SCUOLA E ADOLESCENZA lei accettò di ascoltare un brano di narrativa che dovevo leggere: mentre leggevo ogni tanto alzavo gli occhi e vedevo che era molto interessata. Veramente non so descrivere la sensazione che provai in quel momento. Non capii mai se ascoltava così attentamente per fare un piacere a me o forse perché quel testo le piaceva sul serio. Forse le persone più adatte ad ascoltare i bambini sono i nonni, e le persone anziane in generale: un giorno ero seduto su un gommone sulla spiaggia, quando mi si avvicinò un vecchio. Ero piccolo e quella persona mi fece una gran paura: era piuttosto piccolo di statura ed era leggermente curvo in avanti; aveva il viso solcato da profonde rughe e la fronte aggrottata, come se gli fosse successo qualche cosa di brutto; era magrissimo e sembrava veramente uno scheletro ricoperto di pelle: dalle mani spuntavano le ossa lunghe e sottili e gli occhi affondavano nelle orbite. Dopo un attimo di paura quell'uomo così vecchio mi attirò: coraggiosamente mi avvicinai a lui e con mio profondo disgusto sentii che aveva gli abiti impregnati di un penetrante puzzo di fumo che mi fece storcere il naso. Alla vista di quel gesto fece un sorriso, mi fece una carezza e, con una voce molto stentata a causa della mancanza di alcuni denti, mi disse dolcemente: "Sembro davvero uno scheletro, eh?" A quella domanda feci una risatina, che lui accompagnò con un altro sorriso che scoprì le sue gengive LA TERRA 23 nude, poi riprese: "Chiunque sarebbe ridotto come sono io, con quello che mi è successo!" Per la prima volta da quando mi aveva parlato gli rivolsi la parola, e, con molta cautela, gli chiesi cosa gli fosse successo. Mi raccontò che'aveva affrontato mille pericoli viaggiando su una nave da carico, e che quando decise di smettere investì alcuni soldi in azioni e in breve diventò ricco. Mentre parlava notavo che la sua fronte rugosa si distendeva, come se raccontare quelle cose gli facesse piacere. In verità non capivo molto di quello che diceva, ma mi divertiva ascoltarlo perché non parlava come gli stupidi della televisione, ma si vedeva che mentre raccontava riviveva quelle avventure e le faceva vivere anche a me. In particolare mi stupì che fosse ricco e, forse con troppa impertinenza, gli dissi che non ci credevo che era ricco. Con aria sconsolata abbassò il capo e per un attimo mi pentii di quello che avevo detto e gli chiesi scusa. Da quel giorno diventammo amici per la pelle e ogni pomeriggio andavo a casa sua ad ascoltare le sue storie, ma lui oltre a raccontare, mi insegnava a raccontare le mie esperienze e i miei pensieri. Ogni volta che dovevo tornare a casa era una tragedia, perché non volevo mai lasciare il mio fantastico amico. Un anno fa questa persona è morta e penso che non incontrerò mai nessuno così. L'ultimo anno che lo vidi però mi disse una cosa che non dimenticherò mai: "Non rinunciare mai ad ascoltare il tuo prossimo: chi parla bene ascolta meglio." < ! ., ,. P"' ; P"' e z ,.
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