Linea d'ombra - anno X - n. 68 - febbraio 1992

MEDICI E PAZIENTI Zara (Jugoslavia) sett. 91, ospedale protetto dai sacchi di sabbia. venti vanno anch'essi discussi e selezionati con gli utenti; vedi al proposito l'esempio del lavoro svolto con gli immigrati extracomunitari, descritto prima. Anche sulle prescrizioni, i consigli degli esperti (che poi divengono messaggi educativi) val la pena spendere qualche parola. Gli esperti: dove e quando? Non è questa la sede per entrare in dispute epistemologiche sui confini tra scienza e non scienza, tra scienze della natura e scienze dell 'uomo; per affermazioni del tipo (da me udita in un convegno di medicina alternativa): "la medicina sta alla fisica come la magia sta ali' omeopatia". Sarà vero, sarà falso? Ma come si fa a provare che un'affermazione è vera (oppure falsa)? E chi prova che la prova è giusta? E così via in discussioni interessanti ma dalle scarse ricadute operative attuali. Pur prescindendo da tale contesto, non ci si può esimere da riflettere su chi tutela e come è possibile tutelare-difendere il cittadino-utente dalle raccomandazioni degli esperti (che, va detto, sono tali in quanto riconosciuti "come tali" all'interno di una data comunità scientifica e di un dato contesto epistemologico, oltre che politico-economico ). Per lo più gli esperti compongono i messaggi di educazione alla salute e gli educatori sanitari li veicolano alla gente. È ben difficile che gli educatori sanitari compilino i messaggi educativi. Alcuni esempi al proposito: nascono da studi sperimentali o epidemiologici raccomandazioni del tipo: "fumare fa male alla salute"; "condite con olio extravergine di oliva e non con il burro"; "vaccinate contro il morbillo (o la parotite/epatite/pertosse LATERRA etc.) i vostri bambini"; (per le donne) "fate il pap test ogni due anni dopo aver compiuto i 20 anni". Tutte raccomandazioni (più o meno) corrette e scientificamente valide. Ma, il più delle volte, non c'è accordo tra gli esperti: vengono consigliati protocolli discordanti col risultato di disorientare i medici di base e gli utenti. Poi esistono tutta una serie di "raccomandazioni scientifiche" riferibili a tradizioni orali, all'autorevolezza dell'esperto che le propone, più che a verificati studi scientifici: è questo il caso di tanta letteratura sulla prevenzione del cancro, le misure di prevenzione individuale da adottare, gli interventi di prevenzione medica cui sottoporsi. Anche la medicina preventiva (e quindi l'educazione sanitaria) può produrre danni. I danni per l'utente possono essere molteplici: sulla base delle raccomandazioni degli esperti vengono prese decisioni politiche sempre valide? È sempre eticamente valido rendere obbligatorie, per legge, le vaccinazioni nell'infanzia? quante isterectomie non necessarie sono state realizzate dopo evidenziazioni di piccole lesioni al pap test? La prevenzione medica si basa spesso su modelli moralizzanti, costruiti sui divieti, (non fumare, non mangiare grassi, non avere rapporti sessuali con sconosciuti etc.), che impongono più che educare, che creano ansia e finiscono per medicalizzare la sofferenza. Non si vuole, con queste affermazioni, criticare l'indubbia utilità di tanti interventi preventivi; si vuole solo mettere l'accento sui possibili danni della prevenzione, dell'educazione sanitaria, quando vengono applicate in maniera acritica e dogmatica. Queste considerazioni sono peraltro note alla gran parte degli esperti in medicina preventiva .. e: z ..

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