CONFRONTI recensire i libri, ormai si preferisce "segnalarli" informativamente (pubblicitariamente), intervistando l'autore ("per favore, ci dica in breve che cosa ha voluto dire scrivendo il suo libro"), e intervistando telefonicamente alcuni suoi amici e alcuni suoi nemici, che il libro appena stampato magari non l'hanno neppure aperto. In questo modo, l'informazione libraria si trasforma in disinformazione e sul libro cala la pietra tombale del "già segnalato", "già visto", "già sentito". Per moltissimi_libri questo trattamento può essere il solo adeguato. Ma la vecchia funzione di orientamento della critica militante e la stessa utilità dell' informazione libraria spariscono nel rumore. E poi scrivere· recensioni, oltre che faticoso, è assai poco remunerativo. Solo in rarissimi casi si acquista una specie di minuscolo potere-prestigio all'interno di piccoli ambienti. Con le recensioni-non si vincono facilmente eventuali concorsi universitari: per imporsi, ci vuole "il libro", più libri, in cui si reciti in piena regola la prassi della Ricerca. 3. La fabbrica universitaria Qui il termine stesso di "critica" viene molto volentieri sostituito con altri termini, meno spinosi e problematici, come "studio" e "ricerca". In effetti, le università non sono nate e non esistono propriamente per esercitare la critica letteraria e tanto meno la critica militante. Sono i luoghi, come è noto, della Didattica e della Ricerca, attività positive e produttive, e non sterili come la critica, che spesso gli accademici tendono a considerare fastidiosamente appassionata e troppo ben scritta. Se non si parlasse dell'università come luogo egemone e contagioso delle attività culturali, lo stesso discorso circa le trasformazioni del linguaggio critico mancherebbe della sua naturale corntce. La • 1 L e 30 a o MARIETTI 9 8 1 • 1 9 ri u o V a M a r e m p i e d e e a Nagib Mahfuz Il rione dei ragazzi La maturazione di un gruppo di giovani alla periferia del Cairo. 9 t t n n Tra metafora religiosa e drammatica realtà sociale, il capolavoro del Nobel egiziano. Toshihiko lzutsu Unicità dell'esistenza 1 Un affascinante percorso attraverso le idee-chiave del pensiero islamico,._uno strumento indispensabile per accostarsi ai fondamenti culturali del mondo arabo. La pace Dall'emozione alla responsabilità Confronto a più voci su uno dei temi centrali del dibattito politico-sociale contemporaneo; con una sezione dedicata al ruolo dell'informazione nella guerra del Golfo. • forma del saggio e dell'elzeviro devono arrendersi di fronte all'imporsi della forma tesi di laurea: che poi diventa tesi di dottorato, e che infine diventa libro. Dal punto di vista della circolazione internazionale del sapere critico, è questa la forma oggi assolutamente indispensabile. Un qualsiasi discorso di critica letteraria che resti consegnato in un saggio breve tradizionale, non ha quasi nessuna possibilità di essere preso sul serio dagli editori (temo che le raccolte di saggi ben presto non verranno più pubblicate). L'imperativo è questo: da.read ogni idea la forma, la consistenza, lo sviluppo di una tesi di laurea o di una-tesi di dottorato. Le culture egemoni lo hanno imparato da tempo. Nessun critico letterario, per quanro geniale, può sperare di essere tradotto in un'altra lingua e preso in considerazione dagli universitari se non ha la pazienza di realizzare la confezione-libro, con l'esame della bibliografia precedente, l'esibizione delle fonti e delle prove, la stesura di vaste bib\iografie. Non dico che conta solo l'involucro: ma. senza l'involucro voluminoso anche la più interessante delle idee non riesce a circolare. Perfino i romanzi ormai cominciano a diventare tesi di "scrittura creativa". L'accademismo è sempre esistito, è quasi una categoria dello spirito, e si potrebbe dire che non ha neppure a che fare necessariamente con l'università (c'è un accademismo dei dibattiti sul calcio che non teme confronti). Ma certo per non cadere nell'accademismo lavorando nelle università ci vuole almeno uil temperamento insolito. D'altra parte, per chi lavori nelle università l'accademismo non è un valore negativo: è anzi un abito doveroso, qualcosa a cui aspirare, una meta ambita. Non è il segno della distanza della cultura specializzata dalla cu.ltura vissuta nella vita sociale: è il distintivo di una appartenenza di casta. Una delle procedure attraverso cui si riconferma questa appartenenza è, per fare un solo esempio, l'uso convenzionale delle bibliografie. Si è creato negli ultimi anni un "dovere" artificioso di completezza bibliografica. Un testo critico che non sia dotato di ricche frange bibliografiche appare sguarnito, povero, infondato in ognuna delle sue affermazioni. Almeno questo genere di superstizione accademica sarebbe facile da eliminare. Le bibliografie potrebbero essere semplicemente divise in tre sezioni: (a) libri che sono stati veramente letti· da chi li cita, (b) libri che sono stati fffettivamente utili per scrivere quello studio, (c) libri che sono stati almeno visti e sfogliati. Basterebbe un criterio come questo per far crollare immani edifici di carta citata, che migra da una bibliografia ali' altra trasvolando nel vuoto. I libri che riusciamo a leggere · sono molto meno numerosi· di quelli che possiamo citare, e il delirio di onnipotenza bibliografica di cui a volte siamo vittime va moderato dal senso della lentezza con cui si compiono i viaggi da un libro all'altro. Tutto questo però lo dico come in sogno. Parlare di critica militante come di un problema del presente è già sognare. Il critico letterario militante fa parte del nostro repertorio mitologico. I greci antichi, si dice, non dimenticarono mai Omero, anche quando l'epoca dei suoi poemi era lontana e quei modelli di eroismo erano impraticabili, illusori, perfino pericolosi in una società più ordinata, regolata e con fini completamente diversi. Anche noi, finché ci occupiamo di libri, non riusciamo a dimenticare del tutto certi eroi culturali. Fra questi c'è il critico militante. Ricordarne l'esistenza, continuare a leggerlo, può essere motivo di conforto edi rimorso. Ma se questi sentimenti nei · confronti del passato possano anche aprire qualche nuovo spazio nel futuro, io non so dirlo.
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