Linea d'ombra - anno IX - n. 66 - dicembre 1991

i piedi ben piantati in scarpe che calzano senza risparmio. I miei capelli non cadono: tutto il vino che bevo li incoraggia a radicarsi e a coprirmi la testa come una cuffia. Ho trovato invidia di donna e onde di capelli scuri sparsi sul pavimento, fradici come alghe. Sto brandendo le forbici che han tagliato la chioma di Frida. Sono Diego, · il più grande pittore del morido. VII. E le risate hanno buone gambe Le risate sono come un gorgogliare di sorgente acqua da un buco della terra ma a volte sono come un parto podalico strangolate nel ventre. Quando le risate hanno buone gambe hanno una cadenza da atleta olimpico che accende con la torcia ogni angolo della stanza. La mia risata non zoppica, la mia risata non trascina le gonne lunghe nella polvere, ma fa scorrere le dita tra i capelli di Diego, gli slaccia i pantaloni, non si perita di amare il sole, l'odore del colore verde, i capelli . che paiono un'oscura spugna sott'acqua, proprio come le sopracciglia che s'inarcano per unirsi e tracciare a carboncino il volo d'un uccello sul volto di Frida. Così comincia Tutto quello che mi passa per la testa, tutto quello che mi sta sulla lingua reso solenne da una bocca mesta e graziosa, tutto quello che predica e l'aria ravviva di polline giallo come un pupazzo che salti fuori dal pulpito, tutto quello che scorda la propria carne e si plasma dal corpo minerale della terra, SAGGI/RODRIGUE% tutto quello che si connette come una catena d'idrocarburi, tutto quello che si svuota di organi essenziali: cuore fegato, cervello, utero e si riduce a una conchiglia di abalone in cui risuoni il più -grandecanto del mare, tutto quello che l'acqu<1mi ha dato, io l'ho restituito cantando a gola spiegata. Copyright Mary Di Michele 1990. CHI FU FRIDA Fabio Rodrfguez Amaya La vita fatta leggenda o la leggenda fatta vita: un presupposto per parlare della donna e dell'artista che risponde al nome di Frida Kàhlo, "Frida" com'è conosciuta nel mondo. A Città del Messico, nel cuore dell'antico quartiere di Coyoacan, si trova intatta la "Casa azul", tale e quale fu abitata da Frida e condivisa con Diego Rivera, suo marito, tale e quale rimase nel 1954dopo averospitato 47 anni di una vita contraddittoria e appassionante, con il suo spazioso cortile che sembra un angolo di tropico nella giungla d'asfalto, cemento, miseria e allegria che è la città più spropositata del mondo. Dalla morte dell'artista, la casa è un museo, meta di pellegrinaggio come un santuario. Del resto la vita e l'opera della pittrice ne danno ampia giustificazione. La sua presenza si avverte in ogni angolo di questo magico luogo che raccoglie gli oggetti e i fantasmi che le hanno tenuto compagnia. Frida, la figlia meticcia di un fotografo tedesco di origine ebraico0 ungherese emigrato in Messico, e di una donna di Oaxaca. Frida la passionale e l'eversiva. Frida la terza moglie di Diego Rivera. Frida l'amica, l'amata da tutti. Frida l'autrice di un'opera pi~torica fra le_più commoventi della storia dell'arte )llOdema. Frida la loquace, l'impertinente, l'acuta, la sarcastica, l'idealista. Frida la giovinetta sacrificata a vita da un incidente con un tram. Frida la frustrata dall'impossibilità di concepire un figlio, la sconsolata che si immerge nelle tenebre temendo il sopraggiungere dell'alba. Frida celebrata da Breton, Picasso, Rockfeller, Bufiuel, Ford, Nernda, Dos Passos, Steinbeck, Reed, Ejzenstejn, Trotzky, Weston,. Mir6, Kandinsky, Serge, Duchamp, Ernst, Eluard, Cardoza y Arag6n. Frida la rivoluzionaria utopista, la furibonda soste- . nitrice di Zapata, la stalinista sincera, ora ricoverata nell'ospedale Henry Ford a Detroit e ora animatrice di salotti e ambienti della cultura a New York, Filadelfia, Parigi, Messico ... · Frida l'esotica, la "surrealista" che gli appartenenti al gruppo parigino, Julien Levy in testa, avrebbero voluto diventasse. "Cosa significa essere surrealisti che non lo so?" domandava. Frida Kahlo, l'ingenua, la contraddittoria, la personificazione del talento, la sintesi materializzata di una logica bas;ta sulla relazione fra sensibile e intellegibile, particolare e universale, concreto e astratto. Il tempo ha reso giustizia alla sua vita e alla sua opera. Lo provano le innumerevoli mostre realizzate, alla fine degli anni Settanta nel Nord America, in Europa e, da cinque anni a questa parte, in tutti i continenti. Un nuovo mito, giustificato dall'opera e dal talento, sorto anche come un prodotto del vuoto e della fiacchezza metropolitani e talvolta esasperato dagli eccessi della speculazione: pochi mesi fa, uno dei suoi dipinti (tutti di grandiosa intensità ma di dimensioni ridotte) è stato venduto ad un'asta di New York per 1.350.000 dollari. Per questa moda Carlos Monsivais ha coniato il termine "fridomania". Prova del riconoscimento unanime della pittrice è il film su Frida diretto da Paul Ledouc e le numerose pubblicazioni che la riguardano. La più "poetica" è di Rauda· Jamfs (Longanesi) mentre la più completa l',ha scritta senza dubbio HayderiHerrera, recentemente pubblicata da Serra &Riva: Frida. È anche I 51

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