Linea d'ombra - anno X - n. 67 - gennaio 1992

28 VISTA DALLA LUNA lo, di proteggerlo. Ed ecco che tu lo porti nella cantina scura. lngiustizia per ingiustizia. Ci sono tante cose terribili al mondo, ma la peggiore è che un bambino abbia paura di suo padre, di sua madre, dei suoi maestri." Il potere condiviso con i bambini Gli educatori che chiedevano di lavorare con Korczak per imparare il mestiere erano numerosi; tuttavia entrare non era così semplice. Non bastaval'approvazione di Korczak e di Stefa: periodicamente i bambini stessi votavano il loro parere sugli educatori, altro aspetto anche questo assai disapprovato dai benpensanti e perfino da Maryna Falska. E tuttavia proprio il clima non oppressivo della comunità, impostato sul perdono e sul criterio di dare sempre ulteriori opportunità a chi cadesse in errore, permetteva a tutti di crescere in onestà e tolleranza. "Quello che farai per l'orfano ..." dice l'antico salmo. Ma Korczak non aveva secondi fini. Autenticamente laico, non cercava approvazione, né sperava in benevolenze ultraterrene. Offriva la suapresenzaprotettiva in ogni situazione di disagio. 11suo ideale di amore al bambino si concretizzava nel rispetto del sassolino, del minuzzolo di carta - i tesori delle taschegelosamente conservati -al pari delle confidenze o delle fantasie. In questo suo saper essere così vicino e attento a ciascuno mostrava una felice creatività che si accompagnava tuttavia a un grande rigore personale. La sua era una democrazia autentica, senza i soliti "sì, ma...." Si era fatto una regola di non dire mai "Te l'ho detto cento volte!" o "Fai sempre tardi", ma di appellarsi con esattezza aquante volte una cosa fossedavvero accaduta: una precisione che limitava gli arbitri e dava al ragazzo una misura più obiettiva del proprio comportamento. Non ammetteva privilegi per nessuno e anche su questo agiva con una imprevedibilità che diventava feconda per tutti. La funzione del Tribunale interno Una volta, nella colonia estiva "La piccola Rosa", da lui organizzata in campagna per i suoi orfani a partire dal 1921, Korczak sentì i ragazzi più grandi lamentarsi di non poter dormire a causa delle zanzare. Andò a vedere e propose loro sottovoce di vestirsi e di raggiungerlo presso la dispensadel le patate. La porta era chiusa a chiave. Korczak chiese a Srulik, il più agile e sottile, di passare attraverso la finestra e di aprire clall' interno. Preseroun po' cli patate e anelaronoverso una radura ciel bosco, usatadi solito per i picnic. Accesero il fuoco, misero le patate a cuocere nella cenere e nell'attesa giocarono e raccontarono storie, con grande divertimento. Uno dei ragazzi chiese a Srulik come si sarebbe comportato una volta scoperto il furto, ma Korczak subito intervenne dicendo che la responsabilità era sua e non di Srulik. Tornati acasa,Korczak informò il Tribunale interno vigente nella Casa delle proprie trasgressioni: essereuscito di notte e aver preso cibo senzapermesso. Allora anche i ragazzi vollero denunciarsi come complici. Il Tribunale, che si riuniva come sempreogni sabato, in vacanza o in città, li riconobbe tutti colpevoli ma decretò anche che i ragazzi si erano puniti da soli in quanto, arrivati tardi, erano rimasti senza colazione. Quanto a Korczak, venne graziato perché le sue intenzioni erano state buone. Una democrazia bene organizzata Questo episodio ci porta a illustrare le modalità concrete con cui nella Casa si realizzava l'autogestione: a) Il Consiglio o Parlamento, eletto dai bambini d'accordo con gli adulti, che stabiliva le regole di vita dell'istituto in ogni suo aspetto; b) il Tribunale interno ("li bambino ha diritto che i suoi problemi vengano trattati seriamente e considerati secondo giustizia, non in baseall'umore dell'educatore ..."). Il codice del Tribunale cominciava così: "Se qualcuno hacombinato qualcosadi male, la cosa migliore è perdonarlo. Se l'ha fatto perché non lo sapeva,ora lo sa. Se l'ha fatto involontariamente, nel futuro sarà più prudente ..." Il Consiglio del Tribunale era composto da un educatore e da due giudici, tutti e tre eletti dai bambini edai ragazzi per un periodo di tre mesi, un'esperienza che ricorda da vicino quella cli Homer Lane nel piccolo "Commonwealth" o di Alexander Neill a Summerhill. Qui però il codice veniva scritto. Vale la penadi leggere in Come amare un bambino la complessa struttura legislativa che i bambini avevano messo in piedi, alla ricerca di una giustizia che non facessetorto a nessuno, per richiamare alle proprie responsabilità gli sciattoni, i pigri, i prepotenti e per difendere i miti e i laboriosi. Pienamente realizzato dai ragazzi, il Tribunale stupì per la sua efficacia Jean Piaget che visitò la Casa degli Orfani intorno al 1930. D'altro canto la vita della comunità si reggeva su una costellazione di strutture garanti, create dalla fantasia affettuosa cli Korczak e dalle proposte dei ragazzi stessi. Oltre al Tribunale - che si fondava sul perdono - si dava importanza al lavoro cli ciascuno, conteggiato in unità cli base cli lavoro, dal leattività più semplici (comequel le cli riordino, accessibili anche a bambini molto piccoli) fino alle più impegnative. Ogni unità-base era cli mezz'ora e costituiva, una o più, il contributo individuale alla vita di tutti, cui nessuno poteva sottrarsi. L'organizzazione pratica della giornata o della settimana veniva discussa nei particolari durante riunioni che non consistevano nel forzare demagogicamente a decidere qualcosa - con ammonizioni o con persuasioni occulte-ma in veri e propri esercizi cli vita in comune durante i quali i ragazzi imparavano a intervenire, ad ascoltare, a tenere a loro volta riunioni. C'era anche un giornale che "lega una EDUCATORI E DISEDUCATORI settimana all'altra - documenta la vita che scorre - unisce i bambini, gli educatori e il personale di servizio in un insieme indivisibile". Spazio comune che veniva letto e discusso, era la cronaca viva delle attività della piccola comunità per un continuo affinamento delle opinioni personali. Ma erano ancora altri i mezzi con i quali un bambino, in un modo o nell'altro poteva trovare ascolto: l'albo su cui si annotano le incombenze, gli avvisi, le comunicazioni urgenti. Costituiva la memoria quotidiana della collettività e proteggeva da errori di sbadataggine adulti e bambini. Sotto l'albo c'era una mensola con tante proposte concrete, spesso rinnovate: un vocabolario, la pianta della città, i quaderni su cui i bambini scrivevano; il diario dell'educatore se lo desiderava; i giochi da tavolo ... In altro luogo c'era la casse/la delle lettere interne che i bambini tra loro o bambini e adulti si scambiavano: ti"n altro piccolo mezzo di libertà a disposizione. Nella Casa non mancava il negozietto per l'acquisto di piccole cose assolutamente indispensabili: un pennino, un pezzo di sapone, una stringa. Erano acquisti senza denaro, ma la distribuzione era un avvenimento serio, quasi rituale: aveva luogo una volta la settimana, a un'ora esatta e prendendo nota cli chi aveva ricevuto e che cosa. Onore al posto delle scope "Nella Casagli strumenti del lavoro manuale hanno un loro posto d'onore-scriveva Korczak-per facilitare il compito di chi è di turno per pulire, ma anche per capire come anche i lavori più modesti siano essenziali al benesseredi tutti. Se siamo convinti che un tavolo ben pulito abbia lo stes o valore di una pagina ben copiata, seci preoccupiamo non del fatto che i I lavoro dei bambini sostituisce il lavoro retribuito ciel personale, ma che sia in sé un fattore educativo e formativo, allora ogni attività dobbiamo impostarla, analizzarla a fondo, sperimentarla, suddividerla fra tutti e dedicarvi continuamente molta riflessione e una vigile continua organizzazione perché la presa in carico delle responsabilità - piccole o grandi - diventi realtà soddisfacente per ciascuno." Ai ragazzi Korczak insegnava in modo pratico come tenere sotto controllo le proprie rabbie, la propria disperazione, semplicemente dividendole con gli altri o sperimentando che una voce corretta cli accusa o di autoaccusatrova sempre il giusto ascolto. Così il riconoscimento delle emozioni, il diritto di piangere e soprattutto di sbagliare erano, secondo lui, mezzi di crescita cheegli indicava ai bambini come agli educatori. Se eia un lato, figlio del suo tempo, insegnava ai ragazzi a combattere il desiderio di masturbarsi come vittoria su di sé, d'altro lato non li opprimeva con prediche moralistiche. Non era lui il detentore della legge o ciel potere: ciascuno ne poteva gestire una parte, vivendola come servizio per la comunità. Assumere a turno, senzaprivilegi cli sorta, il ruolo di giudice o di aiuto-cucina, di responsabile della sparecchiatura o cli gior-

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