IL CONT~STO l'Associazione italiana per la libertà della cultura. Incontrocon EbeFlaminie Antonietta leggeri a cura di Goffredo Fofi -Ci è sembrato interessante ricostruire la storia dell'Associazione italiana per la libertà della cultura con due delle personalità più attive al fianco di Silane nella sua organizzazione e nello sviluppo delle sue attività, e questo all'interno di una più vasta attenzione alla storia delle minoranze, laiche e non, che agirono nei difficili anni del dopoguerra, pre'!1ute tra laforza della Democrazia cristiana e quella comunista, tra l'America capitalista e maccartista e l 'Urss della dittatura stalinista; tra le èontrapposte ideologie che si spartivano il mondo, e culturalmente, e socialmente anche l'Italia. Abbiamo parlato in paisato di Sa/vernini e Frassineti, di Capitini e di don Mi/ani e di tanti altri protagonisti noti o poco noti di quel periodo. Su Sifone, uno dei punti fermi della nostra riflessione e delle nostre convinzioni, siamo intervenuti altre volte, poiché le sue opinioni ci sono sembrate importanti per illuminare i dilemmi di un tempo che ha lasciato segni pesanti sulla storia di tutti, sul 'Italia di oggi. Quando è nata l'Associazione Italiana per la Libertà della Cultura? F. Nei primi anni Cinquanta, attorno al '50, la data non la ricordo esattamente. Nell'epoca della guerra fredda. L'Associazione era nata prima in Inghilterra, fondata da Spender, in Francia da Denis de Rougemont. Più tardi natque anche in Germania. In Italia venne fondata in rapporto alla valutazione negativa dello stalinismo, che era allora la preoccupazione centrale. C'era un legame internazionale molto forte anche con le riviste che le Associazioni straniere avevano pubblicato, "Encounter" e "Preuves". Non ricordo bene se l'America arrivò subito o invece dopo. Con la presenza del!' America le cose cambiarono, perché il progetto venne a prendere un'altra piega. All'inizio il denaro arrivava da un finanziatore svizzero molto aperto, e dai sindacati americani, credo. L. Ci fu, all'inizio, un "manifesto per la libe1tà della cultura", che fu stilato da Carlo Antoni, e firmato da molti, da Croce a Silone. Sarebbe da ripubblicare, era molto bello. Lo avevamo in ufficio, incorniciato. La difficoltà di reperire i materiali storici del!' Associazione è dovuta al fatto che, a chiusura dell'Associazione Silone portò il materiale nella sua cantina, che poi si allagò ... La collezione del Bollettino e altri materiali li demmo ai radicali, e non so che fine hanno fatto. La chiusura, nel gennaio del '73, fu decisa da Silone di p1mto in bianco. La biblioteca fa data a un gruppo giovanile socialista in via Brofferio, ma, quando, dopo alcuni anni dissi a Silone che avrei voluto portare i libri nella mia sezione (io sono iscritta al partito socialista) in via Tiepolo, e Silone fu d'accordo. Così andai in via Brofferio e non solo non c'era più la biblioteca, non solo non c'era più il gruppo giovanile socialista, non c'era più nemmeno il palazzo! Che fine ha fatto questa biblioteca non si sa, sembra sia stata portata in via della Cava Aurelia, nella cosiddetta "valle dell'inferno", a Monte Mario, e messa in una specie di stamberga che si è allagata anche quella! E la biblioteca è finita così. Si sono salvati probabilmente bollettino e opuscoli depositati presso il partito radicale, e le collezioni esistenti per legge presso le biblioteche nazionali. F. La sede iniziale era in via dell'Accademia di San Luca, vicino a Fontana di Trevi, poi ci trasferimmo in via Pisanelli, verso piazzale Flaminio. Verso il '54-'55 avevo avuto un colloquio con Silone, io,mi occupavo allora del Movimento di Collaborazione Civica, e SiIone che ne faceva parte, mi chiese di dargli una mano per la sua associazione creata da poco. Prima accettai per un impegno di mezza giornata, poi a tempo pieno. Eravamo Silone, io, Guglielmo Petroni e Alice Ceresa. E Dante, l'usciere. Alice è-rimasta sino al '64. L. Io conobbi Silone a un concerto mozartiano fatto da profughi ungheresi, ma allora non volevo fare lavoro d'ufficio, volevo insegnare. 18 Ebe mi sollecitò a incontrare Silone, nel novembre del '58, e Silone, coi suoi occhi trapassanti, ascoltò le mie titubanze e finì per convincermi ... F. Lo scopo dell'Associazione era la difesa della libertà della cultura contro tutte le dittature, ma in quegli anni quella più pesante era certamente lo stalinismo, e costituiva un punto cardine. Aveva adesioni ad altissimo livello: Lionello Venturi, Nicola Chiaromonte, Ernesto Rossi, Garosci, Jemolo, Altiero Spinelli, Nina Ruffini, Morghen, Antoni ... E Sa/vernini? L. No, ci fu sempre una certa opposizione tra Salvemini e Silone, latente, mai esplicita, però ci fu. Non simpatizzavano, no ... F. Safvemini non aveva avuto l'esperienza traumatica del comunismo che aveva avuto Silone; e Silone era proprio la classica figura del "prete spretato". Questa cosa Salvemini non la capiva, non l'aveva vissuta. Silone, ne sono convinta, è rimasto sempre un comunista anche fuori dalla chiesa comunista, dal partito ... F. I primi anni sono stati anni interessanti, perché c'erano tante lotte da fare: c'era la stesura del bollettino che facevo insieme alla Alice Ceresa, i rapporti internazionali, le conferenze e i convegni, e_cc.Poi io proposi a Silone l'apertura di una rete di circoli culturali legati ali' Associazione, ne nacquero più di cento. E furono svolti in comune, Associazione e MCC, corsi di formazione per gli animatori dei circoli, al castello di Sermoneta ,proprietà della Caetani, assieme a corsi d'ogni tipo per vari enti: MCC, Associazione, MCE, CEMEA, fino agli anni Sessanta e dopo. Tema dei corsi del!' Associazione era la formazione democratica del cittadino. Inoltre, sempre nell'intento di diffondere una libera cultura, con Alice Ceresa mettemmo su un'Associazione amatori d'arte, un'iniziativa molto bella, che raccoglieva incisioni di artisti contemporanei a costi accessibilissimi. Ci fu anche una mostra, nella sede dell'Associazione, con Scialoja, Afro e altri, che poi girò nei vari circoli decentrati. C'era tutto il lavoro nei confronti del 'Italia, della difesa della libertà della cultura in Italia. F. Certo. Sulla libertà religiosa, per esempio; contro la censura; per il Sud; ecc. ecc. Le iniziative erano tante e riguardavano in gran parte la situazione interna italiana. Dov'erano dislocati i Centri? F. ln tutt'Italia, ma con netta prevalenza d~l Mezzogiorno, nei posti dove di diffusione della cultura c'era più bisogno. Più di cento.L'Associazione dava un contributo dal centro, a volte pagava in parte l'affitto della sede; e faceva circolare copferenzieri, organizzava dibattiti localmente. L'impronta era più cultural-sociologica che politica, di diffusione della cultura attraverso il lavoro degli opuscoli e del bollettino, le mostre e conferenze, ecc. E c'erano i corsi di formazione dei responsabili di questi circoli, in modo che potessero andare avanti da soli. Anche corsi sull'organizzazione di biblioteche, sulla lettura, ecc. E mi pareva che questa fosse la strada più giusta. La mia collaborazione nel!' Associazione fu di cinque anni e fu rivolta a un lavoro di informazione sociale e culturale, ed ebbe termine nel 1960 a causa di un disaccordo con Silone per il mio rifiuto •di pubblicare sul bollettino dell'Associazione notizie relative ad una concezione politica che la Cia, intervenuta da qualche tempo, intendeva imporre. , È paradossale che mentre negli anni pieni della guerra fredda l'iniziativa restò libera da questo tipo di ipoteche, quando poi si era in piena distensione, cèmKruscev e Kennedy, e i ricatti della guerrafredda sembravano finiti, Silane non seppe più resistere a queste pressioni, soprattutto jJer ragioni, mi pare, economiche ... F. Era soprattutto un problema economico, proprio perché la guerra fredda non c'era più c'erano meno aiuti. Ma Silone come "prete spretato" aveva l'osses·sione del comunismo. Era un comunista che soffriva molto della cattiva applicazione dei principi del comunismo (e devo dire che iò oggi sono molto indignata di come si butta via il comunismo facendo di ogni erba un fascio, non distinguendo tra Marx e Engels e anche Lenin e il comunismo sovietico e anche tra il comunismo italiano e quello sovietico ...) L. Silone sarebbe tato scandalizzato anche lui, oggi. F. Quando cominciò ad arrivare il Bollettino dell'Associazione
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