LA· -PRIMA AGENZIA SUIPROBLEMI DELL'EMARGINAZIONE DELLPAACEDELL'AMBIENTE Aspe, agenzia di stampa quindicinale edita dal Gruppo Abele, è uno strumento per giornalisti e operatori sociali. NOTIZIE CHE PUNGONO • Inchieste, opinioni, fatti e commenti, documenti, esperienze, inserti, notizie bibliografiche, appuntamenti • Numeri «speciali» monografici • 12 redazioni sul territorio nazionale • Banche dati in collegamento _concentri di documentazione specializzati nelle tematiéhe trattate• dall'agenzia • Aspeuropa, uno spazio specifico sulle politii:he sociali europee, dal 1991 • Osservatorio sulla nuova legge sulla dr_oga 42 CONFRONTI Dal Brasile: fra romanzo·storico e storia romanzata Amina Di Munno Due anni fa, nel 1989, con il libro Boca do Inferno, edito a San Paolo dalla Companhia das Letras, Ana Miranda, narratrice esordiente (aveva comunque al suo attivo due libri _di poesie), riscuoteva un immediato successo di critica e di pubblico. Presentato alla Fiera del Libro di Francoforte, vincitore del Premio Jabuti 1990, il romanzo ha presto suscitato l'interesse. degli editori di numerose nazioni (Stati Llniti e paesi dell'America Latina, Spagna, Inghilterra, Portogallo, Italia, Francia, Germania, Norvegia, Svezia e Danimarca); in Italia è edito da Rizzoli (Bocca d'inferno, L. 29.000). Ana Miranda è nata a Fortaleza, nello Stato di Ceara, ha vissuto dieci anni a Brasflia e risiede attualmente a Rio de Janeiro, dove ha maturato l'idea di redigere, con uno sguardo a Umberto Eco e a José Saramago, questo romanzo che è un misto di storia e di invenzione. Come sostiene l'autrice, esso" ...potrebbe essere definito come ciò che modernamente chiamiamo romanzo di 'lacune storiche', il quale cerca di dare al lettore gli elementi poetici, psicologici, drammatici, omessi nella documentazione storica. Padre Antonio Vieira, il poeta Greg6rio de Matos e Guerra, il governatore Antonio de Souza Menezes sono mostrati in un romanzo che, lo spero, interessi sia coloro che conoscono sia quelli che non conoscono la storia brasiliana del XVII secolo". ("Folha de Londrina", Caderno 2, 23-8-'89). Ambientato. nella Bahia coloniale, vecchia capitale dell'impero, il romanzo trae il titolo di Baca do Inferno dal soprannome di uno dei protagonisti, il pÒeta satirico Greg6rio de Matos, il cui ispiratore, Lope de Vega, aveva,- peraltro, già definito Bocca d'll)ferno lo scrittore italiano Traiano Boccalini (1556-1613) per i suoi strali lanciati ai danni degli spagnoli. La trama del romanzo si snoda a partire da un fatto reale: l'omicidio, per motivi politici, del prefetto di giustizia Francisco de Teles de Menezes, avvenuto nel_1683, in seguito al quale il governatore di Bahia, Antonio de Souza Menezes, scatena una feroce. persecuzione contro la famiglia Vieira Ravasco, implicata nel delitto. In un contesto storico puntuale in cui rivive un'epoca, quella barocca, con le sue leggi, le sue istituzioni, i suoi traffici economici, i suoi intrighi e le sue perversioni (contesto storico entro il quale interagiscono personaggi reali con figure fittizie che colorano l'intreccio di tinte fantastiche), scorre la vena inventiva di Ana Miranda, la sua fervida immaginazione che non indugia, tuttavia, a ridondanze retoriche o inaccessibili, a digressioni filosofiche o ps.icologiche, ma si attiene a una prosa fondamentalmente asciutta, senza che peraltro ne risulti compromessa la capacità di trasmettere al lettore un'intensa carica drammatica. Frutto di un approfondito studio del '600 brasiliano, teso al recupero delle espressioni e del lo scenario di un tempo, alla ricostruzione di luoghi geografici, di oggetti, di superstizioni, usi e costumi, di passioni e credenze, di stratagemmi illegali, il libro restituisce al lettore odierno, talora filtrata da una visione critica, una limpida immagine appartenente a un passato lontal)Oe già mitico: "Il traffico illegale di tabacco era punito con la confiscà della merce e dell'imbarcazione, oltre èhe con l'esilio dei colpevoli in Angola. Tuttavia, malgrado le severe punizioni non c'era una sola nave che non portasse - di contrabbando, nascosti nei pezzi di artiglieria, nelle casse di zucchero, o nei barili di farina di manioca, di catrame, di sciroppo di canna da zucchero, avvolti in lamine di latta - rotoli e rotoli di tabacco. Essi erano messi nei bauli dei vestiti, nei bottiglioni di vino, negli scompartimenti segreti di quei recipienti, nei rivestimenti degli alloggiamenti e dei parapetti delle navi, negli angoli delle imbarcazioni, dentro le statue cave dei santi, nelle tasche, sotto le giubbe, nelle scialuppe, nelle botti d'acqua. Sempre più gente si arrischiava in quel contrabbando, e i guadagni passavano di giorno in giorno dalle casseforti reali nelle tasche dei contravventori". Fedele alla promessa fatta due anni fa, Ana Miranda ricalca ora la scena letteraria con un nuovo libro, O Retrato do Rei (Companhia das Letras, San Paolo, 1991, 375 pp.). Il ritratto è quello del re Giovanni V di Portogallo, quello stesso re che, su uno sfondo dominato dall'Inquisizione, si muove fra i principali personaggi del prodigioso romanzo di José Saramago, Memoriale del Convento (in Italia pubblicato da Feltrinelli nel 1984). Il nuovo romanzo si basa anch'esso su un episodio reale, accaduto agli inizi del XVIII secolo, allorché, per circa due anni, portoghesi e paulistas si scontrarono in violente lotte sulla via dell'oro e dei diamanti, dopo fa scoperta delle ricche miniere di Minas Gerais. Il conflitto sfociò in una vera e propria guerra: la guerra degli Emboabas: Erano chiamati emboabas, in epoca coloniale, gli avventurieri portoghesi e i brasiliani che non fossero appartenuti al gruppo dei bandeirantes di San Paolo. Protagonista del libro, però, è un personaggio fittizio, Mariana de Lancastre, il cui padre, di nobili origini, aveva lasciato Rio de Janeiro per inseguire il sogno della ricchezza nelle miniere. Anche Mariana si mette in viaggio e mentre sta per raggiungere il padre, si trova inaspettatamente fra le mani il ritratto che il re Don Giovanni V aveva inviato ai cittadini di San Paolo in segno di amicizia e, soprattutto, nel tentativo di scongiurare -il conflitto. Se, come è stato osservato, il romanzo risulta strutturalment~ poco compatto, bastano forse a riscattarlo le deliziose immagini di un mitico Brasile coloni-aie, dove il lettore si sente facilmente immerso, grazie al dono della parola che Ana Miranda possiede in larga misura. Ed ecco che diventano quasi visibili gli assedi ai villaggi e le sanguinose battaglie; quasi percettibili i tormenti della gente e il dolore per i tradimenti; quasi palpabili sensualità ed esotismo.
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