Linea d'ombra - anno IX - n. 66 - dicembre 1991

si possono leggere gli analisti della società argentina (Martinez Estrada, Scalabrini Ortiz, Germani, Sebreli, Vinas) senza pensare ad Arlt, di cui essi ·spesso si servono, ma il mondo di Arlt è in definitiva riconducibile anche a quello analizzato da Riesman o Wright Mills o perfino da un Sartre. È l'universo perennemente scontento delle classi medie, di lacerate tra gli aspetti negati della loro comunanza col popolo, e le ambizioni alla borghesia superiore, che bensì le tiene a bada e lascia lo,rosolo le briciole della sua cultura. È l'universo dell'umiliazione, della stupidità, del buon senso e della meschinità, dell'infinita noia quotidiana. I personaggi di Arlt · tentano di uscirne. La condanna del lavoro e della noia - con i suoi corollari di repressione sessuale, di mogli insipide, di decoro da rispettare, di partita domenicale - è loro insopportabile. Ma come uscirne? L'adolescente Silvio Astier, nelluguete, dopo un'infanzia di contatti popolari, vuol e·ntrare all'accademia militare ed è respinto. Ma i "sette pazzi", adulti consci della condanna sociale, e dell'impossibilità di accesso per le vie normali al mondo dell'assenza di penuria (il denaro ha in Arlt un molò fopdamentale, il peso che gli dà una società di rigide distinzioni classiste, o la società capitalistica in generale, specialmente in tempo di crisi), tentano altre vie, dapprima individuali e poi, nel loro delirante incontro, di gruppo. Sono quelle che nell 1universo arltiano si possono caratterizzare coi nomi-feticcio di Edison l'inventore, Rocambole il furfante, Nostradamus il mago. La concatenazione delle fughe private nell'irrealtà del fantasticare-per sfuggire all'opprimente e concentrica carta moschicida della condizione sociale e del lavoro _:_ e poi nella realtà-irrealtà della soluzione magica accanitamente _perseguita (Arlt stesso sognò il successo dalla sua attività di inventore, un campo nel quale il suo progetto più noto riguardò l'ideazione di calze femminili impermeabili) sfocia nel progetto comune, dei sette, per una grande impresa che servirà a finanziare la rivoluzione. Questa impresa - la fabbrica di fòsgeno o la catena di postriboli - è destinata, ovviamente, al fallimento. Mail fallimento tragico, allucinato coronamento all'assurdità dell'impresa, ha comunque un segno diverso, il segno appunto della follia, rispetto a quello agghiacciante del tradimento di Silvio Astier, che vende il popolano ribelle che lo protegge perché la borghesia lo ha respipto, che tradisce il basso perché tradito dall'alto. La loro abiezione è un'abiezione più tragica e disperata, la cui "moralità" sta tutta nella fissazione su un alto progetto. I sette~ l'impiegato di banca ladro Erdosain, il farmacista Ergueta che ha scoperto il segreto della roulette, la presenza dell'apocalisse e la legge del _sincronismoestatico, il viscido sognatore chiacchierone Barsut, l'Astrologo, il Ruffiano Malinconico, Hipòlita e Eustaquio Espii a - avranno mirato a un progetto logico - la rivoluzione - per strade rispondenti a una.logica e strategia condÌzionate dall'incapacità di scelta della via e degli alleati. Il "fracaso" di ogni magna aspirazione è il loro destino obbligato, la conseguenza dell'individualismo farneticante della loro rivolta. La grandezza di Ari tè dunque nell'espressione di una realtà determinata quale quella delle classi medie in paèsi come l'Argentina (o tanti altri) fino a tempi recenti, con modi e vigore che sanno rifarsi a·.una grande tradizione - quella russa di Dostoevskij e Gogol, ma anche spagnola, da Quevedo aBaroja-e a due contradditorie fonti, creatrici della particolare tensione della scrittura di Arlt: il feuilleton e in generale la letteratura popolare (su fondo di tango, altra espressione chiave del disorientamento della frustrazione degli immigrati di Buenos Aires - anzi _la loro fondamentale), e il linguaggio degli alteri borghesi che comandano, degli scrittori della classe dirigente. La tensione è irrisolta, come irrisolta è l'insoddisfazione di Arlt. Lo stile richiede tempo, ricorderà nella prefazione · a I lanciafiamme, e d'altronde aggiunge: "oggi, tra le rovine di un edificio . sociale che si sgretola inevitabilmente, non è possibile pensare ai ricami". Eppure, se lo dice, è proprio per quella sorta di ambiguo rapporto stabilito col linguaggio e lo stile "dei ricchi", tutt'altro che risolto. E non è un caso se spesso ricorre alle virgolette per segnalare frasi popolari, è per non confondersi con il popolo. La frustrazione e la rivolta trovano espressione anche inquesto, con una precisione rivelatrice. La sveltezza e l'aggressività sono una risposta pratica di ,linguaggio alle tensioni e ai conflitti, alle irritazioni dell'autore, anche e nonostante gli sprazzi di cupissima malinconia e la introspezione labirintica e malata di certi personaggi. A). fondo, alprofondo, lacupezzadegli isolamenti- la "mostruosa solitudine" di Erdosain -prelude alla catena della morte, che porterà via i personaggi uno a uno in sequenze talora bunueliane, del Bunuel di Los olvidados. Il rapporto tra realismo e fantastico, così tipico e perfino abusato nella letteratura latino-americana di oggi, pende in Arlt dalla parte del realismo. Ma si tratta di un realismo trasfigurato da una ventata di allegoria e di ossessione. La magia e la pazzia, intimamente compenetrate, sono una tela di fondo, o tentazione, o.minaccia costante, e i pazzi non sono sette per caso. Ma se il fantastico puro, quello dei canoni specialistici, è spesso sfiorato (soprattutto in alcuni racconti e nei Sette), la sua chiave è un'altra, in un autore che cita tra i suoi maestri in letteratura Dostoevskij e in teatro Pirandello. A offrire un trampolino è la logica che abbiamo descritto, che i suoi personaggi seguono fino in fondo, cioè fin quasi all'assurdo; a offrire un ridimensionamento e un controllo è il sarcasmo, dietro al quale la realtà della frustrazione preme ed è frenata. Il sovrappiù del feuilleton penserà al resto. Ma è forse proprio il rifiuto di andar oltre sul terreno della fantasia, della metafora astratta o metafisica coltivata da altri argentini, il rifiuto del gioco, a fare di Arlt un autore che h·acerto una levigatezza minore e una minore "nobiltà", ma ha una capacità di sconvolgerci e un calor tragico che è quello dei suoi visionari, così esemplari e terrestri. DUE OPINIONI DI JULIO CORTAZAR Da Un tal Lucas, 1979:· Del mio paese mi rimane un odore di canaletti mendozini, i pioppi di Uspalleta, il viola profondo del colle Velasco in Là Rioja, le stelle del Chaco nella Pampa di Guanacos mentre andavo da Salta a Misiones su un treno dell'anno quarantadue, un cavallo che ho montato a SaJadilfo, il sapore di Cinzano con gin G9rdon al Boston di Florida, l'odore vagamente allergico delle platee del Col6n, il superpullman del Luna Park con Carlos Beulchi e Mario Diaz, le latterie dell'alba, la bruttezza di piazza Once, la lettura di "Sur" in anni dolcemente ingenui, le edizioni a cinquanta centesimi di "Claridad", con Roberto Arlt e Castelnuovo, e anche certi patii, chiari, e ombra che non dko,'e morti. Da La vuelta al d{a en ochenta mundos 1968: In Argentina si notano segnali di un divertente fenomeno; per reazione alla prosa dei tartarugoni incartapecoriti, alcuni scrittori più giovani si sono messi a scrivere "parlato", e sebbene i migliori lo facciano assai bene la maggior parte ha sbagliato centro e si sta impantanando ancor più dei puristi (parola questa che · loro mettono sempre da qualche parte), A me sembra che non è passando dal calore del crogiuolo a quello dello stadio che faremo la nostra letteratura. Un Roberto Arlrscriveva male da un punto di vista lessicale perché non aveva gli strumenti per farlo in altro modo; però avere una cultura di prim'ordine come generalmente possiedono gli argentini e scivolare in una scrittura da pizzeria mi sembra tutt'al più una reazione da ragazzino che si dèfinisce comunista perché il padre è socio del Club del Progresso, (traduzione di Assunta Mariottini)

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