DROGA: LA LEGGE E LA VITA dimensioni reali, ne trascura le esperienze. In questo processo, la realtà resta un mondo a parte. Con gli interventi che seguono, non si ambisce naturalmente a riportare alla luce questa realtà occultata. Si tratta piuttosto, secondo quello che vuole essere l'abito mentale di questa rivista, di proporre delle voci e delle esperienze il più possibile dirette e contribuire, per questa via, a combattere chiusure e isolamenti, a riaprire un canale clicomunicazione e di confronto, cliconoscenza e di riconoscimento. Solidarietà e accoglienza Il servizio di "Rete di solidarietà ed accoglienza" è stato istituito dall'assessorato alla Sicurezza sociale del Comune di Venezia nell'ambito di una più vasta progettazione nel campo del disagio giovanile e della tossicodipendenza. È operativo dal novembre 1990e comprende gli educatori di strada che agiscono in cinque quartieri della città (due nel centro storico e tre a Mestre) ed un centro notturno gestito in convenzione con la Caritas veneziana per l'accoglienza dei giovani tossicodipendenti che, su segnalazione degli operatori degli altri servizi, necessitano di una breve accoglienza notturna extrafamiliare. Il servizio affianca e collabora con i presidi e le strutture socio-sanitarie pubbliche e del privato sociale già presenti nel territorio. Gli educatori di strada-che attualmente sono 14 e che diverranno 30 quando il servizio sarà esteso a tutti i quartieri della città - rappresentano la parte centrale dell'intervento. Le funzioni proprie del "lavoro di rete" espresso da questi operatori, riguardano i giovani adolescenti che agiscono in una situazione di disagio personale e familiare e con problemi di tossicodipendenza, ma anche i loro familiari e le persone a loro vicine. Organismi con finalità promozionali, di verifica e coordinamento sono la Consulta (composta da una ventina di soggetti pubblici e privati, politici e tecnici, a diverso titolo impegnati sul fronte della lotta alla tossicodipendenza) e il Gruppo tecnico operativo, formato dai tecnici, membri della Consulta, con maggiori responsabilità nell'ambito dei servizi e del privato sociale presenti nel territorio comunale. Dall'inizio dell'esperienza (novembre I990) al 31 maggio 1991 sono pervenute agli operatori 177 richieste di intervento riguardanti una popolazione prevalentemente maschile. Le segnalazioni provengono dai soggetti più vari: familiari, amici, operatori sociali, insegnanti, i medesimi giovani in difficoltà. Sempre nello stesso periodo, al centro notturno sono pervenute una ventina di richieste di accoglienza. Per ulteriori informazioni: Assessorato alla Sicurezza Sociale, Ca' Farsetti, Venezia, tel. (Ò4l) 5237798. (da ASPE n. 18 del 26-9-1991) LATERRA 3 Sulla strada, con metodo Esperienze di intervento sul disagio giovanile a cura di Gianfranco Bettin Un gruppo di ragazzi si interroga, con molte incertezze e timori, sul rischio di contrarre I' Aids. Vivendo in un grande quartiere popolare, nelle aiuole e negli angoli appartati è molto facile imbattersi in siringhe abbandonate. La promiscuità, la contiguità con esperienze a rischio sono frequenti, del resto. I ragazzi non sanno con chi parlare, a chi chiedere informazioni e consigli. Un altro gruppo di adolescenti "occupa" una specie di casettina, che in realtà è lo spogliatoio di un campo polivalente di basket in una zona periferica dove i punti di ritrovo mancano quasi completamente, salvo i baro l'oratorio. Poiché fra i ragazzi del gruppo vi sono dei "soggetti a rischio", tra gli abitanti dei palazzoni popolari circostanti si diffonde un certo allarme. Non si sa bene come intervenire. Un gruppo di adulti in un altro dei quartieri popolari della vasta periferia urbana attorno a Venezia, stanco delle rumorose e "selvagge" performance dei ragazzi che si ritrovano abitualmente sulle panchine installate dagli stessi abitanti perun uso comune attorno ad alcune piccole aiuole, decide di rimuovere le panchine pensando così di rimuovere alla radice la causa di tanti disturbi. Ma i ragazzi si ritrovano lo stesso, negli stessi luoghi, anche senza panchine. E del resto, dove potrebbero andare? Il conflitto tra adulti e ragazzi è molto teso, e penetra nelle famiglie, poiché quei ragazzi sono figli di questi adulti. Non si sa bene cosa fare. Le situazioni appena citate sono alcune fra quelle, tipiche, che vedono adolescenti alle prese con problemi che non sanno bene come affrontare, in mancanza di strumenti e persone di riferimento credibili, o che vedono difficili conflitti tra adolescenti e mondo degli adulti. Conflitti che non si riesce a mediare, ma che non possono restare insanati. Sono alcune fra le situazioni che hanno visto l'intervento degli "educatori di strada". Queste figure, che incominciano a diffondersi nella pratica sia del volontariato che dei servizi pubblici, hanno assunto nella terraferma veneziana - zona molto "a rischio" -caratteristiche originali.L'intervento "di strada" si realizza lungo due direttrici, entrambe disegnate dall'incontro tra associazionismo volontario e iniziativa istituzionale (I' Assessorato alla sicurezza sociale del Comune di Venezia e la stessa Ussl). L'origine stessa di queste esperienze è segnata positivamente da tale incontro. < iii ; g .. ~ .. e: z ►
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