POESIA/WÒJAHN è il sorriso che indosso nel buio. Due settimane di quello, poi pioggia, e poi la gueITa. Non sono l'unica donna e nemmeno la favorita. Lavoro troppo duramente e bevo tè con lo zucchero. Quello ti fa sudare, dicono, "Nell'esercito lo zucchero non è permesso." Così ne metto di più nella tazza. E lavoro, nel periodo piovoso, quando nessuno vuol lavorare: sulle colline con le mucche slanciate, le mine non spazzate, e il toro intontito che emette i suoi gravi suoni. Ancora zucchero! Ancora odore del diesel che si mescola con l'olio di pompelmi! Ancora notti a lucidare i miei vecchi stivali francesi! Lasciate che il nemico riveli se stesso, furtivamente,. nel frutteto, o indossando una camicia pulita, di notte. Questo è tutto quello che verrà a sapere: Rivista trimestrale europea Norberto Bobbio, Le nuove frontiere della sinistra Mary Kaldor, · Perché il mercato non basta Europa in frantumi, Hobsbawm, Elon, Esterhazy, Michnik Paul Feyerabend, Miseria dell'epistemologia I confini della scienza, Vegetti, Jonas, Serres, Gyllensten Culture del paesaggio,· Starobinski, Lowenthal, Magrelli IN EDICOLA E LIBRERIA Abbonamento annuo edizione italiana L. 45.000; cumulativo con un1edizione estera (francese, tedesca o spagnola), L. 90.000. Versamenti sul ccp. n. 74443003 intestati a LETTERA INTERNAZIONALE s.r.l., via Luciano Manai:a 51, 00153 Roma, o con assegno allo stesso indi~izzo. Nome? Un villaggio polacco. Rango? Apparentemente così. E numero? Prova il numero su una lettera che continua a tornare indietro. Per vivere sono insonne e costantemente ubriaca, come un'ape in un umido fiore primaverile. David Wojahn Censimento Poiché erano nuovi di qui e molti di loro timorosi dell'espulsione, le famiglie non capivano il loro obbligo ad avere un nome e a sapere dove avevano vissuto il giorno 1 ° aprile di cinque anni prima. Usavo il mio spagnolo malamente e come un bambino disegnavo con i pastelli per spiegare al meglio i moduli governativi, la legge. Arizona in luglio. Tenevano porte e finestre chiuse, l'interno immobile, per modestia o per paura. Una volta, in una casa non più grande della mia cucina, ne documentai venticinque, alcuni i cui nomi la abuela che tossiva dimenticò e mi chiese di inventare. Per un po' il lavoro mi permise di allontanarmi da me stesso, sebbene mi dispiaccia che si riducesse solo a quello - l'abbandonare il matrimonio per l'Italia e la Grecia, le settimane in cui non parlai con nessuno tranne la cagna con una sfumatura sulla gamba, gli stanchi abitanti di Sonora che mi temevano. Un albergatore usò il suo passepartout per farmi entrare nella roulotte di un commesso di drogheria che nessuno teneva in considerazione. Morto da sei giorni. Si stava tagliando le unghie con le forbici quando sopraggiunse l'attacco cardiaco. Per settimane lo sognai e cercai di trovare la ragione per tutte queste perdite, come poche cose si sommino, c6me alla fine ce ne stiamo instupiditi come quelle tribù dell'Amazzonia che mantengono il 'loro sistema piccolo e terribile, un numero per unò, un numero per due, un ultimo numero per molti.
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