EDUCATORI E DISEDUCATORI Al Magnifico Rettore e agli illustri docenti di questa antica e gloriosa Università, e agli amici presenti, il mio grazie per questo onore: un riconoscimento che va, al di là del la mja persona, ad altri maestri di scuola che dagli anni cinquanta ad oggi hanno dedicato il loro impegno professionale e civile per adeguare la scuola ai principi della Costituzione. Il Movimento di Cooperazione Educativa infatti, per la prima volta nella storia della scuola italiana, riunì spontaneamente in quei primi anni del dopoguerra, docenti di ogni ordine e grado che sentivano come dovere civile partecipare alla ricostruzione morale della nostra società sconvolta da vent'anni di fascismo e cinque di guerra, dedicandosi alla riconversione della scuola pubblica da luogo di coercizione a luogo sociale di libertà, di ricerca, di produzione creativa. Fu quella la mia Università, i cui docenti erano altri docenti della scuola pubblica, come Giuseppe Tamagnini, Aldo Pettini, Bruno Ciari, Anna Fantini e altri che sarebbe lungo elencare. Da quei pionieri sorse il Movimento che, ispirandosi alle tecniche Freinet, avrebbe negli anni successivi elaborato una pedagogia intesa a coniugare l'esperienza del bambino con i principi costituzionali da vivere a scuola ogni giorno, i cui valori fondamentali troviamo oggi in gran parte nei nuovi programmi della scuola elementare. LATERRA ~ Ma prima ancora, fin dal 1945, c'era stata Margherita Zoebeli, al Centro Italo-Svizzero di Rimini, dove le prime esperienze di scuola attiva erano un punto di riferimento prezioso per tutti. Sono cominciati così decenni di intenso impegno, qui e altrove: Paulo Freire, prima in Brasile e poi in Cile, negli anni '60, elabora sul campo la pedagogia come pratica della libertà. In Francia Célestin Freinet, col suo movimento sorto nel primo dopoguerra, diffonde in vari paesi del mondo i concetti dell'educazione moderna, ripresi in Spagna dal Movimento "Rosa Sensat" quando era ancora al potere il franchismo. E non dobbiamo dimenticare la grande lezione di Barbiana, dove don Lorenzo Milani insegnava ai suoi alunni, figli di contadini, il senso della dignità e della cultura. Si afferma quindi una concezione nuova della scuola, che mette al centro il bambino, cioè l'uomo. È una specie di rivoluzione copernicana, che libera le capacità espressive, creative elogiche dei bambini nel contesto sociale delle scuole, dove anche il docente esprime la sua fantasia, le sue capacità organizzative, la sua cultura. Questo lavoro si svolge dapprima in forma prevalentemente intuitiva, ma ben presto ha il sostegno di studiosi di psicologia come Francesco Tonucci e altri e si fa sempre più scientifico e umano. Scientifico perché gli interventi rispettano il processo evolutivo del bambino, i suoi ritmi di
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==