Linea d'ombra - anno IX - n. 66 - dicembre 1991

"No. Non posso lasciarla·da sola in questo stato. Tu ricomincerai a uscire di nuovo. Ad andare a ballare. E allora non sarà più così brutto." "Sì," disse lei, più calma. "Dovrò farlo. Non posso sopportare tutto questo." Uno disse "tu," !;altra, "io." Nessuno dei due disse "noi." E così, il sabato sera Amy si vestiva e Howard si metteva sciarpa e ·soprabito, qualche volta s.ulla camicia, scendevano le scale e si fermavano alla porta della Signora Boyd, e dopo Howard faceva salire Amy sull'automobile e la g~ardava andare via. Poi rientrava in casa e saliva le scale con le scarpe in mano, come faceva prima che si sposassero, passando furtivo oltre la finestra illuminata. Appena prima di mezzanotte, si rimetteva sciarpa e soprabito e scendeva pian piano le scale e oltrepassava la finestra ancora illuminata e aspettava sul porticato che Amy arrivasse. Poi entravano in casa e passavano nella camera della Signora Boyd per darle la buonanotte. · Una notte lei tornò all'una passata. Lui l'aveva aspettata sul portico per un'ora in pigiama e pantofole; era novembre. La finestra sopra la porta della Signora Boyd era scura e non si fermarono. "Qualche stupido ha spostato indietro l'orologio," disse lei. Non lo guardò, mentre si toglieva i vestiti e gettava la spilla sul tavolo da toletta insieme agli altri gioielli. "Speravo che tu non saresti stato tanto sciocco da restare là fuori ad aspettarmi," , "Forse la prossima volta che qualcuno sposta indietro I' orologio non lo farò." · Lei si fermò di colpo e· rimase assolutamente immobile, guardandolo da sopra una spalla. "È proprio questo quello che intendi?" disse. Lui non la stava guardando; la udì, la sentì avvicinarsi e fermarsi accanto a lui. Poi lei gli toccò la spalla .. "Howard?" disse. Lui non si mosse. Poi si strinse a lui, gli si gettò in grembo, gridando con impeto: "Che cosa ci sta capitando?" strofinandosi contro di lui con un selvaggio abbandono: "Cos'è? Cos'è?" Lui la fece calmare, anche se, una volta che furono ognuno nel suo letto (dormivano già in letti separati), la udì e poi la sentì attraversare lo spazio fra i due letti e gettarsi nuovamente contro di lui con quel selvaggio trasporto pieno di sgomento che non era di una donna ma di una bambina nell'oscurità, lo abbracciava, sussurrando: "Non devi fidarti di me, Howard! Tu puoi! Tu puoi! Non devi!" "Sì," le disse. "Lo so. Va bene. Va bene." E così, dopo quella voi ta, appena prima di mezzanotte, lui si metteva il soprabito e la sciarpa, scendeva le scale senza far rumore e passava oltre alla finestra illuminata, apriva e chiudeva rumorosamente la porta dell'ingresso, e poi apriva la porta di sua madre dove la donna sedeva appoggiata ai cuscini, il libro aperto e il viso rivolto verso le ginocchia. STORIE/FAULKNER "Già di ritorno?" diceva la Signora Boyd. "Sì. Amy è già andata di sopra. Hai bisogno di qualcosa?" "No. Buonanotte." "Buonanotte." Poi andava di sopra e si metteva a letto, e dopo un po' (talvolta) si addormentava. Ma talvolta prima di dormire, talvolta trascinandolo nel sonno con sé, pensava, si diceva con quel tranquillo pessimismo fatalista delle persone intelligenti messe in condizioni di impotenza: Ma nonpuò andare avanti per sempre. Unanotte . capiterà qualcosa; lei coglierà Amy sul fatto. E io so che cosa farà. Ma io, che cosa farò io? Era convinto di saperlo. Cioè, la parte migliore della sua mente gli assicurava di saperlo, ma lui si rifiutava di crederlo; l'intelligenza, di nuovo: non la rimozione, il rifiuto, semplicemente la negazione, l'intelligenza parlava basan- · dosi sull'impotenza: Perché nessun uomo sa che cosafarà in una . data situazione, in certe circostanze:. il saggio, altri, magari, traggono delle conclusioni, ma non lui. Il mattino seguente Amy si sarebbe trovata nell'altro letto, e allora, alla luce del giorno, tutto .sarebbe svanito. Ma ogni tanto, anche alla luce del giorno, tutto ritornava e lui, dal distacco delle sue elucubrazioni sulla sua vita, quell'insieme difettoso un terzo del quale loro due avevano prodòtto ma la cui mancanza loro due non potevano colmare, si diceva, sì, so che cosa farà lei e so che cosa Amy mi chiederà di fare e so che io non lofarò. Ma io, che cosa farò io? ma non per molto, dice.ndosi a quel punto che fino a quel momento non era ancora accaduto, e che in ogni caso mancavano ancora sei lunghi giorni prima del sabato: l'impotenza ora, neanche più l'intemgenza. Una cittadina del Sud degli Usa in una foto del 1939 di Walker Evons, per l'inchiesta di James Agee Lei Us KnowPraiseFamousMen (FormSecurity Administration, United Stotes Department of Agricolture).

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