1 4 VISTA DALLA LUNA --0:: o,: o,: t.J.l f- --0:: ....l Legalizzare la droga Un programma minimo Premessaaqualunque programma efficace è la possibilità di sottrarre il consumatore di droghe illegali a due convergenti forme di pressione: quella, di tipo giudiziario, rappresentatadal sistemadelle sanzioni edelle pene equella, di tipo sanitario, che subordina l'aiuto, l'assistenza e la cura a una decisione di totale astinenza.Pertanto,sesi vogliono ridurre le sofferenze e i decessi, si deve liberare il tossicodipendente dalla pressione delle incriminazioni legate al consumo di droga e dall'obbligo della totale astinenza quale precondizione per rice_vereaiuto. Dunque, si deve ipotizzare una strategia di assistenzachepreveda due forme diverse di intervento, tra loro integrabili: a) terapia, finalizzata ali' interruzione del consumo di droghe che comportano dipendenza; b) trattamento, finalizzato, non all'astinenza, ma al miglioramento dei comportamenti dei tossicomani sul piano fisico e sociale. Un programma di ispirazione antiproibizionista può intervenire nella situazione attuale attraverso gli strumenti della politica sanitaria e può porsi l'obiettivo di sviluppare un complesso di servizi sociali, di progetti terapeutici, di misure di prevenzione e profilassi. Le esperienzeinternazionali di riduzione del danno (Harn, Reduction), nella regioneciel Mersey in Inghilterra e nei Paesi Bassi, e i progetti cli applicazione da parte dei rappresentanti delle amministrazioni comunali di Amsterdam, Francoforte, Amburgo e Zurigo (Risoluzione cli Francoforte ciel 22 novembre 1990), consentono di documentare costi e benefici delle diverse strategie cli intervento; e permettono cli organizzare una rete attiva cli relazioni internazionali che comprenda operatori (medici e personale sanitario, psicologi e sociologi, funzionari del sistemagiudiziario e cli quello repressivo) e pubblici amministratori. Lo sviluppo cli un programma minimo cli riforma può prendere le mosse dal recente rapporto Gerstein-Lewin, pubblicato negli Stati Uniti nel settembre 1990 dalla National Academy of Science, a conclusione di una ricerca commissionata, fra gli altri, dal National lnstitute on Drug Abuse (NIDA), un organismo governativo. In questa,che è la più accurata indagine fino ad oggi realizzata sui costi ebenefici dei programmi cli trattamento, si legge fra l'altro: "La ricerca iniziale di Dal volume Legalizzare la droga. Una ragionevole proposta di sperimentazione, a cura di Luigi Manconi, con testi di Giancarlo Arnao, Luigi Ferrajoli, Luigi Manconi, Giuliano PisapiaeMarco Taradash(Feltri nel li 1991) droghe e il loro uso occasionale dipendono largamente da una scelta volontaria, sebbene questo comportamento sia profondamente influenzato dall'ambiente. La progressione nell'uso di droghe non è inevitabile; una minoranza di consumatori progredisce verso l'abuso, eancora di meno arrivano alla dipendenza." Per la maggioranza la dipendenza dalla droga non è dunque unacondannaa vita, e tanto meno a morte. E sa occupa una fase temporanea del!' esistenza, che può essere superata più o meno rapidamente attraverso un processodi maturazione personale, incentivato e sostenuto dall'esterno. Decisivo diventa, allora, il ruolo delle norme giuridiche, delle politiche sanitarie e dei servizi sociali. Le leggi sulla droga devono facilitare questo processo, evitando di trasformare i tossicodipendenti in tossicodelinquenti e di compromettere, con ciò, ogni possibilità di integrazione sociale. Da ciò deriva che: a) è necessario tenere separati i mercati delle diverse sostanze per scoraggiare il passaggio dalle "droghe leggere" a quelle "pesanti"; b) è necessario ridurre i danni alla salute che i consumatori di droghe possono causarea se stessi in ogni fase,scongiurando in particolare l'infezione da Hiv (virus del!' Aids); c) è necessario offrire la gamma più ampiadi programmi di trattamento, commisurati alle diverse esigenze. Un prograrnma minimo ispirato a questi presupposti richiede modi fiche- non necessariamente radicali -delle leggi edei decreti amministrativi in vigore: fermo restando che la più efficace politica sociale e sanitaria può soltanto temperaree non annullare i guasti del proibizionismo. Un tale programma - rivolto agli amministratori pubblici, agli operatori sociali e sanitari, alle associazioni cli assistenza, di solidarietà e di auto-aiuto - può così articolarsi: I) È necessarioche i Servizi pubblici per le tossicodipendenze istituiti presso le Unità sanitarie locali, organizzino le "unità di strada": servizi mobili sucampero autobus,destinati al primo contatto con i tossicodipendenti che rifiutano di rivolgersi ai centri fissi. Le "unità di strada" devono esserecostituite da operatori sanitari, psicologici, volontari con esperienzadell'ambiente eiaraggiungere (per esempio, ex tossicodipendenti provenienti da gruppi di auto-aiuto e da comunità) e operare nelle "zone a rischio": devono fornire siringhe sterili in cambio di quelle usatee preservativi e devono distribuire metadone a domicilio ai tossicodipendenti registrati. Devono offrire il primo contatto per informazioni su possibilità di lavoro, alloggio, reinserimento e per favorire lo sviluppo di programmi di auto-aiuto fra gli utenti, in collaborazione con le associazioni ciel volontariato e le comunità di accoglienza. 2) È necessarioche i Servizi pubblici per le tossicodipendenze forniscano il metadone, e altri farmaci di sostituzione dalle caratteristiche analoghe, nell'ambito di un programma sanitario graduato sugli obiettivi a breve e a lungo termine. Ciò al fine di evitare la trasmissione dell'infezione da Hiv (virus del!' Aids) e di altre malattie infettive provocate dall'uso promiscuo cli siringhe; al fine di limitare i rischi di overdose, cli allontanare il tossicomane dal circuito criminale, di facilitare il suo reinserimento nella vita sociale, di ridurre la sua dipendenzadalle droghe illegali. 3) È necessario riconoscere il diritto di ogni medico asuggerire epraticare la forma di terapia più appropriata alle condizioni del paziente (compresa la terapia del dolore, attualmente resadifficile dalle leggi sulla droga); e il diritto di ogni cittadino a scegliere in un'ampia gamma di offerte sanitarie e di decidere per quella che ritiene più confacente ai propri bisogni. Vanno perciò eliminate tutte le norme, come quelle contenute nel decreto del 19dicembre '90del ministro della Sanità sul metadone (Regolamento per la determinazione dei limiti e delle modalità d'impiegodeifarmaci sostitutivi nei programmi di trattamento degli stati di tossicodipendenza), che riducono la libertà dei medici e quella degli utenti dei servizi sanitari. 4) È necessario sperimentare - in un numero significa ti vo di città- la distribuzione di eroina e altre sostanze stupefacenti, in virtù cli quanto previsto dalla L. 162/90 che, all'art. 13,comma 2, così afferma: "È consentito l'uso terapeutico di preparati medicinali a base di sostanze stupefacenti o psicotrope di cui al comma I, debitamente prescritti secondo le necessitàclicura in relazione alle particolari condizioni patologiche del soggetto." Al termine del periodo sperimentale, e in funzione dei risultati ottenuti, verrà deciso se sopprimere la sperimentazione o estenderla a tutto i I Paese. 5) È necessario mettere a disposizione macchine per la distribuzione automatica delle siringhe sterili in cambio di quelle usate, in numero tale da garantire un funzionamento il più ampio possibile e da evitare la concentrazione degli utenti in poche aree della città. Tali macchine devono essereinstallate in luoghi e locali accessibili a qualsiasi ora, nei quartieri più "a rischio". Questo richiede la collaborazione di istituzioni, associazioni, gruppi di volontariato. 6) È necessario considerare il carcere - al cui interno il numero dei tossicodipendenti è in costante crescita - come "quartiere ad alto rischio", dove si presentano in maniera aggravata tutti i problemi della collettività (ivi compresa la circolazione di droghe iniettabi-
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