SCUOLA E ADOLESCENZA padre si tuffò e poi tirò giù anche me: mi presero la paura ed il panico, ma fu lì che intervenne l'istinto, accadde tutto in un attimo: con gran stupore mio, imparai a nuotare. Silvia Gli insegnanti ed i genitori ti obbligano a imparare, studiare, farti una cultura, ed è così che i ragazzi sforzati a fare una certa cosa è sicuro che non la fanno. Forse bisognerebbe tornare indietro nella preistoria, quando non e' era niente di niente: in quei tempi remoti non c'era nessuno che obbligava l'uomo a imparare, inventare, costruire: egli faceva tutto di testa sua, aveva dentro di sé questa gran voglia di sapere che contrastava ogni riflessione e idea negativa; forse l'unico inconveniente di questa voglia di sapere sempre più è che alla fine si è riusciti ad inventare qualcosa che ragiona al posto tuo, il computer. Oggi la gente non pensa più e la volontà di imparare è calata perché ... basta premere quel minuscolo tasto che tutte le informazioni, che di solito mettevano in moto il cervello, appaiono sul lo schermo in ordine perfetto. Perciò si diventa pigri: noi abbiamo tutto a disposizione; a cosa serve imparare più del dovuto? E perciò inizia l'apprendimento comandato da altri, genitori, insegnanti, ecc .. Andrea Quando una lezione non interessa la voglia di apprendere (che è naturale) si trasforma nel suo contrario, cioè voglia di non apprendere. C'è un mio cugino che è bravo solo nelle materie letterarie e quando sente parlare di matematica sembra che scatti in lui una voglia di non sentire. A me invece piacciono le materie, come la matematica, in cui c'è più da ragionare. In conclusione ci sono delle inclinazioni alle cose che piacciono di più, che ci sembra di capire più facilmente. Chiara Quando l'apprendimento è forzato diventa fatica, nervosismo. Un ragazzo che non ha voglia di studiare non riuscirà a concludere niente se forzato. Con questi ragazzi bisognerebbe allora ragionare, far capire che studiare può cambiare la loro vita, ma questo non è facile farlo. Esistono molti modi di imparare: studiando, ma anche parlando, ascoltando, scrivendo. La vita del resto è un continuo imparare. Massimiliano A volte a scuola cose che sembravano spiacevoli sono diventate di vertenti: per esempio le equazioni, un po' dal nome, un po' dalla presentazione della professoressa sembravano molto complicate, ma poi ne rimasi così affascinato che mi apparvero semplici. Cristina Tutti nella vita abbiamo sentito almeno una volta il "bisogno vero", "la grande voglia di imparare". Secondo me imparare non è solo mettersi lì con un librone; tutto nella vita è imparare: camminare, masticare, essere educati: la scuola potrebbe essere un concentrato di insegnamenti ed anche la minima cosa la potremo utilizzare nella vita: rendere più dotto un discorso o, semplicemente fare un'equazione; non c'è un significato preciso nel l'imparare, che secondo me è una cosa naturale: l'uomo ha sempre imparato dalla vita, ed altri uomini dalla vita di altri uomini: si impara qualcosa e si trasmette ad altri. Per me imparare è cercare di scoprire sempre cose nuove, per LATERRA vivere la vita nel meglio delle sue possibilità, ma per qualcuno imparare è solo mettersi lì a leggere e studiare. Ci sono dei ragazzi che rifiutano lo studio e sono per la maggior parte persone che hanno problemi con i genitori o con se stessi. Molte maestre sforzano fin dai primi anni delle elementari i bambini a studiare e a fare compiti noiosissimi. Questo non serve a niente e col passare degli anni si forma in noi ragazzi un rifiuto allo studio. Ma forse proprio per quelle maestre imparare è stato un sforzo. Il brutto è che il rifiuto allo studio è causato da un cattivo insegnamento. Rino Secondo me quasi nessun ragazzo ha voglia di studiare: si studia solo se e' è un capitolo o una storia che piace molto. L'unica storia che mi piace molto è Napoleone e l'unico studio che mi viene spontaneo è il disegno o la spiegazione delle figure del libro di storia. Monica Penso che una persona che vuol vivere una vita bella e naturale ha voglia di imparare molte cose senza essere obbligata. Leggere e scrivere Matteo Si può imparare a vivere attraverso esperienze di qualsiasi tipo, ma tra queste c'è sempre il leggere e lo scrivere, due attività che aiutano a crescere, ma sono soprattutto un divertimento unico al mondo: ci si può divertire giocando, scherzando; ma si può seri vere per restare su di morale: ad esempio basta descrivere una semplice azione di una persona da un certo punto di vista. Una volta mi divertii a scrivere durante il seminario di Guido: lui ci aveva dato da fare una poesia su una pozzanghera, ma all'inizio mi demoralizzai perché mi veniva in mente la poesia scritta da lui sulla pozzanghera, e non sapevo cosa scrivere. Poi, guardando la finestra mi vennero in mente molti ricordi comè se la finestra me li avesse suggeriti; decisi allora di descrivere la pozzanghera come una finestra e ne tirai fuori una breve poesia che a me piace molto. Una volta, quando avevo appena cominciato a leggere, mi divertii molto a leggere un libro di barzellette ad alta voce insieme a mio fratello e a mio cugino; e imparai molte cose quando mia madre mi faceva leggere gli articoli di giornale. Barbara Quante persone si vedono in giro che non leggono! Mi chiedo sempre il perché della loro condizione e la mia unica risposta è sempre quella: "la scuola non li ha interessati abbastanza e con il passare del tempo hanno accantonato i 'lunghissimi' libri scolastici, infischiandosene di tutto e di tutti." È proprio vero! Ali' apparenza sembra che leggere quegli altissimi libri di storia, geografia, scienze, non serva a niente per il futuro, ma in realtà dipende solo da che punto di vista si leggono. Certo per scrivere bisogna, secondo me, riuscire ad osservare le cose molto bene, ed osservare il proprio io è una cosa che non riesce sempre a tutti; riuscire ad esprimere seri vendo le proprie emozioni richiede molta sensibilità. Anche l'interpretazione, la lettura ad alta voce è molto importante: riuscire a farsi capire, leggendo con il giusto tono è un'altra capacità che serve molto. .. e z ,,
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