Daniele Segre Daniele Segre (Alessandria 1952), fotografo e regista cinematografico, ha fondato nel 1981 a Torino la società "I Cammelli" con la quale ha realizzato degli special televisivi e documentari video. Presso "I Cammelli" è attiva una scuola di documentario per giovani aspiranti registi. Tra i lavori di Segre, ricordiamo Vite da ballatoio, Testadura, Occhi che videro, Non c'era una volta..., Tempo di riposo e questo Partitura per volti e voci. Viaggio tra i delegati Cgil. Si appresta a girare un lungometraggio a soggetto: Manila Paloma bianca. LATERRA 13 ; = = ; .. e: E Viaggio tra i delegati della CGIL con una nota di Gad Lerner Del film-documentario di Daniele Segre non può stupirci la sensibilità e la bravura del regista che già conoscevamo per il valore delle sue inchieste sociali, soprattutto a Torino. Stupisce, semmai, la natura del committente: la Cgil. Credo che Partitura per volti e voci resterà negli archivi e verrà utilizzato dagli storici come la testimonianza più efficace non solo di un travaglio, ma di una vera e propria mutazione culturale del più grande e glorioso sindacato italiano, mutazione sul cui esito al momento nessuno di noi si sognerebbe di scommettere una lira, ma che pure seguiamo con interesse e speranza. La Cgil sapeva di mettersi in mani amorevoli, concedendosi alla telecamera di Segre, uno che sta sempre dalla parte dei deboli e dei subalterni. Ma anche uno che i soggetti sociali li va ad indagare attraverso l'incontro con i singoli individui, nelle loro miserie e contraddizioni. Ricordiamoci che cosa c'era prima, in casa Cgil. Forse appartiene non all'ieri ma all'altro ieri il sindacato-cinghia di trasmissione del partito (fenomeno che peraltro oggi si ripropone in forma nuova). Ma di quel sindacato fondato sul dogma del primato della politica, è rimasto senz'altro fino a un passato recentissimo un senso ideologico del collettivo: l'idea cioè che i suoi militanti dovessero rintracciare e valorizzare solo i fattori unificanti e omologanti ali' interno del mondo del lavoro. Ancora alla fine degli anni Ottanta mi capitava di sentirmi dire nelle sedi Fiom che ai fini della linea sindacale era poco importante distinguere fra operai monoreddito e plurireddito, fra affittuari e proprietari di casa, perché nel rapporto con la produzione si è tutti uguali. Forse appartiene all'altro ieri l'epoca in cui - sono parole di Aris Accomero - il partito e il sindacato trasformavano i lavoratori più coscienti in "macchine per la lotta di classe", ma certo appartiene al passato recente e ali' oggi la formazione di quadri adibiti alla pura e semplice mediazione politico-burocratica. Ebbene, solo tenendo sempre ben presente questo punto di partenza in cui era compresso l'enorme patrimonio umano di un' organizzazione come la C:P-il.si nuò cmrJiere la novità dirompente delle interviste raccolte da Daniele Segre. Questa disponibilità, talvolta perfino un po' impudica o comunque autocoscienziale, a raccontarsi in quanto individui, frammenti di una classe, militanti che hanno da poco scoperto il valore delle differenze. Al di là della svolta politica, impressiona la repentinità della mutazione culturale, in casa Cgil. La disponibilità a mostrarsi e a dichiararsi individualmente su cui ha lavorato Segre, è davvero recentissima nonché maturata rapidissimamente. È faccenda degli ultimi due o tre anni. Confesso che mi spaventa anche un po'. Mi domando se tanta sensibilità individuale, tanta disponibilità a misurarsi con la complessità e le contraddizioni interne al mondo del lavoro, siano poi compatibili con la durezza dello scontro sociale, di fronte a dei padroni che non fanno certo autocoscienza. Ma l'unica risposta sicura è che sulla linea di prima, con la sua durezza ideologica tutta solo apparente, non si andava neppure a una onorevole sconfitta, bensì al macello, e senza neppure la soddisfazione di essere riconosciuti come interlocutore onesto dai lavoratori. Forse, quando verrà consultato negli archivi, Partitura per volti e voci sarà considerato una manifestazione estrema di una fase di svolta. Perché, una volta scoperto il valore delle differenze, se vuole sopravvivere, un progetto sindacale dovrà anche scoprire i meccanismi di una solidarietà collettiva fra diversi. Ma neanche allora sarà possibile sorriderne come se si trattasse di una moda culturale o di un sindacato sdraiato sul lettino dello psicoanalista. Perché vi resterà comunque dentro un'immagine del mondo del lavoro subalterno che si vuole vivere con dignità, raffigurata da Daniele Segre con un amore e un rispetto umano tali che si ripercuotono su chiunque lo guardi. (G. L.) Partitura per volti e voci. Viaggio tra i delegati CGIL è un film di Daniele Segre, nato da un 'idea di Segre, Francesco Mancuso, Adolfo Braga e Pina Sardella, prodotto dalla CGIL e dalla Cammelli Factory di Torino, fotografato da Paolo Ferrari. Diamo di seguito una parte consistente delle interviste che lo compongono.
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