Linea d'ombra - anno X - n. 67 - gennaio 1992

6 VISTA DALLA LUNA < o::: o::: Ul E- < ...J comprendere alla madre che Sergio non è soltanto "sviato dalle cattive compagnie". Le radici del suo stato attuale, di disagio profondo, di tossicodipendenza penetrano nello stesso terreno familiare. Grazie a questo intervento, la reazione dei genitori è stata infine posi tiva, al punto che hanno accettato di inserirsi in un gruppo di familiari di tossicodipendenti, che danno vita a momenti di "autoaiuto". In questo periodo Sergio appare sfuggente. Fissa gli appuntamenti e poi non viene. Continua a dire che vuole smettere di farsi ma i suoi reali comportamenti dimostrano il contrario. Forse dipende anche dai mutamenti avvenuti in famiglia. I genitori, infatti, verso il figlio che di giorno frequenta ancora la loro casa, si co.mportano diversamente da un tempo. Non gli danno soldi, non gli comprano le sigarette, non cedono ai suoi usuali ricatti. Sergio comincia a preoccuparsi di questi cambiamenti. Soprattutto lo inquieta il nuovo modo di essere della madre, non più totalmente disponibile a proteggerlo e a giustificarlo a oltranza. Questa situazione, che produce nuove tensioni, è per Sergio la preoccupazione principale nei suoi periodici incontri con noi. Comincia a capire che le cose non stanno più come prima, e questo accresce le sue ansie. Sentiamo che sta vivendo una fase in cui ha bisogno di maggiore sostegno. Ci confida, in effetti, di essere più spesso tentato dall'eroina. Dice anche che questo lo spaventa. Concordiamo che è utile trascorrere insieme più momenti della giornata, magari da utilizzare in attività che lo interessino o che realizzino qualche suo progetto o desiderio. È entusiasta, ad esempio, di un corso di nuoto (tre volte la settimana in piscina). Gli interventi di ascolto e di sostegno nei confronti di Sergio si alternano così, inframmezzati da incontri con i genitori. Questi ultimi sembrano trarre un certo beneficio dalla frequenza al gruppo di "auto-aiuto". Forse è possibile creare i presupposti di una nuova capacità e dinamica relazionale dentro la famiglia. Sergio arri va puntuale ali' appuntamento, stamattina. Propone di uscire a passeggiare. È caldo, oggi. La buona stagione avanza e anche lui ha voglia di stare fuori. In questi mesi, come dice, "ha fatto il bravo". Si fa poche volte, tenta più spesso di resistere. Stamattina sembra piuttosto sereno e si esprime con facilità. Parla di sé, fa qualche progetto. Dice di aver cercato e trovato un lavoro stagionale, sulla spiaggia. Facendo il punto sui suoi rapporti con i genitori li trova migliorati, anche se diversi problemi persistono. Sembra molto consapevole. Soprattutto, la figura paterna continua a restare molto marginale. Ripercorrendo questi mesi, fitti d'incontri, di tentativi, di azzardi forse, ma costanti nel ricercare un filo e un cammino, nell'impegno di riattivare percorsi e progetti positivi, ci rendiamo conto che le nuove relazioni che Sergio ha costruito, anche grazie al nostro sostegno, finiscono per allontanarlo da noi. La sua nuova strada, se è davvero sua va altrove. È una separazione necessaria, un~ "DROGA: LA LEGGE E LA VITA prova difficile ma irrinunciabile. È per questo che abbiamo lavorato insieme e per quanto ci spiaccia vederlo allontanarsi sappiamo che questo è il prezzo dell'autonomia nuova che Sergio deve conquistarsi. Giovanni in collina Quando l'abbiamo conosciuto Giovanni si trovava in un momento di grande confusione. Come lui stesso diceva, si trovava "al centro di una fitta foresta" e "senza una bussola" che lo orientasse. Ora che lui è altrove e che il rapporto si è strutturato diversamente, dopo mesi di assiduità, ci sembra di poter dire che molte volte noi siamo stati quella bussola. Una sorta di "io ausiliario" che ne ha facilitato l'apprendimento attraverso le esperienze attraversate insieme. Nei cinque mesi del nostro intervento abbiamo cercato di tener conto del suo stato d'animo, dello smarrimento che aveva denunciato, pur volendo evitare di sostituirci a lui nel momento delle scelte, creando, invece, le condizioni per favorirne l'assunzione di responsabilità di fronte a sé stesso, in primo luogo, alla propria famiglia, e agli altri, al mondo esterno. Forse l'immagine del suo smarrimento, e forse anche l'immagine di una sua dolente malinconia, l'abbiamo vista più nitidamente una sera qui al Centro civico di Quartiere, dove ha sede il nostro ufficio ma dove ci sono anche delle stanze usate da gruppi musicali. C'era una riunione di questi gruppi e c'era anche Giovanni. Un tempo suonava il basso ma poi l'eroina gli ha tolto ogni altro interesse. Quella sera ci sembrava di veder riemergere in lui interessi e desideri sottratti alla droga. Abbiamo lavorato su questo. Giovanni, che ha 22 anni, ci è stato segnalato dal Servizio Assistenza per Tossicodipendenti. È l'unico figlio di una famiglia di commercianti. Il nostro primo contatto è avvenuto nella sua abitazione. Vive con la madre e il padre. La madre è una signora di mezza età, minuta, apparentemente dimessa e che in seguito, nei colloqui, si dimostrerà assai poco soddisfatta della sua vita coniugale. Il suo legame molto stretto, possessivo, col figlio, dipende forse da questo, dall'aver compensato così le carenze del!' unione coniugale. Il padre è una persona introversa, di poche parole, di scarsa capacità di relazione. Ci sembra di capire che Giovanni gli risulti molto diverso dal figlio che avrebbe desiderato.C'è sempre una famiglia insoddisfatta, o in vario modo tormentata, a volte ottusamente, altre volte in modo più consapevole, dietro una storia d'eroina. Il nostro percorso con Giovanni e con la sua famiglia è partito da lì. Si è snodato soprattutto attraverso la riscoperta di piccole dimensioni, del quotidiano, in cui rintracciare alternative al richiamo esercitato dall'eroina. Dimensioni a volte apparentemente in~ignificanti, ma dentro le quali riannodare i fili. Fili di memoria e di progetto, come nei colloqui, o fili di relazione, e riscoperta, come nel caso della partecipazione al gruppo musicale e all'aggregazione giovanile che fa capo a questo centro, con la possibilità e la sperimentazione di nuove amicizie. E, insieme a tutto questo, un filo che porta a una nuova fiducia

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