Linea d'ombra - anno X - n. 69 - marzo 1992

IL CONTESTO stata un atto percepibile dai sensi. Ma se a Gesù per sparire siano occorsi tre metri oppure si sia subito dileguato, non èdeterminante. Ognuno dovrebbe avere il diritto di credere nel modo a lui più utile per vivere la propria vita, per vincere le proprie paure. Io non la considero un'eresia. Questo voglio dire al di là delle mie riserve sui fondamentalisti come Bergmann. Per alcuni misurare l'Ascensione a metri è indice di superstizione, per altri mettere in discussione l'avvenimento è da miscredenti. Nella chiesa c'è spazio per entrambe le posizioni? Io non ho nulla in contrario. Mi oppongo solo al fatto che i vescovi fondamentalisti come Degenhardt non esercitino la tolleranza, bensì vogliano imporre la superstizione. A suo giudizio, riassumendo quanto detto finora, nella vita e dopo la morte di Gesù non è accaduto nulla di contrario alle leggi della natura? Il fatto che Dio possa aver infranto le leggi della natura riguardo al tempo e alla persona di Gesù e aver operato dei miracoli, lo considero un principio falso e pericoloso. Non solo non aiuta a consolidare la fede cristiana, ma porta all'ateismo. Perché che Dio sarebbe questo che fa sfoggio della sua onnipotenza nei confronti del proprio figlio, per poi rimanere inerte di fronte al mare delle umane sofferenze? Sarebbe un Dio senza umanità. li senso dei miracoli narrati non è aspettare che Dio ne compia di nuovi, bensì lasciare che queste immagini ci guidino nel nostro agire, ossia a dare senza contare-il senso della moltiplicazione dei pani - o a superare la nostra paura - il senso del camminare sulle acque. Secondo la dottrina cattolica Gesù ha istituito tutti e sette i sacramenti della chiesa: battesimo, comunione o eucarestia, cresima, ordinazione sacerdotale, estrema unzione, confessione e matrimonio. Gesù non ne ha di certo istituito neanche uno, come oggi sanno quasi tutti i teologi. Quasi tutti davvero? Cipossono essere ancora dei teologi fondamentalisti che cercano qui degli appigli, dove non ce ne sono. Ma si tratta di casi sporadici. Perché lo sanno solo i teologi, e non anche i credenti? Questo è il punto. I fedeli nella nostra chiesa sono stati a lungo tenuti ali' oscuro delle conoscenze dei teologi, e in gran parte lo sono tuttora. I teologi da parte loro non hanno il coraggio di parlare pubblicamente di tutti questi interrogativi. La sua chiesa però si richiama al fatto che secondo la Bibbia Gesù avrebbe esortato a celebrare l'eucarestia in memoria di lui, etinunodei passi più celebri del Nuovo Testamento troviamo anche il suo invito a battezzare: "Andate, fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo; battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Quello che Gesù deve aver detto sul battesimo e sull'eucarestia è stato trascritto molto tempo dopo la sua morte. Tanto per cominciare non può aver ordinato di andare in tutto il mondo a battezzare, perché credeva che la fine del mondo fosse vicina e limitava il suo campo d'azione a Israele. L'ultima cena, l'eucarestia ... ... anche per questo non si può risalire a Gesù. Era un ebreo, ed è assolutamente inammissibile che Gesù ebreo nell'ultima cena abbia dato ai suoi discepoli il pane dicendo: "Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi". E che abbia dato ai suoi discepoli il calice con le parole: "Questo è il mio sangue". 8 Queste parole le si ritrova quasi identiche nei primi tre Vangeli e in S.Paolo. E così viene annunciato oggi ai cristiani cattolici a ogni messa durante il cosiddetto rito della consacrazione. Perché è inammissibile che Gesù le abbia pronunciate? Perché questa idea di mangiare il corpo di un uomo e di berne il suo sangue, per un ebreo, e non solo per lui, è qualcosa di orribile. A Gesù non sarebbe mai venuto in mente di trasformare il banchetto della festività ebraica della Pasqua, che ricorda agli ebrei la fuga dei loro antenati dall'Egitto, in una cena in cui i fedeli ricevono attraverso un sacramento il corpo di un Dio che si è offerto in sacrificio. Secondo l 'inte1pretazione ufficiale della chiesa cattolica, però, Gesù si è allontanato dalla religione ebraica e avrebbe fatto dei passi avanti. Di certo non.in questa direzione. Quello che Gesù voleva - da quel poco che storicamente sappiamo su di lui - era ridare vita, rinnovare la religione del suo popolo, con annunci profetici e senza tante proroghe. Il gesto rivoluzionario fu che invitò pubblicani e pubblici peccatori alla comunione con Dio. A questo proposito è assurdo che la chiesa cattolica rifiuti il sacramento dell'eucarestia, ossia la comunione durante la messa, a tutti i non cattolici e perfino a molti cattolici, per esempio ai divorziati. Gesù non ha escluso nessuno dalla sua comunione, la chiesa cattolica esclude chiunque non creda o non faccia quello che essa prescrive. Lei, come sacerdote, si comporta diversamente da come la sua chiesa prescrive? Io non escludo nessuno. Da me anche i protestanti e i divorziati possono ricevere la comunione, ossia hanno accesso al sacramento. Per lei non è un problema amministrare dei sacramenti che Gesù non ha istituito o addirittura nemmeno voluto? Io sono dell'idea che i sacramenti siano stati istituiti a partire dai bisogni connaturati con l'uomo. La loro legittimità deve essere sancita dagli uomini, non può essere fatta risalire storicamente al messaggio di Gesù. Signor Drewermann, nei suoi libri lei paragona spesso il cristianesimo a altre religioni. Perché è così importante per lei? Facendo vedere, per esempio, che già nell'antico Egitto oppure nella religione azteca esistevano le credenze nella immacolata concezione, nell'ascensione; nel figlio di Dio, dimostro che gli uonùni Usavano queste rappresentazioni indipendentemente dalle loro rispettive fedi particolari. Credo, anzi, che il mondo delle immagini che si è sviluppato nell'antico Egitto possa aiutare noi cristiani a capire meglio, oggi, che cosa significa dire che Gesù è il figlio di Dio. Perché nella tradizione cristiana ci siamo troppo abituati a parlare per coQ,cetti concisi, che non servono però più alla meditazione, a una conoscenza viva della fede. E c'è un altro motivo: il mondo cresce tutto insieme, le religioni nate nelle diverse culture possono e devono imparare l'una dall'altra, e completarsi a vicenda. Così il singolo può decidersi più facilmente che in passato per l'una o per l'altra. Può darsi che si trovi meglio con se stesso come buddista rispetto a quando abbracciava la religione cristiana. Le religioni, infatti, sono come delle medicine per particolari malattie, e non tutte le medicine vanno bene per le varie malattie. Il cristianesimo non è - come insegnano i vescovi- superiore per definizione alle altre religioni, bensì sullo stesso piano? Non ha molta importanza rispondere affermativamente o negativamente a questa domanda. Ci sono tanti interrogativi importanti per i quali il cristianesimo non ha alcuna risposta. Nei confronti del potere, nonostante Gesù si sia fatto inchiodare senza resistere sulla

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