Linea d'ombra - anno IX - n. 66 - dicembre 1991

CONFRONTI E nelle testimonianze dei vecchi informatori piemontesi emerge significativamente la "specificità" del canto operaio, insieme imparentato ed estraneo al canto folclorico precedente. Uomini e donne, sradicati dalla loro originaria civiltà contadina e tiauma-ticamente inseriti nella nuova città industriale, cercano nuovi strumenti per comunicare: prodotti ibridi, sospesi tra dialetto e lingua letteraria presa in prestito dalla borghesia, tra musica popolare e melodramma. C'è il bisogno di testimoniare la sofferenza e di diffondere i nuovi ideali; c'è la necessità di un'attenzione anche didascalica per far comprendere ai propri simili la nuova realtà sociale in cui si è immersi; c'è magari anche il desiderio di abbandonarsi di tanto in tanto al lamento, alla poesia consolatoria. Ma soprattutto c'è l'urgenza di maturare un'identità di classe che solo le prime esperienze di lotta e i primi strumenti di comunicazione (canzoni comprese) possono dare. Qui appunto emerge una fondamentale contraddizi·one che doveva diventare un limite pesante per la classe operaia torinese (e non solo torinese). Proprio dalla dannazione dello sradicamento (come da una specie di "peccato originale") sembra derivare quella mancanza di una completa autonomia culturale che non è solo tipica della maggioranza di questi canti ma più in generale delle tradizioni popolari socialiste. Eppure a dispetto di tutta la miseria di una comunità operaia di recente estrazione, costretta a prendere troppe volte in prestito dalle tecniche compositive e poetièhe della classe dominante e a impigliarsi nell'enfasi populista, questi arcaici documenti sonori ci restituiscono a tratti un'autenticità e una passione che valeva la pena di non perdere. Questo è il grande merito degli autori che davvero hanno saputo colmare "lo spazio vuoto tra gli studi di Nigra e quelli di Spriano". Ma forse agli occhi del lettore di oggi, il sensò di questa fatica filologica va ben oltre. Così alla domanda programmatica "cosa cantavano gli operai torinesi tra la fine dell' 800 e il fascismo?" si sostituiscono questioni ben più inquietanti e misteriose ... Per esempio: "chi sono mai questi nostri progenitori e perché I.i sentiamo così lontani (o vicini)?". Questione archeologica più che storica, dicevamo. Perché non c'è dubbio che negli ultimi decenni (sotto gli effetti di un'accelerazione che sfigura e trasfigura al di là delle ipotesi più fantasiose)di ben altri argomenti si tratta: di ben altri traumi, sradicamenti, prestiti ecc. Ma chi ha detto mai che una riflessione su dati archeologici non ci sarebbe utile oggi? Glioperai esistono ancora. KenLoach,dal paese della Tha·tcher Gianni Canova Ken looch durante lo lava.azione di B/ockJack. • "Meglio perderli che trovarli": così, con un apparente autolesionismo professionale che non si sa bene se imputare a semplice stupidità o se interpretare come un vero e proprio lapsus politico-culturale, un anonimo copy ha sottolineatò l'edizione italiana di Riff Raff, l'acida commedia operaia di Kenneth Loach passata nello scorso· mese di maggio sugli schermi di Cannes (ma non in çoncoi·so, per carità ...) e approdata con singolare tempismo nelle sale italiane (c'erano tutti i motivi per temere che non ci arrivasse mai, così come non sono mai arrivati gli ultimi due film del regista inglese, Fatherland del 1985, su un intellettuale della DDR in crisi di identità, e HiddenAgenda del 1990, sul conflitto nord-irlandese). Coloro che, nella contorta immaginazione del copy di cui sopra, sarebbe meglio perdere che trovare, sono ovviamente gli operai edili che Kenneth Loach mette in scena nel suo film: muratori, imbianchini, carpentieri, manovali. Bianchi, neri, irlandesi, scozzesi, africani. Tutti uniti dalla condizione salariata, dal lavoro a cottimo, dalla pratica quotidiana del cantiere in un quartiere di Londra in fase di selvaggiaristrutlllrazione. E tutti assieme contagiati, appassionatamente, dal virus disgregantedell 'ilarità. Perché gli operai di Loach - nonostante facciano un lavoro di merda in un posto di merda e affrontino quotidianamente lo sfruttamento nelle sue forme più tragiche e dolorose - sono ancora capaci di novità in libreria IL RACCONTO DELLA LETTERATURA GRECA Testi scelti, tradotti e commentati da GUIDO PADUANO 4 volumi in cofanetto, 180 000 lire AUREALEATINITATIS BIBI.IOTHECA Editoria Elettronica ------------ ; ::a ZANICHELLI olivetti '----_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- AUREAE LATINITATIS BIBLIOTHECA CD-ROM DEI TESTI DELLA LETTERATURA LATINA a cura di Editoria elettronica - EDITEL Testi scelti da PAOLO MASTANDREA 873 600 lire (IVA 12% inclusa) Zanichelli/O/ivetti Education 5000GIORNI PERSALVARILEPIANETA di EdwarrGJ oldsm/fh. NicholasHildyard, PeterBurryard, Pa1rickMcCul/y 5000 GIORNI ZANICHELL PER SALVARE IL PIANETA Un atlante dell'ecologia di GOLDSMITH, HILDYARD BUNYARO, McCULLY 38 000 lire Zanichelli 39

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