1 2 VISTA DALLA LUNA <I'. ce: ce: ~ <I'. ....l sioni dei rapporti, come si agisce in rapporto agli altri se attraverso un rapporto ansioso, di dominanza, un rapporto che sfugge alla propria responsabilizzazione, alla dichiarazione di ciò che si vuole. Questa sperimentazione di modelli di rapporto differenti è subordinata all'esistenza di un ambiente che renda questo possibile. Quindi discriminante secondo lei è la separazione? Il fatto di separarsi può essere uno dei presupposti dell'emancipazione. E una sorta di strategia antropologica, nel senso che tra i mezzi di individuazione e autorealizzazione vi può essere la separazione. Questa è una delle condizioni operative che la stragrande maggioranza delle comunità mettono in atto. Il problema è che questa separazione, se è vero che avviene per certi parametri, non risolve sicuramente un legame emotivo fortissimo. Il tipo di separazione realizzata grazie all'esperienza di comunità non garantisce, di per sé, una effettiva separazione affettiva, emotiva. Questo spiega il fatto che molti - magari rispondendo a precisi segnali della famiglia - o scappino, o non reggano, o ritornino alle stesse condizioni di partenza una volta finita quella separazione. La separazione che alcune comunità propongono senza "aggiunte", purtroppo non basta. Non è l'elemento più importante perché l'obiettivo della separazione fisica può semmai essere solo uno strumento per arrivare alla separazione emotiva. E su che cosa ancora si deve basare la terapia? Facciamo il caso del Ceis (Centro italiano di solidarietà) di Don Mario Picchi dove si è arrivati progressivamente a rendersi conto che bisogna lavorare con le famiglie. Quindi c'è tutta una complessa operazione di selezione e di ingaggio delle famiglie, scegliendo quelle che si adattino al modello proposto, cioè ad un certo percorso terapeutico che, apparentemente è fondato sulla comunità, ma che in effetti mette in gioco tutta una serie di meccanismi familiari e individuali che fanno sì che l'esperienza della permanenza in comunità abbia un senso. Prima dell'ingresso in comunità il Ceis impone un periodo di osservazione, un percorso attraverso vari filtri in cui tutti e due i genitori vengono coinvolti, anche se il tossicodipendente non vuole. Praticamente viene creata - tra l'altro - una sorta di camera di pressione sulla famiglia perché spezzi tutti i circuiti e i modelli di rapporto disfunzionali. Quindi c'è una ricalibrazione, una ristrutturazione, una rivoluzione della famiglia. Questa metodologia richiede però una moltiplicazione degli sforzi, un surplus di lavoro per le co1nunità che hanno mezzi e posti limitati. .. Secondo me questo è falso. Tutte le comunità comunque selezionano non perché siano cattive, ma perché bisogna garantirsi un minimo di ingaggio. Le comunità meno serie adottano una forma brusca e rozza di selezione: ti fanno aspettare per vedere se tu resisti. Le altre invece vogliono costruire un progetto e un rapporto. Questo non significa che non c'è posto nelle comunità o che è necessario avere un santo in paradiso per entrare. Le strutture più serie hanno progettato dei percorsi per tutelare la propria operatività. Quelle che accettano subito DROGA: LA LEGGE E LA VITA sono le comunità meno serie, più fallimentari, più truffaldine, quelle che non hanno nessuna progettualità. Qual è la sua opinione sulla somministrazione del metadone? La lettura corrente vede il metadone come un farmaco. Questa è una balla grossolana. Il farmaco metadone è uguale all'eroina, è una "droga" né più né meno che l'eroina, dal punto di vista dell'azione sull'individuo è uguale, cioè garantisce parte di quegli stessi effetti "positivi". Cioè risponde discretamente - cosa che nessuno degli altri psicofarmaci riesce a fare "così bene" - ad alcune dinamiche della sofferenza, anche se non a tutte. L'oppio da che mondo è mondo, risponde a questo, agisce perfettamente su uno spettro di condizioni psichiche che vanno dall'ansia, alla confusione, alla depressione, e le "risolve". li metadone per sostituire l'eroina deve avere delle proprietà analoghe. Questo fa sì che il metadone vada bene per una percentuale di persone molto elevata, e non fa altro che sostituire una dipendenza con un'altra dipendenza. Quindi al metadone va applicata la stessa complessità di ragionamento che applichiamo all'eroina. È uno "psicofarmaco" i cui picchi d'azione sono però differenti dall'eroina; è una specie di ombrello chimico che costituisce una sorta di livello di protezione al di sotto del quale la persona nel suo complesso può, attraverso tentativi ed errori, provare ad assestarsi trovando un proprio equilibrio. Una serie di casi effettivamente si risolvono attraverso il metadone, non perché il metadone sia la soluzione, ma perché costituisce la copertura al di sotto del quale l'individuo può fare dei movimenti (ora che ha la sostanza gratis, ora che ha la costanza e la sicurezza della cura psicofarmacologica alla sofferenza). Ma perché quella sofferenza possa essere contenuta sotto l'ombrello metadonico, deve avere certe caratteristiche: non deve essere sofferenza acuta, esplosiva, magmatica, molto confusiva, il contesto reale non deve essere completamente disgregato, eccetera. Fra l'altro iI metadone a certe dosi comporta una serie di effetti collaterali - come "l'imbambolamento" - non secondari. È quella tragedia che si vede davanti ai centri che distribuiscono metadone. Si parla della legalizzazione della droga, come di un'ipotesi per limitarne i danni, per ridurre il numero di morti per eroina, per combattere il mercato nero, per evitare ai tossicodipendenti la necessità di diventare microcriminali per procurarsi i soldi per acquistare la dose quotidiana. Che ne pensa? Bisogna avere dei criteri per pensare al problema gravissimo della liberalizzazione. Questa è una cosa a cui bisogna pensare con dolore, con molta concentrazione, con molta umiltà, con estrema cautela. Comunque io parlcivo di legalizzazione, che è una cosa diversa. Certo, ma se si fa una distinzione fra liberalizzazione e legalizzazione bisogna dire molto chiaramente le condizioni di base perché l'una non diventi l'altra. Quali sono gli argini? Per esempio per il metadone si è costituito subito un mercato
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