FRIDA Mary Di Michele traduzione di Riccardo Duranti Frida, la biografia scritta eiaHayclen Herrera ed edita da Serra & Riva ha richiamato l'attenzione s·u uno dei grandi personaggi della cultura latinoamericana, la pittrice messicana Frida Kahlo, personalità istintiva, forte, tragica che, dopo essere diventata un mito nel suo paese, lo sta diventando un po' dovunque, grazie al successo delle mostre che le vengono dedicate e dei libri e dei film che raccontano la sua difficile esistenza. Volevamo anni fa pubblicare una scelta delle sue lettere, ma ci fu difficile mettere insieme il materiale, e alla fine gli editori ci hanno preceduto. Ma su Frida ci premeva tornare, e l'occasione è questo breve poemetto che una giovane poetessa canadese di origine italiana, Mary Di Michele, le ha dedicato. Mary Di Michele (Lanciano 1949) è emigrata in Canada nel 1955. Giornalista, insegnante, poetessa, ha pubblicato le raccolte Mimosa and Other Poems (]981, dal quale è tratto Frida), Immune to Gravity (1986), Luminous emergence (] 990). · Il cerchio si chiude Tutto quello che mi passa per la testa, tutto quello che mi sta sulla lingua reso solenne da una bocca mesta e graziosa, tutto quello che predica e l'aria ravviva di polline giallo come un pupazzo che salti fuori dal pulpito, tutto quello che scorda la propria carne e si plasma dal corpo minerale della terra, tutto quello che si connette come una catena d'idrocarburi, tutto quello che si svuota d'organi essenziali: cuore fegato, cervello, utero e si riduce a una conchiglia di abalone in cui risuoni il più grande canto del mare, tutto quello che l'acqua mi ha dato, io l'ho restituito cantando a gola spiegata. I. Il dono Questo è il dono che mi è stato dato quando m'han tolto le gambe, me l'ha assegnato da bambina un attacco di polio che mi ha azzoppato il pennello, un difetto che nascondevo con latta, tela e vivaci colori messicani. Ho barattato il mio corpo di ragazza con una s'truttura meno sublime. Mi hanno dato ruote al posto dei piedi e un tronco squadrato . fatto di mattoncini di lego, la donna di lego dai nervi di sottile filo di rame e una testa che si avvita come un tappo di bottiglia. 11.Un cane che zoppica e una donna che piange Non si tratta d'incidenti. · Non posso mica versare colori sulla tela 48 e chiamare il risultato ... vita... il corrimano del tram che mi ha inchiodato come una piccola falena bianca al pavimento dell'autobus ripiegato su se stesso mi ha rotto una gamba, mi ha spezzato la colonna della spina dorsale, mi ha frantumato le pelvi e mi ha ridotto più fragile di una canoa di giunchi in balìa d'un torrente. La morte non è avvenuta in un attimo, ci sono voluti 29 anni. Questo corpo storpio è diventato il mio difetto. Dolore e quello scheletro di scimmia che mi siede sulla spalla, costante promemoria della mia fine naturale. Il complotto di un giorno di settembre per bloccare Frida: non dipingerai il tuo capolavoro, incontrerai l'uomo, Diego, colui che dà forma al mondo di ingranaggi e corse, · amerai con tutti i sensi di una bambola di legno intagliata dal bisturi con un cervello di segatura, amerai ma sprecherai il fiato affannandoti a crearne un altro come lui da tenere tra le braccia anche se è il doppio di te, uno per cui puoi essere sia grande che piccola. lii. Il piede d'argilla All'ospedale i giorni e le notti erano incolori ... Ho imparato a dipingere sdraiata sul letto . mentre il tempo strisciava come un vecchio fiume di pigmento rosso, lento e prezioso, e all'ospedale i giorni e le notti erano incolori ... I miei piedi erano vanghe contuse che scavavano in terra una fossa per Frida, i miei piedi sempre in ombra trascinavano il resto del corpo sottoterra, ma il cuore era un pezzo di latta lucidato dal troppo bìsogno, il cuore era latta lucida che raddoppiava la luce,
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