Linea d'ombra - anno X - n. 68 - febbraio 1992

SAGGI/MANEA È possibile che il male si incarni in messaggeri così insignificanti? La grandiosa insegna dell'inferno può veramente ,rzanifestarsi in un simile buffone balbuziente? non visibili ma aggress1v1, spaventosamente aggress1v1: impossibile fermarli una volta che l'epidemia è scoppiata). Avevo dovuto aspettare almeno un'ora prima che venisse il mio turno, poi tutto era filato liscio come un olio. Grande ressa alla stanza 23 (quella per i formulari). Facevano impressione soprattutto i vecchi, che si trascinavano con i loro vecchi e pesanti modelli. I tre giovani funzionari in abiti civili (presumibilmente della Securitate) erano gentili e annoiati, dovevano avere qualche dubbio circa il senso di questo nuovo numero da circo, comunque si veniva liquidati in fretta. Una ispezione sommaria e poi le domande di routine: possedete un'automobile? di quale marca? appartamento di proprietà oppure dello stato? chi abita insieme a voi? lavoro della moglie? parenti all'estero? viaggi all'estero? parenti all'interno del paese? qualche membro del comitato centrale del partito oppure impiegato al ministero degli interni? Le risposte dovevano essere scritte a mano e firmare, conoscevo la prassi. Le domande stesse ormai non mi stupivano più (come la prima volta, quando la loro assurdità, la loro mancanza di rapporto con la finalità dell'esame erano ancora capaci di intimorire). Ho compilato il questionario ìn fretta, senza pensarci troppo. Poi ho battuto a macchina in duplice copia la pagina di testo prescritta (senza "errori", come precisava· il decreto presidenziale), poi, sempre in duplice copia, tutti i caratteri della tastiera - e ero di nuovo in possesso della Autorizzazione Contento, mi incamminai verso casa con il mio meraviglioso giocattolo sotto il braccio. Ero già in ascensore quando sentii lo strepito lacerante di una sirena, che assordava tutta la strada. La milizia! Aprii il più in fretta possibile la porta del mio appartamento, e corsi al balcone per vedere cosa era successo. La sirena continuava a strepitareannunciando l'Evento. Il corteo era di proporzioni ridotte. La sua limousine. Poi quella del suo cane preferito, l'enorme alano nero che porta sempre con sé. Poi la macchina del sindaco. Poi l'autoambulanza. Poi tre auto della polizia. Per finire tre macchine poco appariscenti, quelle dei "tecnici". In confronto a altre visite di lavoro, un corteo decisamente modesto. Senza dubbio si trattava di una di quelle visite-blitz senza preavviso, che qualche volta il buffone decide come colto da ima folgore, terrorizzando le truppe colte alla . sprovvista. Certo, una visita a sorpresa, senza che una fitta ressa di cittadini festanti, donne, bambini, soldati e impiegati requisiti per app~ludire, ostruisse i marciapiedi. Era venuto per ispezionare i lavori del Palazzo Bianco. Aveva fatto abbattere alcuni tra i più bei quartieri della città per fare spazio per la costruzione del Palazzo e del Boulevard del circo che avrebbero tagliato la città in due, e altri sarebbero stati costruiti fino a dividere la città in nove parti: alla fine la Grande Arena presidenziale avrebbe dominato da sola il quadro della città. Aveva fatto fermare vicino al piccolo ponte, sotto cui scorre l'acqua maleodorante delle acque fognarie. Voleva che gli venisse mostrata la Prospettiva del futuro. Un manipolo di subalterni, armati di carte, mappe, piantine, gli saltellava intorno con timorosa sollecitudine cercando di indovinare la direzione del suo prossimo passo e di decifrare per tempo il significato di ogni suo gesto. Dei signori vestiti elegantemente, architetti, ingegneri edili, scultori, decoratori, tutti con visi paonazzi e stravolti in un frenetico sgambettare,. un ballo di san Vito con incespicamenti e balbettii. Dai balconi attorno alcuni curiosi osservavano la scena. Impiegati, casalinghe, bambini. Non era il pubblico abituale, istruito dalla polizia prima di essere dislocato nei punti prestabiliti del tragitto del pazzo. Per un attimo, dalla massa silenziosa c'era da aspettarsi di tutto. E la sorpresa non tardò venire e non fu poca: qualcuno cominciava ... a applaudire. Non a rumoreggiare, non a protestare, nessuna lamentela, nessuna imprecazione. No, applaudivano! Degli applausi sporadici, certo, dei riflessi involontari, automatismi di un rituale ormai entrato nel sangue e nelle vene, a cominciare dai primi numeri da circo a cui erano stati portati da s.evere governanti di asilo. Applausi convenzionali, senza alcun dubbio. Ma comunque spontan\;!i, senza la solita pressione poliziesca e anche senza la paura di colleghi e vicini. L'ho guardato. A distanza ravvicinata. La Casa di moda specializzata aveva scelto - tra i trecentosessantacinque vestiti del suo guardaroba annuale - quello.giusto: un overall in seta . pesante, color sabbia. Una coppola spiegazzata ·gli era stata calcata sulla fronte, fino alle sopracciglia. Lui non faceva grandi gesti. Non gridava. Sembrava calmo e paziente. Come un modesto titolare di negozio. Annotava tutto quello che gli veniva detto su un piccolo taccuino. E quelli del suo seguito prendevano anch'essi nota. Il piccolo capo sembrava molto attento a quello che questi tecnici azzimati, paralizzati dalla paura, dicevano. Ascoltava in silenzio. Così erano le disposizioni di regia per questo giorno. Tra tutti gli esagitati che aveva intorno' · sembrava essere l'unico 11ormale.L'unico che poteva permettersi di indossare.la maschera della normalità. Le smancerie isteriche e servili dei corifei e la tranquillità leggermente affaticata del saltimbanco ritmavano un contrasto toccante, spaventoso. Lo stato confusionale per l'osservatore è durato .solo un attimo.L'attimo successivo si ricordava che questo commediante gli ha rovinato la vita, avvelenato i giorni, a lui e a tutti quelli lì intorno. Questo miserabile vagabondo, portato dal vento, questo spaccone raccattato dal fango, che a malapena riusciva ancora a reg&ere la sua maschera·bianca - davanti al suo bianco teschio. E questa la sensazione di umiliazione, aver vissuto per tanti anni sotto il terrore di una caricatura ... Tristezza per il genere umano nel suo complesso? Per un istante l'osservatore si sente inaccessibilmente superiore ' a questa mascherata primitiva. Di colpo nobilitato da,cristalline incompatibilità. Un aristocratico quindi, proprio lui, il reietto, "l'homme de muses"? Già sa che dovrà spostare _la sua tenda il più lontano possibile da questa arena insanguinata. ("Il ne peut pas dire: 'J'attends que le tiran soit renversé!, car cela peut durer dix ans, et entre-temps son pouvoir créateur se sera énavoui".) L'ultima confrontazione dura solo un secondo. Poi lui si scuote la_stanchezza dalle spalle, dalla testa, da tutto il corpo. Come volesse eliminare da sé il veleno che si è insinuato in tutte le sue fibre. Tempo irreversibile. Tempo che non restituisce nulla: né la casa e nemmeno i libri, non i progetti abbandonati né lé amicizie perdute. Solo un.'ultima vibrazione, arcobaleno del sogno .. .È possibile che il male si incarni in messaggeri così 55

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