quale mondo avevo avuto esperienza, quale dei molti; ciò che non poteva capire finché non glielo dissi era che nel febbraio del 1975 ero passato in un terzo presente alternativo, che chiameremo Binario 3, e questo era un giardino ò un parco di bellezza e di pace, un mondo superiore al nostro, che veniva alla vita. Potei allora parlarle di tre anziché.di due mondi: la nera prigione di ferro che era stata; il nostrQmondo intermedio in cui esistono ancora la guerra e l'oppressione, benché siano state molto ridotte; e poi un terzo mondo alternativo che un giorno, quando le variabili giuste saranno state riprogrammate nel nostro passato, si materializzerà e si sovrapporrà a questo ... e iri cui, svegliandoci, potremo credere di aver sèmpre vissuto, essendo fortunatamente sradicato dalla nostra memoria il ricordo di questo mondo intermedio, come quello della vecchia e riera prigione di ferro. Potrebbero esserci altre persone come questa donna, che hanno dedotto dalle prove interne ai miei scritti, oltre che dai loro stessi ricordi superstiti, che il panorama che io descrivo come fittizio è o è stato in un certo senso letteralmente reale, e che se una realtà più triste può aver occupato un tempo lo spazio che occupa ora il nostro mondo, è ragionevole supporre che il processo di miglioramento non finisca necessariamente qui; questo non è il migliore dei mondi possibili, esattamente come non è il peggiore. Questa donna non mi disse niente che io già non sapessi, ma arrivando indipendentemente alla stessa conclusione mi diede il coraggio di parlare, di raccontare t.utto questo, pur sapendo nello. stesso tempo che in nessun modo - o perlomeno in nessun modo a me noto - questa tesi può esseré verificata. Quello che posso fare, piuttosto, è assumere il ruolo di profeta, degli antichi profeti e degli oracoli come la sibilla di Delfi, e parlare di un meraviglioso giardino, molto simile a quello che si dice abbiano abitato un tempo i nostri antenati - e infatti a volte io penso che si tratti proprio di quel mondo restaurato, come se una falsa traiettoria del nostro mondo dovesse essere finalmente corretta e noi dovessimo tornare di nuovo dove un tempo, migliaia di anni fa, vivevamo ed eravamo felici. Durante il breve momento in cui io lo percorsi ebbi la forte impressione che quella era la nostra casa legittima che avevamo in qualche modo perduto. Il tempo che vi passai fu breve - circa sei ore di tempo reale. Ma me lo ricordo bene. Nel romanzo che ho . scritto con RogerZelazny, Deus irae, lo descrivo, verso la fine, nel momento in cui il mondo viene liberato dalla maledizione grazie alla morte e trasfigurazione del Dio dell'ira. Ciò che più mi colpì di questo mondo-giardino, questo Binario C, furono gli elementi non-cristiani su cui era basato; lamia preparazione cristiana non mi aveva affatto preparato a una cosa del genere. Anche quando incominciò a delinearsi, io vidi il cielo; vedevo della terra e dell'acqua azzurra e tranquilla, e sulla riva una bella donna nuda che riconobbi per Afrodite. A questo punto questo mondo migliore si era ridotto a un semplice sfondo oltre una porta dorata; la cornice della porta pulsava di luce laser e diventava sempre più piccola e alla fine ahimè era scomparsa dalla vista, divorando se stessa nel nulla, sigillando fuori ciò che.v'era dietro. Da allora non l'ho più visto, ma ho avuto la ferma impressione .che questo era il prossimo mondo - non dei çristiani - ma l'arcadia del mondo pagano greco-romano, qualcosa di più antico e più bello di ciò che la nostra religione può inventare per adescarci e tener viva la nostra moralità e la nostra fede. Ciò che vidi era molto antico, e molto SAGGI/DICK bello. Cielo, mare, terra e la bella donna, e nient'altro, perché la porta si era chiusa e io ero rimasto chiuso qui fuori. Fu con un amaro senso di perdita che lo vidi andar via - la vidi andar via, per la verità, dal momento che tutto ruotava intorno a lei. Afrodite, scoprii leggendo nella mia Enciclopedia Britannica per vedere cosa potevo imparare su di lei, non era solo la dea dell'amore erotico e della bellezza estetica, ma anche l'incarnazione della forza generativa della vita stessa; né era originariamente greca: ali' inizio essa era stata una divinità semitica, accettata in seguito dai greci, che sapevano riconoscere una cosa buona quando la vedevano. Durante quelle ore preziose ciò che io vidi in lei era una piacevolezza di cui la nostra religione cristiana, almeno in confronto, è priva: una incredibile simmetria, l'armonia palintona di cui scrisse Eraclito: la perfetta tensione e il perfetto equilibrio di forze della lira che è incurvata dalle sue corde tese ma appare perfettamente ·statica, perfettamente immobile. La lira è un equilibrio dinamico, immobile solo perché le tensioni al suQ interno sono in perfetta proporzione. Questa è la formulazione greca della bellezza: perfezione dinamica all'interno e apparente quiete. Contro questa armonia palintona l'universo manifesta · l'altro principio estetico incarnato dalla lira greca: l'armonia palintropica; che è l'oscillazione avanti e indietro delle corde qul;lndovengono suonate. Io non la vidi così, e forse questo, la continua oscillazione avanti e indietro, è il ritmo più profondo e più grande dell'universo, le cose che vengono all'esistenza e poi passano e svaniscono; q1mbiamento invece di statica durevolezza. Ma per un breve momento io avevo contemplato la pace perfetta, il riposo perfetto, un passato che abbiamo perduto ma che ritorna a noi come attraverso una oscillazione a lungo termine, disponibile come nostro futuro, in cui tutto le cose perdute saranno restaurate. C'è un passo affascinante nel Vecchio Testamento in cui Dio dice: "Perché io sto creando nuovi cieli e una nuova terra, e il ricordo delle cose passate non entrerà nella mente né salirà in cuore". Quando ~eggoqueste parole mi dico: Credo di conoscere un grande segreto. Quando il lavoro di ricomposizione e restauro sarà completato, non ricorderemo neanche le tirannidi, la crudele barbarie della terra che abbiamo abitato; "non entrerà nella mente" significa che noi fortunatamente dimenticheremo, e "non salirà al cuore" significa che il vasto corpo di dolore e di pena e di smarrimento e di delusione in noi sarà eliminato come se non ci fosse mai stato. Io credo che questo processo stia avendo luogo adesso, ha sempre avuto luogo adesso. E fortunatamente ci è permesso di dimenticare ciò che era in precedenza. E forse nei miei rom:anzi e nei miei racconti ho fatto male spingendovi a ricordare. Santa Ana, California, 1977. Disegno di Guido Pigni. 51
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