Linea d'ombra - anno X - n. 68 - febbraio 1992

CONFRONTI Scrittori e bambini Su 11 Rosso Malpelo'' di Giovanni Verga Vincenzo Consolo · Oui e ·nello pagina di fronte, due illustrazioni per RossoMalpelo di Arnoldo Ferroguti ( 1897). . Questo testo fa parte di un libro in uscita presso le Edizioni e/o, Leggere gli anni verdi. Racconti di letture sull'infanzia e /!adolescenza, ' a cura di Cesare Pianciola e Giuseppe Pontremoli. Il libro è composto da brevi saggi in cui ogni autore parla di un racconto o un romanzo individuato come esemplare o importante per la rappresentazione dell'infanzia o dell'adolescenza, per conoscere e capire gli "anni verdi". Gli autori, oltre a Consolo, sono Fabrizia Ramondino, Goffredo Fofi, Giovanni Giudici, Grazia Cberchi, Alfonso Berardinelli, Cesare Cases, Piergiorgio BeUocchio, Clara Sereni, Domenico Starnone e altri. "Malpelo si chiamava così·perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone". · Così Verga inizia il racconto. Ma ci accorgiamo subito che non è Verga a narrare, ch'egli ha ceduto pensiero e parola ai minatori d'una cava di rena, alla gente delle contrade Monserrato e Carvana presso Catania. E il linguaggio è quindi di quella gente '- Verga ha come stampato il positivo italiano su un negativo, di vocaboli e di sintassi dialettali, che potrebbe iniziare così: "Malupilu si chiamava accussì picchì avìa i capiddi russi: e avìa i capiddi russi picchì era un carusu maligriu e tintu, chi prumittìa di rinèsciri un ciuri di malacarni". (Ma Verga non avrebbe mai ·permesso, giustamente, che la sua scrittura - segno evidente della sua conversione letteraria, della sua invenzione stilistica subisse un simile décalage, una simile regressione naturalistica: "No, no, caro Di Giovanni, lasci stare i Malavoglia come sono e c?1!1~ lio v?l~~o ~he sieno" avrebbe scritto allarmato al poeta s1c1hanoe s1c1hamstafervente Alessio Di Giovanni che si sarebbe proposto come traduttore in dialetto de/ Malavoglia.) È dei popolani catanesi il pensiero, il movimento del discorso. Movimento che rettilineo non è, ma circolare, chiuso, affidato cioè a una consequenzialità illogica, a una superstizione. Malpelo si chiama così perchf ha i capelli rossi ..Ora, quelli che hanno i capelli rossi, stabilisce la credenza popolare, sono cattivi, come lo sono i mancini, i gobbi, gli sciancati, tutti quelli insomma segnati da una qualche diversità. Malpelo è rosso, è diverso, e quindi è cattivo, è portatore di male per sé e per gli altri. È "un monellaccio che nessuno avrebbe voluto vedersi davanti, e che tutti schivavano come un can rognos·o", "era davvero uh brutto ceffo torvo ringhioso e selvatico". E perciò tagliato fuori da ogni i-eiazion~ !lft umana. Persino la madre e la sorella gli hanno negato amore. Degli unici due legami affettivi, vissuti dentro la cava, col padre e con l'amico Ranocchio, è stato privato dalla sorte malvagia. È separato dalla comunità anche fisicamente: come un appestato, come "un can rognoso" o come l'evangelico indemoniato di Gerasa che si·aggira tra i sepolcri, è obbligato a vivere dentro o presso la cava, nella desolazione assoluta delle sue caverne e della sua superficie di sciara (se all'inizio del racconto egli si ree.a a casa sua il sabato sera, poi non gli sarà più possibile, perché la madre e la sorella andranno a vivere altrove). Nella cava, come il padre mastro Misciu Bestia, Malpelo è destinato a morire. Malpelo è dunque Malpelo, e lui s esso, "Sapendo che era f!!alpelo ( ei) s'acconciava ad essere il peggio che fosse possibile". E l~gata, la_vitadel piccolo minatore, al coiore maledetto di quei s~01capelli. Il rosso avuto per ventura dalla nascita lo lega, si drrebbe, al rosso della rena della cava, che è tale per immemorabile cataclisma naturale, per eruzione dell'Etna. Malpelo è dunque una creatura perfettamente adeguata alla cava (fino alla mimesi: " ...con quel suo visaccio imbrattato di lentiggini e di rena ross~"), adeg~ata a quet luogo sotterraneo di rischio e di pena, di quasi metafisica condanna. Il destino di Rosso Malpelo è già tutto racchiuso nella frase d'attacco._Dopo, da 9u_estoprimo nucleo, il racconto si svilupperà per cerchi concentnc1, come generati dalla caduta fatale della iniziale sfera di pietra. I successivi capoversi saranno dunque come il variare, l'allargarsi del primo tema musicale. E subito è la morte del padre. Cottimante, il sabato se n'era rimasto ancora nella cava per cercare di portare a termine· il lavoro, di guadagnare qualcosa nel!' appalto .raschiando attorno a · un pilastro. E Malpelo gli stava accanto. "Il padre che gli voleva bene poveretto, andava dicendogli: -Tirati indietro! - oppure - Sta' attento! se cascano dall'alto dei sassolini o della rena grossa". Ma dall'alto cade il nero cielo di quel mondo cunicolare, cade sopra quel vinto e lo seppellisce. "Tutt' a un tratto non disse più nulla e Malpelo che -si era voltato a riporre i ferri nel corbello udì un rumore sordo e soffocante come la rena quando si rovescia tutta.in una volta· ed il lume si spense". · . ' . Si spense in un soffio la vita di mastro Misciu (il suo corpo sarà ntrovato tempo dopo, contratto e pietrificato come uno di quei ~orpi esumati dagli scavi di Pompei o Ercolano ) e si spegne ms1emenel ragazzo Malpelo ogni fiducia negli uomini. "Dopo la ~orte del babboyare;_a che gli fosse entrato il diavolo in corpo". S1conferma cosi nell idea che la vita, dentro e fuori la cava, non è altro che violenza, da subire e da infliggere. Si pigliava rimbrotti, dileggi e pedate senza protestare, e a sua voltl:lsfogava tutta la sua cattiveria sopra lo sbilenco e macilento asino grigio della cava e sopra gli altri ragazzi, coi quali "era addirittura crudele e sembrava che si volesse vendicare sui deboli di tutto il male che s'immaginava gli avessero fatto, a)ui e al suo babbo". Un linguaggio di violenza è quello che stabilisce ancbe con l'amico Ranocchio, al quale vuole insegnare che solo facendosi duri come la lava o come il ferro del piccone si riesce a sopravvivere nella cava, nel mondo. Ranocchio è un ragazzetto che, rimasto sci~ncatoper la rottura di un femore mentre faceva il manovale, era stato costretto a scendere nel sottomondo dei cavatori di rena. Dopo la morte del padre, Ranocchio è l'unica creatura con cui Malpelo riesce ancora

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==