Linea d'ombra - anno X - n. 68 - febbraio 1992

Religione, salute e malattia Meredith McGuire traduzione di Cherubino M. Guzzetti Vari processi socio-storici hanno portato a una situazione in cui il legame tra religione, da un lato, e salute. malattia e guarigione, dall'altro, è diventato talmente problematico da giustificare l'attenzione che vi dedichiamo in questo numero della rivista. Esamineremo brevemente alcuni di questi sviluppi, in particolare la differenziazione istituzionale della religione e della medicina, la medicalizzazione di molti aspetti della vita, e la razionalizzazione della medicina. Ognuno di questi processi ha sollevato problemi notevoli per i malati, nonché ostacoli socio-strutturali, sia per la religione sia per la medicina: nel venire incontro ai bisogni dei malati. Infine, questo mio articolo suggerisce risposte nuove (anziché risposte vecchie riciclate) della religione al dolore e alla sofferenza dei malati e dei moribondi. I) Fonti di disgiunzione Quali processi hanno reso problematica la rilevanza della religione nei confronti della salute e della malattia? perché la nostra società dovrebbe dubitare che la religione sia un elemento essenziale nel promuovere la salute, nel guarire la malattia e nel rispondere ai bisogni dei sofferenti e dei moribondi? I) Differenziazione istituzionale Mentre la malattia e la guarigione avevano tradizionalmente stretti legami con numerosi altri campi istituzionali (specialmente con la religione e la famiglia), la medicina occidentale si è gradualmente differenziata da queste e da altre sfere istituzionali. Molto prima che la medicina fosse una professione a sé stante, l'attività curativa era la funzione di madri e di altre donne, di erboristi, guaritori popolari, religiosi, ostetriche, e così via. La differenziazione della medicina comportò lo sviluppo di un insieme di conoscenze distinte, di un corpo di specialisti che controllavano e applicavano tali conoscenze, e del riconoscimento pubblico (o della legittimazione) degli specialisti medici da parte dell'autorità. È una differenziazione che risale almeno alla più antica medicina greca e persiana, ma che solo nel nostro secolo ha conseguito una tale legittimazione e specializzazione da imporsi professionalmente, facendo sue molte delle funzioni condivise o controllate prima dalla religione, dalla famiglia e da altre istituzioni (Freidson, 1970). Inoltre, la differenziazione istituzionale ha operato una vasta specializzazione interna nella medicina occidentale moderna, dovuta in gran parte alla crescita di grandi organismi burocratici per l'apprendimento e la pratica della medicina e a forti presupposti impliciti nel paradigma della stessa biomedicina, che discuteremo più avanti. Un prodotto secondario della differenziazione istituzionale della medicina moderna è che essa si concentra sulle malattie - identificate come patologie distinte anziché sui malati. Se ammettiamo che una tale attenzione specializzata alle patologie biofisiche è sufficiente per guarire, allora non c'è più nessun motivo di chiedersi che cosa la religione possa offrire ai malati. Questo modello differenziato di medicina relega le risposte religiose date alla malattia a ruoli marginali (anche se preziosi) che non mirano alla guarigione, come il confortare i moribondi o l'aiutare chi è afflitto da malattie o invalidità croniche ad affrontare la sua situazione. Questo modello medico limita l'efficacia delle cure mediche, come vedremo più avanti e sottovaluta altresì il potenziale delle fonti non mediche della guarigione. 2) Medicalizzazione Il concetto di salute è un ideale sociale che varia notevolmente da un periodo storico a un altro, e da cultura a cultura. L'America del XIX secolo, ad esempio, definiva la donna aristocratica ideale come pallida, fragile e delicata; la salute robusta implicava una mancanza di raffinatezza. Tuttavia, in altre epoche, culture o sottoculture, la 'salute' potrebbe essere identificata nei tratti del vigore fisico, della fertilità, della spiritualità, della pinguedine o della giovinezza. I valori di ogni cultura riguardo al benessere e alle qualità umane più desiderate si esprimono nell'ideale proprio della salute. La malattia è, dunque, una forma di deviazione, cioè un'infrazione di norme stabilite dal gruppo. Secondo Durkheim, l'esistenza stessa di norme sociali - per quanto definite -significa che ci saranno devianze in tutte le società. A suo parere, la reazione deila società LA TERRA 9 Meredith McGuire è docente di sociologia e antropologia alla Trinity University di San Antonio, Texas. Ha scritto di sociologia della religione e di sociologia e antropologia medica. Tra i suoi studi: Religion: the socia/ context; Ritua/ Healing in Suburban American; Health, 1/lnessand the Socia/ Body. · contro la deviazione "ha soprattutto lo scopo di influire sulle persone rette [non devianti] ..." ([ 1893] 1964, I08). Perciò la reazione alla malattia serve a riaffermare, tanto per i malati quanto per i sani, le norme e gli ideali di una data cultura. Una funzione centrale delle risposte sociali alla malattia è il controllo sociale; in altri termini, la società cerca di contenere il comportamento dei suoi membri nei limiti delle sue norme per mezzo di deterrenti, incentivi, premi e castighi. Il castigo inflitto dal gruppo sociale ali' individuo dipende in gran parte dal giudizio del gruppo sulla responsabilità del1' individuo per il comportamento deviante. Ad esempio, la reazione delle persone di fronte ai malati è diversa se sembra che siano finti malati o magari che siano loro stessi causa della malattia, o se invece sono vittime innocenti. Nel corso dei secoli le istituzioni religiose, legali e mediche sono state agenti importanti di controllo sociale sotto tre aspetti principali: definizione della devianza, determinazione della responsabilità, ed esecuzione della pena. La maggior parte delle società moderne hanno sperimentato una medicalizzazione della deviazione, cioè il prevalere di definizioni mediche della deviazione e di metodi di controllo sociale che hanno eclissato i metodi religiosi e di altra natura nell'affrontare la deviazione. In realtà la cattiveria è diventata malattia (Conrad e Schneider, 1980). La preferenza accordata alle definizioni mediche della deviazione come 'malattia' è comprensibile. Le definizioni religiose sembrano troppo non razionali e, in società religiosamente pluralistiche, non sono accettate da tutta la società. Quanto alle definizioni legali della devianza, se da un lato sembrano più razionali, dall'altro danno l'impressione di di pendere troppo da decisioni umane, ad esempio, dal verdetto di una giuria di cittadini ordinari. Al contrario, le definizioni mediche della deviazione appaiono 'scientifiche' e razionali, basate cioè su perizia tecnica anziché su giudizio umano. Tuttavia la malattia come concetto medicalizzato della deviazione, non è affatto un concetto scientifico neutrale: in ultima analisi, è un concetto morale, che stabilisce una ~ e e . e: I

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