Linea d'ombra - anno IX - n. 66 - dicembre 1991

mentre chiudeva la porta: loro due, stranamente simili, nemici mortali e implacabili nel crudele, serrato antagonismo del sangue. Uscì dalla camera. Ritornò in camera da letto e accese la luce e trovò le pantofole e andò al caminetto e mise del carbone sulla brace e lo rivoltò finché non si sprigionò una fiamma. L'orologio sulla mensola segnava l'una meno venti. Ben presto il fuoco fu acceso; aveva smesso di rabbrividire. Tornò a letto e spense la luce, lasciando solo la luce del camino a pulsare e baluginare sui mobili e fra le bottigliette e gli _specchidel tavolo da toletta, e sullo specchio più piccolo sopra il suo cassettone, sul quale erano posti tre portafotografie, nei due più grandi c'erano quella sua e di Amy, quello più piccolo, in mezzo, era vuoto. Restò disteso. Non pensava a niente. Pensò solo una volta, con calma, Ecco, ci siamo. E così adesso credo che lo saprò, scoprirò che cosa devo fare e nient' altro, non ci ripensò neppure. La casa sembrava ancora risuonare dello squillo penetrante del telefono come di un'eco ostinata. Poi cominciò a sentire l'orologio sulla mensola, insistente, freddo, sommesso. Accese la luce e prese dal tavolo accanto al cuscino il libro, che si trovava aperto, a faccia in giù, ma si accorse che il suono dell'orologio non gli permetteva di concentrarsi sulle parole, così si alzò e andò alla mensola. Le lancette segnavano le due e mezzo. Fermò l'orologio e lo girò verso il muro e portò il libro vicino al camino e ora si accorse di potersi concentrare sulle parole, sul senso, continuando a leggere, ora, senza essere disturbato dal tempo. E così non avrebbe potuto dire con precisione quando fu che si accorse di aver smesso di leggere, di aver alzato il capo con un sobbalzo. Non aveva sentito alcun rumore, eppure sapeva che Amy si trovava in casa. Non sapeva come lo sapeva: restò soltanto a sedere trattenendo il respiro, immoto, il libro, pacifico, alzato e immobile nell'attesa. Poi sentì Amy dire, "Sono io, Mamma." Ha detto "Mamma," pensò, restando immobile. L'ha chiamata "Mamma" un'altra volta. A quel punto si mosse, posando il libro con attenzione, dopo aver segnato il punto a cui era arrivato, ma mentre attraversava la camera camminò normalmente, senza cercare di attutire il rumore dei passi fino alla porta, la aprì e vide che proprio in quel momento Amy stava uscendo dalla camera della Signora Boyd. Lei iniziò a salire le scale, anche lei camminava normalmente, i suoi tacchi facevano un suono secco e innaturalmente sonoro nella casa immersa nella notte. Deve essersi chinata per rimettersi le pantofole quando Mamma l'ha chiamata, pensò. Lei non lo aveva ancora visto, mentre saliva con dei movimenti regolari, il viso, sfumato nella fioca luce dell'atrio, contro il colletto della pelliccia sembrava il petalo di un fiore, emanando STORIE/FAULKNER davanti a sé, dove lui era in attesa, una specie di fragranza rosata e cristallina che apparteneva alla notte gelida da cui era appena emersa. Poi lo vide in cima alle scale. Per un secondo solo, un istante, si fermò assolutamente immobile, anche se aveva ripreso a muoversi prima che questa potesse diventare una pausa, e quando gli passò accanto mentre lui si faceva da parte, stava già parlando, ed entrava nella camera da letto: "È così tardi? Ero con i Ross. Mi hanno appena lasciata all'angolo; ho perso le chiavi dell'auto al club. Forse è stata l'auto che l'ha svegliata." "No. Era già sveglia. È stato il telefono." Si avvicinò al camino e stese le mani verso il suo calore, ancora con la pelliccia addosso; sembrò che non l'avesse sentito, il viso roseo alla luce del camino, la sua presenza emanava quel profumo di freddo, quella fragranza gelida che l'aveva preceduta su per le scale: "Penso di sì. La luce era già accesa. Appena hq aperto la porta dell'ingresso ho capito che eravamo persi. Non·ero ancora neanche entrata in casa che lei ha detto 'Amy' e io ho risposto 'Sono io, Mamma' e lei ha detto, 'Entra, per cortesia,' ed era là con quegli occhi enormi e quei capelli che sembra che qualcuno li abbia tirati fuori dal centro di una balla di cotone dell'anno scorso, e ha detto , 'Capirai certo che dovrai lasciare immediatamente questa casa. Buonanotte'." "Sì," disse lui. "È stata sveglia fin dalla mezza. Ma non potevo far altro che ripetere che tu eri già a letto a dormire e sperare nella fortuna." "Vuoi dire che non ha proprio dormito?" Una plan/afion house in rovina in Georgia nel 1934 (foto di Wolker Evans, Form SecurLtyAdministration).

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