Linea d'ombra - anno IX - n. 66 - dicembre 1991

INCONTRI/ ATXAGA predilezione per i racconti popolari. Ma non so: la mia traduttrice, Sonia Piloto di Castri, esclude che questa somiglianza possa esistere. Hai detto che collochi le storie in una determinata geografia. Per te le geografie sono importanti? Lo scrivere in una lingua che è parlata solo da settecentomila persone pone allo scrittore qualche grosso problema. Uno di questi é quello della verosimiglianza, quello di ottenere che il lettore accetti la convenzione letteraria e creda a quello che sta leggendo. Dal mio punto di vista, la ~oluzione di questo problema passa attraverso quello che potremmo chiamare infiniti virtuali. Quelle miglia di mare che vediamo dalla costa non hanno nulla di infinito, eppure ci portano a immaginare quell'infinito. Questa osservazione, che devo a un passo del diario di Baudelaire, si può applicare alla letteratura. Il passato è, per esempio, un infinùo virtuale. Se scrivo un racconto nel quale due adolescenti parlano di animali con il corp0 di cavallo e la testa di lupo, il meglio che pòsso fare è collocare la storia intorno al secolo XI, perché so che il lettore sarà propenso a credere che in quel secolo poteva succedere "qualunque cosa". Per fare un altro esempio, Carver amhiL'nt;1 k ,uL' ,toriL' in (lllL'i i· alt n: in fin i-to, irt u;1k L'ilL' ,i chiama 90 Se non sei a Milano ti manca ~ RadioPopolare Milano e provincia FM 101.500-107.600 Pavia e provincia FM 107.600 Como e provincia FM 107.900-107.600 Varese e provincia FM 107.900-107.600 Novara e provincia FM 107 .600 Alessandria e pro\llncla FM 107.~ Vercelli e provincia FM 107 .600 AsU e provincia FM 107.600 Provincia di Torino FM 107.600 Bergamo e provincia FM 107.850-107.600 Piacenza e provincia FM 107 .600-91.500 Cremona e provincia FM 96.300-107.600 Brescia e provincia Ffy196.300-107.600 Provincia di Mantova FM 107.600 Stati Uniti. Collocate in un altro luogo, forse ci sembrerebbero improbabili. Mi parlavi del tuo bisogno di ricorrere a diverse geografie ... Ebbene, quello che voglio dire è che il mio problema era la verosimiglianza, e che questo problema mi portò a studiare il funzionamento delle geografie che compaiono nei libri di letteratura. Ne ricavai più di una sorpresa, e alla fine le ho classificate in due gruppi: gruppo Stevenson, e gruppo Faulkner. Parlami del gruppo Stevenson ... Ti racconterò un aneddoto. Una volta domandai ad alcuni amici: se voi incominciate a leggere un racconto là cui prima riga dice: "I due uomini, morti di stanchezza, giunsero a un'isola deserta ..." che cosa vedete? Cosa vi suggerisce questa riga? E tutti mi parlarono del grande oceano, di naufqtgi, di pirati, di scimmie e di alti-ecose del genere. Allora dissi che non si trattava di niente di simile, che l'isola deserta alla quale faceva riferimento il racconto era l'isolotto che si trova di fronte alla spiaggia turistica di Lakeito, famosa spiaggia basca, che non si trattava di naufragi, che i protagonisti erano due bagnan,ti fuori esercizio. Ma, ovviamente, i miei amici avevano le loro previsioni, i loro luoghi comuni, e avevano associato la frase all'Isola del Tesoro o aqualche romanzo simile. Quindi, riassumendo, l'unica cosa che Stevenson chiede alla sua geografia è: primo, che gli permetta di mettere un certo numero di toponimi, per poi muovere i suoi personaggi; e, secondo, che "inganni" il lettore, che abbia una connotazione culturale utilizzabile. È il modello che ho seguito nel momento di scrivere le storie di Amburgo. E il gruppo Faulkner? Si tratta di una geografia con il passato incorporato. Quando Faulkner disegnò la mappa del suo contado, non si rifece ai toponimi. Al suo posto mise storie, segnalò i posti con frasi come: fu qui che il colonnello Sartoris cadde da cavallo. Tendo a dire spesso che il luogo natale di qualunque persona si trasforma, per quella persona, in un'entità immateriale, metafisica; in un luogo che, prima di essere un territorio, è un reticolo di storie. "Lì fu dove ho fatto a botte con il tale, lì dove ho visto per la prima volta in vita mia una ragazza in bichini, ecc.; questa geografia con passato, affettiva, nel mio caso si chiama Obaba. Obabakoak è uscito prima in basco, poi è _stato tradotto in 11)(/gnoloe in catalano. Ora è apparso in Italia, il che significa la 11rimavera pubblicazione all'estero, se mi passi l'espressione. Come credi che lo accoglierà ilpubblico italiano? È vero, si tratta proprio della mia prima pubblicazione al1·estero, poiché Barcellona o Madrid sono città vicine, che l'\lllOscoabbastanza bene. Cosa posso dire? Ho molta curiosità, ~oprattutto. Il lettore è quello che completa il libro. Sarà interessante vedere come lo completano qui, ed è probabile che io impari · qualcosa sia su me stesso, sia sugli italiani.

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