Foto di Roberto Koch (Controsto). "comandante supremo" e via dicendo nei vari tempi e paesi. Guarda caso, anche ali' Avana, come altrove in regimi tirannici, designato alla successione è il parente più stretto del capo, il fratello Raul. Nessun dubbio sfiora i partigiani senza riserve della rivoluzione tropicale, dopo oltre tre àecenni di esercizio di un mandato che non ha poi scadenze? Una caratteristica comune a quasi tutte le tirannie è quella di trattare il popolo come una massa di bambini deficienti. Come può una persona mediamente intelligente non sentirsi imbarazzata nel leggere sulla stampa ufficiale cubana che Raul Castro, mentre si accingeva davanti allo specchio a lavarsi i denti, è scoppiato a piangere per essere stato costretto a chiedere la condanna a morte per alcuni vecchi compagni d'armi? Cronaca dal ton9 serissimo sulla stampa ufficial'e, attraverso I' agenzia governativa, in Tv ! Era I' 89, in occasione della condanna del generale Ochoa e di altri tre militari di alto rango. Un processo contro i presunti responsabili di un ingente traffico intèrnazionale di stupefacenti durato tre anni e "improvvisamente scoperto", in un paese nel quale ogni movimento è controllato, figurarsi quello delle basi aeree! "Le Monde" scrisse che "troppi processi insultan'ti la giustizia più elementare sono gi'à avvenuti a Cuba per prendere come oro colato quello che ci fanno vedere oggi." E perfino "il Manifesto", certo non sospetto di anticastrismo, annotò : "Sembra di rivedere un vecchio film", essendoci nel soggetto le arcinote "purghe" e "a_utocritiche" di memoria est-europea. La "scoperta" che fece piangere l'addolorato Raul con lo spazzolino in mano era in verità un espediente per fermare eventuali ritorsioni degli statunitensi. Il narcotraffico era gestito dal regime attraverso lo "MC", un organo dipendente dai servizi segreti che doveva far affluire nelle casse cubane valuta pregiata con qualsiasi mezzo. Racconta Iliana de la Guardia, figlia del colonnello capo di quell'ufficio - uno dei quattro giustiziati -, ora che è protetta dall'asilo politico a Parigi: "A noi giovani dicevano che tutto quello che fa danno ali' imperialismo americano è buono per la Rivoluzione". Per esempio, lo smistamento di droga verso gli Stati Uniti. E raccorita anche di aver visto ali' Avana, scortato da agenti cubani, il grande narcotrafficante Robert Vesco, ricercato da anni dall'Interpol. Anche a voler. ammettere che per assicurare la sopravvivenza del sistema socialista tutto è legittimo, quali sono i principi ideali che autorizzano a uccidere compagni che hanno semplicemente svolto i compiti loro affidati dal fratello-successore e comandante delle IL CONTESTO forze armate? "Emissari di Fidel andarono a trovare mio padre, in cella, per chiedergli di ammettere tutto, di fare autocritica in aula, perii bene della Rivoluzione, e che poi tutto si sarebbe aggiustato", ricorda Iliana. Lo StefsO sarà avvenuto con gli altri "imputati". Poi, quando ormai appariva chiaro l'inevitabile esito, ecco le promesse fatte da Garcfa Marquez ai familiari disperati che cercavano aiuto: "Ma non è possibile! Parlerò con Fidel e le cose si metteranno a posto." Le cose si sono messe a posto per il regime, co le fucilazioni. Un particolare quanto meno curioso: contro il generale Ochoa non c'è stata una sola prova, una sola testimonianza che indicasse un suo coinvolgimento nemmeno. indiretto nel traffico oggetto del processo. Nella requisitoria contro di lui, Raul Castro mosse accuse che con la droga non c'entravano: "comportamento populista", "battute di spirito fuori luogo in pubblico". Sono 'buoni motivi per togliere la vita a un uomo, à uno che per di più era stato decorato come "eroe della rivoluzione" quando era comandante delle forze militari cubane in Angola? Racconta Jorge Masetti, compagno di Iliana, ex membro dellla commissione dirigente del Pc cubano, responsabile dei rapporti con le sinistre armate latino-americane, oggi anche lui a Parigi: "Ochoa aveva espresso diverse volte a Raùl le sue divergenze sull'utilità di quella missione nel paese africano; in presenza di altri compagni". E la 'vedova dello stesso Ochoa riferisce che il maritò ebbe una discussione accesa con il fratello di Castro e "36 ore dopo venne arrestato". Tutti gusanos (vermi) quelli che riferiscono queste cose e quelli che se ne sono andati da Cuba? Sono uguali i due figli della Rivoluzione rifugiati in Francia agli affaristi cubani di Miami? Affarista e delinquente anche l'ex comandante Huber Matos, che dall'esilio denuncia le degenerazioni tiranniche del regime? E il profugo ex generale Rafael del Pino, uno dei primi guerriglieri negli anni Cinquanta? E Carlos Franqui? Vermi traditori anche i poeti messi ultimamente in galera? E gli attivisti della difesa dei diritti umani come Gustavo Arcos, che non hanno voluto mai abbanèlonare l'Avana per lottare dall'interno? Tutti i gruppi di opposizione sono da considerare alla stregua di Fundaci6n Nacional, l'aggregazione tradizionale degli oppositori esuli a Miami tra cui erano mischiati ambienti malavitosi e gruppi in rapporto con la destra statunitense? No, oggi esistono Concertaci6n Democratica all'interno di Cuba e Plataforma Democratica all'estero, coalizioni di oppositori politici non sospetti. O bisogna forse attendere di leggere in futuro, forse dopo un'ondata di violenza che potrebbe investire i cubani, che le cose ali' opposizione non sono esattamente quelle che oggi raccontano i vertici del regime? E, chissà, anche qualche rivelazione sulle vere cause dei numerosi suicidi di ex protagonisti della rivoluzione ("momentanea depressione") che ci sono stati in questi 33 anni? I cubani che per comprare ogni prodotto fanno la fila, che hanno le tessere di un razionamento sempre più limitato e percorrono chilometri in bicicletta perché non c'è benzina per le auto sanno che vicino al loro paese, nella sconfinata America Latina depredata dall'egoismo di potenze straniere e di ristretti gruppi privilegiati interni, la maggioranza della gente sta peggio di loro. Forse è per questa ragione che non scendono in strada a protestare, o perché sanno di avere un servizio di assistenza sanitaria che altri latino-americani nemmeno si sognano. Ma ragiona in questi termini un essere umano, mentre attende ogni giorno il suo turno in fila o al momento in cui si alza da tavola ancora affamato? Ha la capacità di riflettere, in queste circostanze, sul bisogno di un prezzo da pagare per un promess9 futuro luminoso? La risposta riguarda in ogni caso i limiti della sopportazione dell'individuo. 7
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