LA SPILLA William Faulkner . traduzione di Silvia Beccati William Faulkner (1897-1962) è, per molti, il maggior narratore del nostro secolo morente, assieme a Franz Kafka. Ma mentre Kafka è li, ombra perfetta e irrangiungibile, terribile nella sua misura come un assoluto, Faulkner, maestro di una letteratura "meridionale", continua a far figli, a essere punto di riferimento e ispirazione per molti, moltissimi scrittori, soprattutto "meridionali", di ogni Sud del mondo. La sua opera ha punte grandiose (L'urlo e il furore, Mentre morivo, Santuario, Luce d'agosto, Assalonne Assalonne!, Scendi Mosè!) ma al suo interno zone più riposanti o racconti minorima affini per tema e per intensità a esempi maggiori-come La spilla, rifiutato da "The Forum" nel '31, pubblicato sullo "Scribner's Magazine" nel gennaio del 1936. Esso figura tra le 42 Collected Stories raccolte dall'autore in un volume unico nel 1950. Crediamo di far cosa gradita ai nostri lettori proponendo questo testo minore di uno scrittore maggiore, certo meno letto e studi'ato in Italia di quanto non si meriti. Fu il telefono a svegliarlo. Si svegliò già affannato, cercando a tastoni nell'oscurità vestaglia e pantofole, perché sapeva già prima di svegliarsi che il letto accanto al suo era ancora vuoto, e l'apparecchio era al piano di sotto proprio di fronte alla porta al di là della quale sua madre giaceva seduta sul letto da cinque anni, e nell'istante in cui si era svegliato sapeva che non sarebbe arrivato in tempo perché lei l'avrebbe già sentito, proprio come sentiva tutto quello che accadeva in casa in qualsiasi momento. Lei era vedova, lui l'unico figlio. Quando andò in collegio lei andò con lui; prese una casa a Charlottesville, in Virginia, per quattro al'lni,mentre lui si diplomava. Era la figlia di un facoltoso commerciante. Suo marito era stato un commesso viaggiatore che un'estate era giunto in città con delle lettere di presentazione: una per un sacerdote, l'altra per il padre di lei. Tre mesi più tardi il commesso viaggiatore e la figlia erano sposati. Si chiamava Boyd. Si licenziò entro quell'anno e si stabilì nella casa della moglie e passò le giornate seduto di fronte all'albergo, in compagnia di avvocati e piantatori di cotone - un uomo bruno che davanti alle signore si toglieva il cappello con un gesto galante e pieno di sussiego. Il secondo anno nacque il bambino. Sei mesi dopo, Boyd parti. Se ne andò, lasciando alla moglie un biglietto in cui le diceva che non sopportava più di restare a letto la notte a guardarla mentre avvolgeva sui rocchetti vuoti il cordino avanzato dai pacchi dei negozi. Sua moglie non ne seppe pÌù nulla, anche se si rifiutò di permettere a suo padre di annullare il matrimonio e cambiare il nome del bambino. Poi il commerciante morì, lasciando tutte le sue ricchezze alla figlia e al nipote che, anche se da quando aveva compiuto sette o otto anni aveva smesso di vestire da paggetto, a dodici anni indossava, anche durante la settimana, dei vestiti che non lo facevano assomigliare a un bambino, ma piuttosto a un nanerottolo; probabilmente non avrebbe potuto legare molto con gli altri bambini nemmeno se sua madre glielo avesse permesso. Quando venne il momento la madre trovò una scuola per ragazzi in cui il ragazzo poteva indossare impunemente una giacca dalle estremità arrotondate e un cappello da uomo a tesa rigida, anc.he se quando i due si trasferirono a Charlottesville per i quattro anni che seguirono, il figlio non aveva l'aspetto di un nanerottolo. Ora, il suo aspetto ricordava quello di un personaggio dantesco-un uomo un po' più sottile di suo padre ma con un che della bruna bellezza del padre, che affrettava il passo volgendo il capo, persino quando sua madre non era con lui, quando incontrava delle ragazze non solo per le strade di Charlottesville ma anche del piccolo villaggio del Mississippi al quale fecero subito ritorno, con un'espressione sul volto che faceva pensare ai giovani. monaci o agli angeli delle allegorie del quindicesimo secolo. Poi sua madre ebbe quel colpo, e ben presto le amiche le portarono al capezzale notizie proprio sul tipo di ragazza con cui forse persino la madre si sarebbe aspettata che il figlio non solo si sarebbe compromesso, ma che avrebbe sposato. Si chiamava Amy, erà la figlia di un ferroviere morto in un incidente. Era andata a vivere con una zia che faceva l'affittacamere - una vivace, audace ragazza la cui reputazione era dovuta più 73
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