Linea d'ombra - anno X - n. 68 - febbraio 1992

IL CONTESTO chine in tutto il quartiere e poi urla, serrature rotte, spari e confusione. La paura dei primi giorni è passata, ora scendiamo in strada e facciamo buona guardia ai due negozietti di mia suocera; ogni tanto faccio un salto a vedere se le mie cognate stanno bene; poi, bisogna pur mangiare, allora si gira per reperire viveri e petrolio per le lampade. A volte si acquista merce di dubbia provenienza e in famiglia si accendono discussioni di carattere religioso, ma non possiamo farci niente, è impossibile trovare un negozio aperto per fare spesa, quindi si mangia ciò che si trova. In famiglia stiamo attenti a non farci coinvolgere dalla generale ubriacatura del saccheggio che sembra avere contagiato molte persone, soprattutto i giovani. In famiglia abbiamo due ragazzini di quindici e diciassette anni che a rischio della vita sono sempre in giro a frugare nei negozi con una banda di loro coetanei. Ogni tanto scendo nella loro camera che è diventata un bazar, vi si trova di tutto. La nonna ha provato con le buone e con le cattive a tenerli in casa, ma non c'è nulla da fare. Non conoscendo il valore della roba, ne fanno un c1ttivo uso: l'acqua minerale la usano per fare il bagno, le camicie le usano una volta e poi le gettano; lo stesso per le scarpe. Verso le 10 scoppia furiosa una battaglia, un carro armato è entrato nel quaitiere e ha cominciato.a fare fuoco all'impazzata. C'è stato il solito fuggi fuggi generale. Sono corso a barricare la porta mentre il nostro vicolo si riempiva paurosamente di gente armata. Poi c'è stata un'esplosione terrificante seguita da altre tre, la nostra casa, su tre piani, ha tremato tutta, calcinacci e polvere ci hanno investito, sono corso a cercare lmaan che per fortuna era in braccio a mio nipote. Poi siamo andati a controllare i piani superiori che grazie a Dio non avevano subito danni. Le cannonate sono cadute a poco più di 20 metri da casa. Aspettiamo le informazioni che corrono di bocca in bocca. Da basso un uomo eccitato urla il mio nome, 16 prendo la cassetta del pronto soccorso e mi precipito giù. La moschea "Marwaas" è stata centrata in pieno dalle cannonate, l'aria è satura di polvere e vi alloggia uno sgradevole odore di dolciastro. Quattro cadaveri giacciono in un angolo vicino alla larga breccia provocata dal proiettile del cannone. La morte li ha colti in preghiera con il libro del Corano in mano. Un giovane è steso in terra, dalla bocca e dal naso fuoriesce una schiuma bianca, tasto il polso, è muto, appoggio l'orecchio sul torace ma il cuore ha smesso di battere. Ha una piccola ferita ad una gamba; la tremenda esplosione ha causato la m01te.Fatico non poco a convincere suo fratello Xasan, nostro vicino, che non c'è nulla da fare. Accorre subito mio nipote Awees, amico della vittima, piange in un angolo. Si chiamava Xusen Al Qaasim: ieri sera, insieme agli amici, era riuscito a mettere in salvo la merce del suo negozio; aveva detto a casa ·che andava a pregare per ringraziare Dio._ Mi chiamano al piano di sotto dove ci sono i bagni, un ragazzino giace in una pozza di sangue, ha le gambe spappolate, invoca l'aiuto di Dio, cerchiamo di fargli.coraggio; blocco l'emorragia e corriamo a·cercare una macchina per portarlo al pronto soccorso; viene caricato su un'auto dei saccheggiatori che parte a tutta velocità. Un anziano ha una scheggia in una spalla, frugo con le pinze e gliela levo, per fortuna è sotto shock e non accusa dolore. Un uomo ha ferite da schegge sull'addome e nella schiena; un'altra in faccia e sul petto. Dal piano superiore della moschea vedo scendere numerose donne e bambini, sono una cinquantina circa. Da diversi giorni questo è il loro rifugio dall'alba al tramonto, poiché si sono verificati atti di teppismo e di stupro da parte di bande armate. Le persone morte erano i genitori e i fratelli che facevano la guardia. La moschea è stata centrata da tre cannonate, se avessero colpito il piano superiore, ci sarebbe stata una carneficina. 24.1.1991. Anche stamattina presto tutte le donne e le bambine sono state portate nella moschea "Jaamica", lontana dalla strada con le pai·eti più robuste. Dall'inizio della guerra, il vecchio quartiere di Xamai·Weyne, sta subendo saccheggi e violenze di ogni tipo. Solo la famiglia Xaaji Diriye, proprietaria di molti negozi si è armata per tempo ed ora tiene alla larga i saccheggiatori ed è temuta. E' l'alba _e già inizia il saccheggio, molte famiglie hanno abbandonato il quartiere che è diventato invivibile. Le case vuote, vengono subito svaligiate. I primi a lasciare la capitale sono stati gli indiani, ora sono gli yemeniti a fuggire. L'esercito ha piazzato alcuni blindati vicino all'albergo "Curuba" e ha aperto il fuoco contro gli sciacalli. Abbiamo assistito alla solita scena di fuggi fuggi, fardelli sparsi ovunque, morti e feriti. Finalmente, c'è un po' di pace. I bambini sono scesi per strada e frugano nei negozi e nei sacchi. Trovano di tutto, anche armi perse nella fuga; cominciano i primi incidenti mo1tali; i bambini giocano con fucili, pistole e bombe a mano. Il giornale radio della sera ci riserva una sorpresa: è stato formato il nuovo governo. Nonostante i combattimenti il dialogo tra il regime e l'opposizione è proseguito; Cumar Carte Khaalib è il primo ministro e anche due miei colleghi dell'Università: Cabdulxamiid, preside di Veterinaiia, è stato nominato Ministro del turismo e Saalim Caliyoow Ministro della Zootecnia. 25.1.1991 Con terrificant~ puntualità si è ripetuto anche oggi il rituale del saccheggio. La gente, numerosa come le formiche, ha passato al setaccio tutto il quartiere, non sono state rispai·miate nemmeno le bottegucce degli artigiani; anche alcune case sono state prese di mira. Una nostra amica che non aveva voluto seguire le altre donne nel rifugio sicuro della moschea, si è salvata saltando da un tetto ali' altro.e si è procurata una brutta slogatura al piede, ma è salva. In mattinata Khadija e Yasmiin, due nostre nipoti che erano uscite per cercare un po' di verdura a Xamar Jabjab, un quartiere poco lontano, hanno corso una brutta avventura, senza gravi conseguenze, per fortuna. Ad un incrocio sono state fermate da alcuni militari e accusate di portai·e viveri ai guerriglieri; per fortuna non si sono perse d'animo, anzi hanno ribattuto che ci voleva ben altro che le loro poche verdure per nutrire un esercito. I militari hanno reagito colpendole con il calcio del fucile e

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