Linea d'ombra - anno X - n. 67 - gennaio 1992

fu ripreso dal "New York Times". Tra l'altro, un concorrente che usava il telescopio da 120poJlici dell'Osservatorio Lick, in California, fu spinto a confermare la nostra scoperta con prove che si ritenevano migliori, data la maggior potenza del telescopio. Alla successiva luna nuova, gli astronomi di tutto il mondo.puntarono i loro telescopi verso il nostro pulsar visibile, ma nessuno lo vide mai più. Per buoni motivi, avevamo sparato troppo presto. Ho spesso avuto l'impressione che la conferma californiana mi abbia salvato la carriera. Malgrado ciò, credo che. a volte l'annuncio apparentemente prematuro di una scoperta sia assolutamente essenziale. Prendiamo la Supernova 1987A. Si trattava della più vicina esplosione stellare da circa quattro secoli. La stella cambiava notevolmente di giorno in giorno, addirittura di ora in ora .. Ogni nuovo sviluppo era di straordinario interesse scientifico. Nessun astronomo osò tenere segrete le sue scoperte, non solo perché ciascuno voleva essere il primo ad annunciare un'osservazione importante, ma anche perché, man mano che la Terra ruotava, la supernova spariva alla vista di ciascun osservatorio per alcune ore preziose. Per seguire fenomeni in rapida evoluzione, gli astronomi dovevano informarsi l'un l'altro per sapere cosa cercare. Per questo, tra le dozzine di rapporti accurati, ve ne furono inevitabilmente, nell'agitazione del momento, alcuni prematuri. Fu annunciato, per esempio, che la supernova era del I tipo, cioè che era parte di una stella doppia. Nel giro di un giorno circa si vide chiaramente che essa era invece del II tipo, l'esplosione di una grande stella isolata. Circa nello stesso momento un osservatorio annunciò che la stella supergigante blu Sanduleak - 69°202, che si trovava esattamente nella posizione della supernova, era ancora al suo posto e non era esplosa. Nel giro di alcune settimane si trovò che questo era assolutamente falso: era stata proprio la Sanduleak a esplodere quella notte. Due ossèrvatori in diversi continenti individuarono una "macchia misteriosa" che emergeva dalla supernova. Probabilmente, si disse;, una bolla di materia gassosa si allontanava dalla supernova a una velocità vicina a quella della luce. Nessuno però ha più visto in seguito lamacchia misteriosa e molti astronomi oggi pensano che non vi sia mai stata. La teoria prevedeva che dalle ceneri della supernova nascesse un nuovo pulsar e infatti ne venne annunciato uno da un'équipe di astronomi sq1tunitensi, con grandi squilli di tromba, nel febbraio del 1989. Purtroppo essi non riuscirono più a ritrovarlo e il "pulsar" venne in seguito identificato con un segnale spurio della telecamera utilizzata per guidare il telescopio. Ci volle quasi un anno per individuare il problema. Se avessero tenuto segreta la· scoperta, adesso si sentirebbero meglio, llJa se la scoperta fosse stata vera? Sarebbero passati dei mesi durante i qùali un nuovo pulsar in rapida evoluzione, che rallentava lentamente a causa di effetti magnetici e gravitazionali ancora poco conosciuti, avrebbe potuto essere studiato da un solo gruppo di scienziati. Molto di più si sarebbe potuto imparare se più energie e più telescopi fossero stati puntati su di esso. Dal.la metà degli anni Ottanta c'è stato un alto numero di annunci, apparentemente errati o almeno prematuri, di scoperte di nuovi pianeti, di altre stelle o di nane marroni, oggetti ipotetici che stanno a metà strada tra la nostra definizione di pianeta e quella di stella. In un caso molto pubblicizzato l'annuncio della scoperta di un pianeta che ruotava intorno a un'altra stella ha portato a un _imbarazzante scambio di pubblicazioni. Dapprima gli astronomi 'che lavoravano all'università dell'Arizona riferirono in una pubblicazione della National Sciences Foundation di aver scoperto il pianeta, chiamato VB8B. In seguito l'Osservatorio Navale degli Usa dichiarò che VB8B non era un pianeta, bensì una nana marrone, SCIENZA/MARAN ed era stato scopertò dagli osservatori della Marina, non dell'Arizona. Nel giro di pochi anni VB8B rimase però orfano, perché le osservazioni di entrambi i gruppi si rivelarono inverificabili. Da allora tutte le équipe hanno usato per nuovi pianeti e nane marroni la formula "Per quanto ne sappiamo finora". In tutti i casi, però, le osservazioni sono· state contraddette o sono ritenute bisognose di ulteriori prove da parte di altri astronomi. Malgrado questi precedenti, gli astronomi stanno programmando il modo in cui annunciare quella che dovrà essere la più grande scoperta astronomica di tutti i tempi: l'esistenza di altre civiltà nell'Univ.erso. I radio-astronomi hanno fornito alla Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) delle tecnologie straordinarie (per esempio dei· ricevitori che esaminano contemporaneamente più di 14milioni di canali difrequenza). Non si è sentita nessuna trasmissione aliena, a dispetto di ciò che si legge nei supermercati, ma i ricercatori degli Stati Uniti, dell'Unione Sovietica e di altri paesi hanno stilato un protocollo che stabilisce in che modo fare l'importante annuncio. Jill Tarter, una nota astronoma dell'Istituto Seti in California, mi ha detto l'anno scorso: "Questa scoperta sarà così incredibile che c'è veramente bisogno di preparare il pubblico e anche- gli scienziati. Una parte del protocollo suggerisce il modo per diffondere i dati con l'aiuto di un comitato internazionale. Il resto dice in sostanza: 'Ragazzi, usate il buon senso"'. Un punto chiave è lo scambio di informazioni con altri ricercatori prima che venga fatto l'annuncio. Questo significa che quello che agli osservatori californiani sembra essere per esempio il segnale d'i.nizio delle trasmissioni mattutine di Radio Arturo potrebbe rivelarsi semplicemente, per altri esperti, una insolita forma di interferenza delle radio umane. La cosa suona bene, ma mi chiedo se gli osservatori che pensano di aver fatto la più grande scoperta nella storia dell'astronomia lasceranno davvero ad altri la possibilità di intervenire. È stato questo sospetto che mi ha condotto da Frank Drake. Egli aveva diretto negli anni Sessanta ilProgetto Ozma, il primo scientificamente fondato per èaptare segnali radio provenienti da civiltà aliene. La formula da lui escogitata per indicare le probabilità.che esistano altre civiltà è conosciuta in tutto il mondo come "equazione di Drake". Quando arrivai, Drake stàva conversando impegnatissimo al telefono: "Colpisce l'atmosfera a 20 Mach [20 volte la velocità del suono]", sentii che spiegava, anche se non ho-mai capito di cosa parlasse. Una delle due figlie di Drake fulminava delle forme aliene che passavano sullo schermo di un computer. Un visitatore meno intelligente avrebbe potuto scambiarlo per un video-game, ma io dedussi immediatamente che doveva trattarsi dell'ultimo ritrovato educativo. Su una delle pareti dell'ufficio un arazzo riproduceva il messaggio simbolico che Drake aveva lanciato verso le stelle nel caso che una civiltà extra-terrestre potesse un giorno riceverlo. Drake mi disse che non ero il solo a preoccuparmi della rapidità con cui un ricercatore della Seti avrebbe annunciato la scoperta di tutti i tempi. Anch'egli dubitava che gli astronomi, avendo ricevuto un messaggio dallo spazio, l'avrebbero passato segretamente ai loro concorrenti per una verifica, secondo le indicazioni del protocollo. "Ho sempre saputo che è una fantasia", disse Drake. "Chiunque troverà quello che sembra un segnale intelligente non chiamerà il suo rivale più vicino." · . Naturalmente "il suo" potrebbe essere "la sua". Jill Tarter, per esempio, intende seguire il protocollo. "Sono necessari prudenza e scetticismo" dice. Dopo la fusione a freddo, non è una cattiva idea. Copyright Stephen P. Maran 39

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