Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

20 VISTA DALLA LUNA <( ~ ~ t=: j Nei paesi al confine con la Puglia, invece, dove c'era il latifondo che si confrontava con i braccianti, lì bastonavano. Quel fascismo lì fu una cosa seria. Avevate proprietà? No, noi non avevamo proprietà e neanche la casa in paese. Poi mio padre comprò un appezzamento di terra con casetta in un posto bello che scambiò in seguito con quella di uno zio, proprietario di questa casa a Tricarico dove vivo ancora adesso con mia moglie Tina, mjo fratello Don Angelo e le mje sorelle Teresa e Filomena. A casa tua non c'era miseria. No, noi mangiavamo carne una volta a settimana, non eravamo ricchi né poveri. Il mio nonno paterno faceva il sarto, mestiere che a me non piaceva. E mjo padre, al tempo che io frequentavo le scuole medie presso il convitto laico di Nocera Inferiore, soleva minacciare di farmi diventare sarto nel caso non avessi preso la media del sette. Quel mestiere mi dava fastidio e così ... Cosa del sarto ti dava fastidio? Il ditale, probabilmente. Sì, il ditale. Se mi avesse detto "fai il falegname", l'avrei fatto. Così mi sono dato da fare. E poiché al primo trimestre presi quattro e sei in italiano, andai dal preside e gli dissi: "Signor Preside, io vorrei imparare a scrivere bene in italiano" "Eh figliolo - disse lui - devi leggere molto, cinquanta pagine al giorno". Così ognj quattro, cinque giorni avevo un libro, romanzi francesi e russi, Tolstoj, Dostoevskj; e tutto grazie a questo preside che mi diede la chjave della biblioteca. Ma torniamo alla questione dello sviluppo. E allora? Dico una cosa semplice: si deve ricevere ali' injzio perché si deve partire equipaggiati. Ma poi bisogna rischiare, pagare in proprio. Ogni conquista deve essere il risultato di qualcosa dato in proprio. Fare questo bilancio può essere amaro per la sinistra. Dobbiamo proprio accettare il detto napoletano secondo il quale le cose non vanno bene perché '"a mangiatoia è troppo vascia"? Viene meno tutta l'idea di uno Stato che sostenga chi ha bisogno. Il problema, ripeto, non è avere il giusto sostegno injziale; qui è stata foraggiata l'idea che lo stato dovesse dare, ora qui ora là, senza criterio razionale, in cambio di voti. Guarda ancora l'Est: volevano mantenere l'uguaglianza e creare addirittura "l 'Uomo Nuovo" attraverso lo Stato che elargiva senza chiedere. Anche se poi la richiesta, in termini umani, è stata altissima, terribile.L'uomo nuovo ... ma cosa vuoi l'uomo nuovo? Forse lo si potrà fare un giorno con un innesto sulla corteccia cerebrale ... Noi dobbiamo domandarci allora se nel Mezzogiorno, finita la fase iniziale dell'aiuto al primo sviluppo, la sinistra non abbia semplicemente evitato di misurarsi con le verità di cui tu parli, e abbia così finito anch'essa per spingere le cose nella direzione del puro assistenzialismo, nato da una EDUCATORI E DISEDUCATORI matrice cattolica solidaristica, ma funzionale al sistema di potere guidato dalla DC. Sono perfettamente d'accordo. La sinistra, salvo qualche uomo, i partiti di sinistra non hanno chiesto di programmare l'assistenza allo sviluppo e se lo hanno fatto non hanno mai indicato seriamente come. Ci si è limitati a dire "date troppo poco". Su questa questione di essere di sinistra recentemente e pubblicamente fui stimolato da chi conduceva una tavola rotonda. Si parlava di Tricarico. Mi è stato chjesto che cosa pensavo all'inizio degli anni Cinquanta della riforma agraria qui. E io ho risposto che, certo, allora, pensavo che fosse giusto espropriare l'azienda Turati che era la grande proprietà terriera a Tricarico. Veramente al di fuori della realtà, io allora affermavo che bisognava espropriare la terra ma non dividerla bensì cercare di gestirla in cooperative. Aggiungevo che una parte dovesse rimanere a Turati perché fosse gestita con criteri modernj e fosse di stimolo, di esempio. A dire il vero mi sembra, per quegli anni, una proposta ragionata; non estrema. Epoi c'era stato il grande moto per la terra e si sentiva il peso della nuova ondata di partenze migratorie e conoscevate le pene dell'emigrazione. Invece sbagliavo. Del moto contadino, del- !' emigrazione ti dirò, ma sapevamo che la gente sarebbe partita comunque. E la cosa migliore sarebbe stata lasciare tutto a Turati che era un industriale del Nord con proprietà qui. Eglj era il padrone della Carpano e avrebbe organizzato tutto da imprenditore vero, in modo moderno e non avrebbe contato solo sui sussidi. Dubito che Turati non avrebbe accettato aiuto dallo Stato. E poi questo è un caso particolare perché il latifondo assenteista era la maggioranza. Sì, ma intanto, se dobbiamo fare un bilancio, è proprio questo il problema: noi non consideravamo la realtà, noi non distinguevamo caso da caso. Turati era un industriale e probabilmente avrebbe cambiato le sorti di questo paese e dall'altra parte la storia di questo pezzo di Mezzogiorno non aveva fatto sorgere una diffusa imprenditoria agraria moderna e neanche un forte movimento cooperativo. Noi non ci confrontammo con questa realtà. D'accordo, Turati avrebbe accettato le mance della Cassa del Mezzogiorno. Ma avrebbe continuato a comportarsi da imprenditore. Infatti quando si incominciò a parlare di cantina sociale Turati disse: "Noi entriamo ma facciamo una SPA di cui prendiamo il 51%". Furono tutti contrari. Ma se Turati avesse avuto le uve, che sono buone, e la cantina sociale, probabilmente questa avrebbe continuato a vivere; invece durò solo tre o quattro anni. Intanto la Riformaformò qui lapiccola proprietà contadina; le cose cambiarono comunque ... Sì. Ti ricordi il contadino citato da Rocco Scotellaro che diceva: "La terra dovrebbe figliare come gli animali"? La terra non figliò e anzi si frantumò. La proprietà nata dalla Riforma andò bene solo quando si ingrandì a spese di cru vendette le sue quote ed emigrò al Nord. È vero che gli eredi degli

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==