Linea d'ombra - anno IX - n. 66 - dicembre 1991

INCONTRI/ELLIS In questo caso, non l'avevano ancora letto, illibro, quando si sono messi a strepitare. Credi che il pregiudizio che li ha spinti a comportarsi così abbia a che fare con l'inconscio collettivo della nazione, con la rimozione collettiva della propria violenza? Sì, assolutamente. È così. Quando parli della violenza di questo paese, comprendi anche le donne, nella tua analisi? Credi che anche le donne partecipino della violenza, conscia o inconscia, del paese? La donne sono le vittime preferite della violenza individuale che risulta dalla rimozione di quella collettiva. Ci sono pochissimi serial killer che vanno in giro ad ammazzare uomini. Non so cosa succeda negli altri paesi, ma in questo la violenza contro le donne è un dato impressionante. Ma non è questa la ragione per cui ho scritto il libro. Il significato di questo libro è metaforico. E le donne si sono arrabbiate perché ho esteticizzato la violenza, contro di loro, _anchese l'ho fatto per ragioni metaforiche. · Io credo che questo paese sia un paese molto misogino, credo che sia per questo che le donne si sono arrabbiate, perché hanno paura. Il mio libro è contro la violenza nei confronti delle donne. Credevo che fosse ovvio. Se qualcuno doveva arrabbiarsi, erano Wall Streel, la Borsa di New York (fata di Dina Fracchia/Contraslo). 82 i serial killer. Dovevano essere loro, a boicottare il libro. A far manifestazioni, magari in prigione. Ce n'è tanti anche fuori, di serial killer, non 'credi? Certo. Questa città fa paura. I locali notturni fanno paura. Mettono a disagio. Inscenano il sadismo. Quando sono arrivato a New York li frequentavo molto. Adesso no. Mi sento vecchio, superato. Ci sono dei giovanissimi così cinici, così violenti, e insieme così ingenui, in giro. Questo è un paese di persone ciniche e ingenue. La c,ombinazione peggiore. E sincere. Sincere, ingenue, e traboccanti di rabbia, rabbia sadica. E il mio libro cerca di riflettere questo atteggiamento collettivo. Anche se non è certo un libro realistico. E la scrittura? Perché è così ossessiva, così ripetitiva? Il linguaggio riflette la personalità del narratore. È lui a dare il tono al linguaggio. Bateman ha una personalità piatta, incapace di emozioni ... non sarebbe stato plausibile che partisse per voli lirici, che rievocasse infanzie infelici, sentimenti "normali". Se c'è una cosa che mi piace, di molti scrittori americani, specialmente giovani, è proprio quel loro mettere in bocca a personaggi qualunque espressioni liriche, osservazioni che solo uno scrittore sarebbe capace di fare, non un personaggio ... grandi metafore, retorica ...

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