Linea d'ombra - anno IX - n. 66 - dicembre 1991

76 NUOVASERIE1991 MENSILDEIANALISI EINFORMAZIONE SULMONDODELIBRO EDELLREIVISTIENITALIA Abboname1n9to92- 1 O numeri L. 7S.000- CCP1.9689207 IntestataoStrumenEtdi itoriali ViaDaverio 7 - 20122MILANO Tel0. 2-S4S077-7FaxS4840S6 INLIBRERIEAPERABBONAMENTO L'Indice. La lettura laureata in lettere. STORIE/FAULKNER II E così accadde che quando si svegliò allo squillo del campanello sapeva già che il letto accanto al suo era ancora vuoto, proprio come sapeva che, per quanto in fretta avesse raggiunto il 1clefono, sarebbe già stato troppo tardi. Non si fermò neanche a L·ercarele pantofole; corse giù per la scala gelida e vide mentre passava che la finestra sopra la porta di sua madre si illuminava L'andò al telefono e prese il ricevitore: "Oh, Howard, scusami 1anto- sono Martha Ross - mi dispiace tanto disturbarti, ma ,apevo che Amy si sarebbe preoccupata. L'ho trovata nell'auto, diglielo, quando siamo tornati a casa." "Sì," rispose. "Nell'auto." "Nella nostra auto. Dopo che lei ha perso le chiavi dell'auto111obile l'abbiamo accompagnata a casa, all'angolo. Le abbiamo chiesto se voleva venire da noi a mangiare uova e prosciutto, ma lei -" Poi la voce si spense. Reggeva il freddo ricevitore :111' altezza dell'orecchio e sentiva l'altro capo del filo, il silenzio, riempirsi di una specie di stupore, come se trasalisse: qualcosa di istintivo, femminile e autoprotettivo. Ma la pausa, in sé, non fu neanche una pausa; quasi immediatamente la voce continuò, :in che se ora era completamente cambiata, vuota, piatta, riservata: "Amy è a letto, suppongo." "Sì. È a letto." "Oh. Mi dispiace tanto averti disturbato, di averti fatto alzare. \ila sapevo che si sarebbe preoccupata, visto che era di tua madre, il gioiello di famiglia. Ma naturalmente, se non se ne è àncora accorta, non ~vrai bisogno di dirglielo." Il filo ronzava, teso. "Che ho chiamato eccetera." Il filo ronzava. "Pronto. Howard?" "No," rispose. "Stanotte non la disturbo. Puoi telefonarle domani mattina." "Sì, lo farò. Mi dispiace tanto averti disturbato. Spero di non aver svegliato tua madre." Rimise a posto il ricevitore. Aveva freddo. Senti va che i piedi cercavano di ritrarsi dal pavimento che sembrava di ghiaccio, mentre restava a guardare lo spazio buio della porta oltre la quale avrebbe trovato sua madre appoggiata ai cuscini, il viso cereo e gli occhi scuri imperscrutabili, e i capelli che Amy diceva che somigliavano a cotone rinsecchito, accanto all'orologio le cui lancette lei aveva fermato alle quattro meno dieci un pomeriggio di cinque anni prima quando aveva ricominciato a muoversi. Quando aprì la porta la scena che aveva immaginato era esatta, persino la posizfone delle mani. "Lei non è in questa casa," disse la Signora Boyd. "Sì. È a kt111. Tu sai quando siamo arrivati. Solo che stasera ha lasciato u110 ,ki suoi anelli a casa di Martha Rosse Martha ha telefonato ... Ma sembrava che lei non fosse stata nemmeno ad ascoltarlo .. "E così tu giuri che lei in questo momento si trova in questa casa." "Sì. Certo che è qui. È su che dorme, ti dico." "Allora falla scendere a darmi la buonanotte." "Che stupidaggine. Certo che uo." Si guardarono da una parte ali' altra della pedana del letto. "Ti rifiuti?" "Sì." Si guardarono ancora per un momento. Poi lui cominciò a voltarsi; si sentiva addosso il suo sguardo. "E allora cambiamo discorso. È la spilla che ha perso?" Non rispose neanche a questo. Si limitò a guardarla ancora

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