Linea d'ombra - anno X - n. 67 - gennaio 1992

Quello che io voglio è che questa poesia sia minuta, una città fantasma sulla più vasta mappa della volontà. Allora potrai scrivere su di me come un falco: una ics che viaggia e corregge le macchie. Carolyn Forché Riunione Al fonografo la voce di una donna morta già da tre decenni, che canta di un uomo che poteva farle fare qualsiasi cosa. Sul tavolo, due fragili bicchieri di vino rosso, una bottiglia,avvolta nel suo panno. È quella stanza, quella che prendevamo in ogni città, è come la ricordo: il letto, un blocco di luce lunare e cuscini. Le mie unghie, furtivi sguardi çli luce sulle tue coscie. Il puzzo dell'uscita antincendio. I mozziconi bagnati delle sigarette che tu schiacciavi una dopo l'altra. In che modo guardavo il mattino arrivare mentre tu dormivi, più mio figlio che un uomo di dieci anni più vecchio. Come si sentono i miei seni, anni più tardi, le lingue sibilanti nel mio vestito, alcune tue, altre lasciate da altri uomini. Da allora mi sono sempre svegliata per prima, ho imparato àd abbandonare un letto senza essere vista e sono rimasta in piedi vicirio ai lavandini pulendo il grasso e il sale della mia pelle, guardando fissa l'acqua raccolta nelle mie mani. Ricordo tutto quello che mi hai bisbigliato allora. Lo ricordo ora poiché ti vedo di nuovo, quanta tenerezza potevamo· mettere tra la tromba delle scale . e l'otturatore del fucile di un poliziotto, o com'era, e com'è ancora, nella voce di una donna che canta di un uomo che poteva farle fare qualsiasi cosa. POESIA/FORCHÉ, GRAHAM Jorie Graham Erosione Non vorrei, penso, un'intelligenza più acuta, una simultanea, fatta di tagli netti nelle sequenze. No; è la nostra lentezza che amo, il suo diventare sempre più lenta, battendo leggermente il pennello contro il visibile, battendo leggermente la mente. Siamo, noi stessi, un manierismo essendo caduti · fuori dalla catena dell'evoluzione. Così ingrassiamo con una vita inqualificabile.' Oggi, su questa spiaggia, io sono storia per questi piccoli sassolini. Li faccio scorrere tra le dita. Ogni volta alcune molecole se ne vanno mutando nell' invisibile. Sempre, cerco di sentire l'erosione - mio nonno, che si irrigidisce nel suo letto e impara a galleggiare in tempo, la sua mente coine esca data alla'corrente che cresce, o cerco di sentire te al mio fianco, il sonno che ti sciacqua sempre un po' meno pulito, o cerco di sentire giornalmente l'erosione della parola giusta, cosa essa rinchiude, o le piante che spuntano come programmàto, fuori dalla finestra, fila dopo fila, sigillate qui. Ho .allineato tutti i' bicchieri da vino sul davanzale, una tastiera, un giardino. Fiori sui pali. Faccio loro dono di sempre meno acqua. Puoi tamburellarli per far musica. Fuori dalla finestra inizia a nevicare. Farà più freddo. Meno il bicchiere è pieno, pjù puro è il suono. · Questa è la mia canzone per il Nord che ci vie'ne incontro. La cornice Qualcosa è· lasciato fuori, qualcosa è lasciato indietro. Come, ad esempio in questa foto di me a quattro anni, gli occhi mettono a fuoco una qualche altra parte, la mano bloccata a mezz'aria da un qualche 63

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