Linea d'ombra - anno X - n. 68 - febbraio 1992

24 VISTA DALLA LUNA ~ o,: l:I.l E- -<l'. ...J bini picchiati, umiliati, tormentati, che non siano mai stati aiutati da un testimone consapevole, sviluppano in seguito una sindrome dalle gravi conseguenze: non conoscono i loro autentici sentimenti, li temono come la peste e sono quindi incapaci - anche quando siano dotati di intelligenza spiccata - di cogliere connessioni fondamentali per l'esistenza. Divenuti adulti, ritorcono la crudeltà subita in passato su esseri innocenti, senza rendersene conto e senza assumersene la responsabilità al punto da definirla - come un tempo avevano già fatto i loro genitori-un modo per 'liberarli'. Ne risulta un comportamento di una irresponsabilità estrema al quale varie ideologie, complice un'infinita ipocrisia, attribuiscono un'apparente legittimità. Le conseguenze dirette sono azioni distruttive, ostili alla vita e sprezzanti dell'umanità, che minacciano il nostro pianeta: e questo proprio in un'epoca di alto sviluppo tecnologico"11. Anche ricerche italiane, come quella condotta a Palermo da un'équipe di psicologi sociali dell'Università, hanno dimostrato che "sono anzitutto i genitori e gli insegnanti che, educando con la violenza, educano alla violenza, educando con il rispetto, educano al rispetto 12. Ma è nell'ambito della comunicazione che si assiste ai peggiori standard manipolativi, che le minacce, i ricatti, gli ordini fanno da sfondo ad atteggiamenti autoritari e falsamente democratici. L'ascolto non manipolativo, lo scambio autentico, l'interazione democratica necessitano di training e di competenze praticamente assenti nella preparazione degli insegnanti: "Lo studio delle dinamiche relazionali dovrebbe far parte del curriculum di studi e l'aggiornamento sistematico e continuativo dovrebbe prevedere, tra gli altri argomenti, l'analisi e la comprensione delle dinamiche relazionali in atto durante il proprio lavoro secondo un iter che vada dall'analisi e comprensione di situazioni reali e concrete, eseguita a posteriori, in sede di formazione ed aggiornamento, alla acquisizione di strumenti sempre più adeguati per riconoscere e padroneggiare le dinamiche stesse nell'immediatezza del rapporto educativo quotidiano. La formazione intellettualistica della classe docente non può che produrre una scuola centrata sugli aspetti cognitivi ed insegnanti impreparati a rapportarsi alla globalità della persona dell'allievo" 13. Ciò che appare chiaro è che per i bambini, specie in età precoce, il concetto di "società", che ha per noi adulti valenze tanto complesse e ampiezza di contenuti, rappresenta il più delle volte semplicemente lo stile di relazione che essi hanno con i "grandi" frequentati. In altre parole la "società" per i piccoli siamo anzitutto noi adulti con i nostri modelli di comportamento; la "politica" sono le sgridate e l'indifferenza o viceversa l'ascolto e l'attenzione che essi ricevono. La considerazione di questa realtà implica ancora una volta di porre al centro dell'educazione i sofisticati processi di identificazione che il bambino costruisce nel rapporto che ha con le figure adulte invece che le inutili esortazioni più o EDUCAZIONE ALLA PACE meno moralistiche verso questo o quel suo compo1tamento. La sfera relazionale ha poi agganci diretti con il metodo adottato. Ad esempio la scuola sistematicamente incentrata sul "non copiare" opera a favore della genesi di personalità fortemente disinteressate alla cooperazione e all'aiuto reciproco, nonostante l'indubbia efficacia di una strategia relazionale-socializzante per lo stesso apprendimento14. 2) La scuola ecologica: modificare le strutture educative per una diversa comunicazione di valori. Mi capita spesso nei seminari per insegnanti di criticare l'uso della campanella a scuola come retaggio di un'organizzazione militar-casermesca ma mi accorgo di toccare un tasto difficile; qualcosa che sta al confine fra l'abitudine e il far scuola in quanto tale. In realtà, la campanella non è che l'iceberg di un modo più generalizzato di organizzare lo spazio e il tempo scolastico in cui la componente ordine gerarchico assume una caratteristica per l'appunto militare. Cito ad libitum: la disposizione dei banchi, i corridoi, la collocazione degli uffici dirigenziali, l'immutabilità dei ritmi temporali, la disposizione gerarchica delle figure scolastiche (direttore o preside, insegnante, bidello), il lei del bambino all'insegnante e il tu dell'insegnante al bambino, l'appello al mattino ... Mettere in discussione tutto questo non è attentare alla scuola e ai suoi codici secolari quanto rispondere ai bisogni dei ragazzi, a nuovi codici etici, evitando di perpetuare regole ormai solo burocratiche. Si tratta di rispondere ai valori della pace e del rispetto ambientale a un nuovo livello meta-comunicativo che investa direttamente I' organizzazione. Le scuole per esempio potrebbero strutturarsi come vere e proprie "case ecologiche" 15: riciclo della carta e di altri generi, alimentazione naturale nelle mense, coltivazione di un orto biologico, risparmio energetico, bioarchitettura ... e ovviamente tutto l'ambito dell'ecologia dello spazio umano. Anche l'educazione alla solidarietà presenta risvolti organizzativi: basti pensare alle cartine murali del mondo impostate secondo le proiezioni eurocentriche di Mercatore. Anche in questo caso l'alternativa è possibile grazie alle nuove proiezioni Peters, più rispondenti all'effettiva grandezza dei continenti 16. Eccetera. 3) Il "maestro artigiano": assumere la propria personale soggettività di educatore/educatrice. Don Lorenzo Milani nella scuola di Barbiana ha per molti versi riproposto la storica figura del "maestro artigiano" 17. A più riprese segnalò di non possedere un metodo pedagogico propriamente detto ma di offrire soltanto l'esperienza diretta del vivere assieme, dello studiare assieme, offrendosi lui stesso come guida, e maestro. A tutti gli effetti, una specie di apprendistato così come avveniva nelle botteghe artigiane (e nei campi) dell'era pre-

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