo ha assistito nel suo lavoro per periodi durati anche due anni. Dunque il tema maestro-allievo sembra presentarsi di nuovo, anche se in altraforina. Sì, la storia del mio aiuto ai tre giovani è vera. In Corea era costume, anticamente, che un ragazzo si trasferisse coi suoi libri da un maestro allo scopo di imparare. Questa tradizione, detta · "Pugupkusa", oggi è praticamente scomparsa, e comunque nel fare ciò che ho fatto non mi sono ispirato a questa tradizione. Mi piacerebbe, tuttavia, se una tale usanza venisse ripristinata. Nel- !' Uccello dalle ali d'oro, che citavo prima, c'era un rapporto di questo tipo. Ma c'è qualche tema che lei riconoscerebbe come centrale nella sua produzione di s_crittore? Certo, un tema che come scrittore mi sta molto a cuore è quello della libertà. Non solo la libertà politica, come la maggior parte di noi potrebbe pensare, ma una libertà intesa in termini molto più vasti. Ciò che si contrappone alla libertà, ossia la repressione, non è necessariamente legato a una struttura sociale o a un sistema politico: anche una ideologia può essere repressiva, o una corrente intellettuale, e anche Dio, il tempo e lo spazio possono rappresentare la repressione. Mi interessa molto la ricerca del modo di liberarsi da tutte queste forme di repressione e, naturalmente, queste mie convinzioni mi hanno portato a stare in guardia contro qualunque atteggiamento repressivo. In molti casi, comunque, mi sono sforzato di non sbandierare a ogni occasione questo mio tema preferito, al fine di non danneggiare le qualità e le virtù della mia letteratura. · Lei parlava prima di unaformazione da autodidatta. Eppure si dice che la sua cultura sia "immensa", pur avendo lei dovuto ricevere un'istruzione frammentaria e incompleta.· Da dove proviene allora questa cultura? E in che misura ha potuto risentire anche di influssi della cultura occidentale? Se c'è qualcosa in me che possa essere chiamata "cultura" o "conoscenza", essa viene principalmente da ciò che ho letto. Come dicevo, io non sono cresciuto in un ambiente che potesse permettermi un'educazione scolastica "ortodossa", nondimeno ho potuto vivere con un certo decoro e ho avuto di conseguenza l'opportunità di leggere molto prima di abbracciare,la carriera di scrittore. Negli ultimi dieci anni, però, non ho praticamente più letto un libro e ho paura di dover pagare, prima o poi, per questa mia "colpa". Quanto alla cultura occidentale, il suo dominio, largamente riconosciuto oggi nella nostra società, ha inevitabilmente guidato e influenzato i primi .passi del mio pensiero, tanto da poter affermare che, pur avendo ovviamente una radice orientale, la mia 45
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