SAGGI/RODRIGUE% Sopra Frido nel 1939, duronle il soggiorno o Son Francisco e, sotlo, con Diego Rivero il giorno delle nozze, nel 1929 (Archivio INBA). 52 eiasegnalare quella cliMartha Zamora, pubblicata eiaChronicle Books cli San Francisco e cli recente premiata ad Amsterdam. Queste pubblicazioni mostrano un frammento dell'intricata storia contemporanea ciel Messico, un capitolo della tortuosa cultura internazionale ciel '900, e contengono un'interminabile sequela cli eventi, una galleria clipersonaggi, una ricostruzione minuziosa e documentata fino all'esasperazione della vita cliFrida. Tale è stata la forza e il vigore cljuna vita tribolata in cui imperava, onnipresente, il dolore: "I miei quadri sono ben dipinti, non con leggerezza ma con pazienza. La mia pittura porta in sé il messaggio del dolore. Penso che possa interessare almeno a qualcuno", scrive in una sua lettera. Frida impersona la sofferenza fisica e spirituale di un essere mai rassegnatosi all'handicap, di chi si è visto costretto a subire più di trentadue interventi chirurgici e a vivere con un busto metallico, sulla sedia a rotelle, con i I bacino e la colonna vertebrale sfondati dalla sbarra di ferro che le aveva attraversato il corpo nell'incidente del tram. In un Messico che faceva il suo ingresso nella modernità spinto dall'effervescenza di una rivoluzione caotica in onore della quale Frida fissò l'anno della sua nascita, avvenuta quattro anni prima, al 1910. Molte sono le chiavi di lettura cieli'avventurosa esistenza dell'artista. La Herrera riferisce, non formula giudizi, indaga nei minimj dettagli ma non li interpreta. La Jamfs si lancia in un 'impresa poetica. Al lettore viene fornita una serie di dati necessari affinché, sommandoli agli "scarsi" 200 dipinti (al 90% autoritratti), possa crearsi l'immagine di una protagonista della cultura mondiale di questo secolo. Riuscire a fare in modo che la propria drammaturgia del dolore da individuale diventi collettiva, è già un traguardo originale, ma quella cli Frida commuoverebbe anche un muro con la sua vitalità che proietta lo spettatore in mondi trascendenti. La dimeJlsione onirica, l'attò ludico, l'assoluto della tragedja trasportano in un universo in cui l'elogio della follia è mutato, dalla mano de!]'artista, in tenerezza, passione, fuoco, secondo la sequenza: vita, amore, sofferenza, dolore, arte, politica. Frida la spregiudicata, l'amante libertina, bisessuale e autosufficiente nella gestione cielsuo corpo e del suo eros, della sua intelligenza e della sua sensibilità senza limjti. Frida la scandalosa, che sposò il "rospo colomba", il pittore messicano per eccellenza, Diego Rivera, lei ventiduenne, lui qua~antatrenne, in una relazione tormentata di amore/odio, di divorzio e matrimoni, di accettazione e rifiuto. Frida la cosmopolita diventata messicana ad oltranza, che rinuncia al tailleur per indossare lo huipil maya. Frida l'amica di Tina Modotti, là protagonista di interminabili baldorie, colei che mai rinunciò alle proprie idee e ai propri ideali. La donna segreta, ermetica, che fa del suo corpo martirizzato il soggetto e l'oggetto del proprio vulcanico talento, con un cromatismo esuberante, con una composizionè classica ma del tutto antiaccademica. Ogni opera di Frida è una galassia con una molteplicità di significati. Predomina il suo viso, ieratico, tragico, sereno. Lei è l'universo intero, senza tracce di edonismo o di superbia. Ogni dipinto esprime dramma, vitalità, sogno: "Messicanissima in ogni.sùa manifestazione, suscita sempre grande stupore: la sua pittura e la sua vita, la sua vita e la sua pittura unite fra loro come le due Frida, così come le ha dipinte lei stessa", scrive Elena Poniatowska. Il suo viso si appropria del corpo di un cervo, l'animale magico e mitico della cultura mesoamericana, o del suo stesso corpo immolato. Le sopracciglia si serrano in una linea unica, gli occhi penetrano l'anjma di chi guarda. Il simbolo si impadronisce dello spazio perché lei stessa è simbolo. Frida personifica il dubbio divenuto certezza, la certezza che affina il polso per creare icone circondate d'una vegetazione lussuriosa e di mitici animali, capigliature scomposte o idealizzate, occhi di centauro che sono ruvera o la morte. Il tratto è sicuro, il disegno sincretico, il colore opulento. Pregni di coerenza di fronte alla vita e all'esistenza, i suoi dipinti emanano pathos, sensualità e autenticità. Come in Velasquez, Caravaggio, Goya, Van Gogh, Bacon, Michelangelo. Anche se lei amava Botticelli e Carpaccio.
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